INAD, al via il domicilio digitale: che cos’è, come si accede e quando sarà operativo
Sebbene le nostre Pagine Gialle siano ormai andate in pensione, non lo è per quelle del web. A breve sarà disponibile l’INAD, un nuovo servizio digitale con cui poter registrare il proprio domicilio e indirizzo PEC.
Un servizio molto utile se si vuole avere, invece della solita raccomandata, una semplice email da parte degli enti istituzionali e della Pubblica Amministrazione. Ma vediamo meglio cos’è INAD, e come accedervi una volta che sarà operativo.
Arriva INAD, le nuove Pagine Gialle del web
Non ci vorrà ancora molto per INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali.
Mancano ormai poche settimane all’attivazione delle nuove Pagine Gialle del web. Una volta si usava un elenco cartaceo immenso, con tutti i numeri e gli indirizzi di casa. Oggi è tutto digitale, basterà un click per trovare la persona che si vuole contattare.
E questo sarà molto utile soprattutto per la Pubblica Amministrazione, che potrà inviare le sue comunicazioni in un unico posto, in modo semplice e comodo. Lo stesso sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, parla di “un passo in avanti fondamentale per la digitalizzazione del Paese“.
Ovviamente con INAD tutti i cittadini potranno certificare il proprio domicilio digitale, e per molti sembra qualcosa di fantascientifico, oltre che di difficile attuazione. Ma non è così.
Cos’è INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali
L’INAD nasce grazie alla collaborazione tra AGID, Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio e Infocamere, e funzionerà come piattaforma per le notifiche digitali degli atti pubblici.
Tutti i cittadini, privati o professionisti, potranno registrare il proprio domicilio digitale, associato a un indirizzo PEC (o REM se la proposta UE dovesse approdare), dove ricevere tutte le comunicazioni ufficiali da parte della Pubblica amministrazione.
Oltre a ciò, INAD sarà anche un canale per le notifiche legali effettuate direttamente dagli avvocati, nonché per i liberi professionisti non iscritti presso ordini, albi o collegi, così come gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione all’INI-PEC.
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Questa innovazione sarà molto utile sia in termini di trasparenza e semplicità, per la ricezione delle comunicazioni ufficiali della PA, ma anche un risparmio significativo di tempi e costi.
Come si accede a INAD
L’accesso all’Iliad prevede prima di tutto l’iscrizione tramite un sistema di identificazione digitale, quali SPID, CIE o CNS. Si dovrà accedere alla pagina web www.domiciliodigitale.gov.it, e seguire la procedura indicata per l’elezione del proprio domicilio digitale.
Non sono previsti costi di attivazione, e si potrà cambiare l’indirizzo PEC precedentemente indicato, oppure cancellarlo del tutto.
L’attivazione non sarà però immediata. Se ci vorranno pochi minuti per compilare la richiesta, l’attivazione del domicilio digitale sarà garantita entro l’una di notte del giorno successivo alla richiesta.
Ad oggi sono già presenti provvisoriamente oltre 2,3 milioni di indirizzi PEC dei professionisti.
Quando sarà operativo il servizio INAD
Al momento il servizio non è disponibile, ma lo sarà a breve.
La partenza ufficiale del servizio INAD è prevista per il 6 luglio 2023. Ma solo per le registrazioni. In termini di consultazione, l’Inad sarà consultabile solo successivamente, anche in caso di richiesta di estrazioni multiple di domicili digitali relativi a elenchi di codici fiscali forniti dalle PA.
Dal 6 luglio inoltre le Pubbliche Amministrazioni, prima di inviare una raccomandata, dovranno verificare preventivamente se il cittadino abbia indicato un recapito certificato su INAD.
Se la PA individua un domicilio digitale intestato al destinatario, se la comunicazione ha valore legale, essa dovrà essere inviata digitalmente all’indirizzo indicato. E se non si vuole rischiare di perdere i documenti ci si può affidare all’app IO.
Per mantenere distinte le PEC private da quelle professionali, i professionisti avranno 30 giorni di tempo per confermare il proprio domicilio digitale, o indicare un altro indirizzo Pec diverso da quello professionale, onde evitare errori nell’invio di email con valore legale.
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