AGCOM blocca i servizi premium non richiesti e a sovrapprezzo sulle SIM: servirà il consenso
La decisione storica dell’AGCOM sul problema dei servizi premium non richiesti e a pagamento. Servirà il consenso esplicito, si salvano solo gli SMS su donazioni, servizi bancari, ticketing e televoto. Ecco tutte le informazioni da sapere.
L’AGCOM blocca i servizi premium non richiesti e applicati con sovrapprezzo senza il consenso esplicito degli utenti. La decisione storica arriva con la delibera numero 10/21/CONS. Con questa presa di posizione l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si esprime quindi su un tema molto delicato e che da tempo provoca accese discussioni tra gli utenti di telefonia.
La conseguenza principale dell’azione dell’authority è il blocco di default sulle nuove SIM della possibilità di addebito per tutti quei servizi che risultano a pagamento e che non sono richiesti esplicitamente dagli utilizzatori di un numero mobile. La compagnia telefonica sarà quindi chiamata a documentare l’attivazione consapevole del servizio premium in abbonamento da parte degli utenti.
AGCOM e blocco dei servizi sulle SIM: cosa cambia per gli utenti di telefonia mobile
Dal punto di vista pratico, gli interventi correttivi imposti dall’AGCOM sono due. Il primo riguarda il blocco dei servizi premium da parte delle compagnie telefoniche, salvo un’esplicità espressione di consenso manifestata da parte del richiedente. La prova di acquisto dovrà quindi essere documentabile. Questo primo passaggio si applica automaticamente a tutte le nuove SIM.
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Per quanto riguarda invece le tessere SIM già attive, il blocco si applica trascorsi 30 giorni dall’apposita comunicazione dell’operatore. Se dopo 30 giorni l’utente non risponderà manifestando un’intenzione differente, la tutela contro i servizi a pagamento andrà attivata automaticamente.
Dopo la delibera dell’AGCOM, per attivare i servizi a pagamento servirà un codice OTP
Rispetto al quadro della situazione appena evidenziato, occorre anche sottolineare che il barring o blocco dei servizi a pagamento sulle SIM potrà comunque essere sbloccato dagli utenti che lo richiederanno. Per farlo servirà però seguire un’apposita procedura. In particolare, diventa indispensabile l’inserimento di una password OTP di almeno cinque cifre, seguendo un modello simile a quello presente nelle conferme necessarie per le operazioni effettuate nei circuiti bancari.
Il cliente deve inserire spontaneamente e manualmente il codice OTP, pertanto anche in questo caso vengono escluse ipotesi di attivazioni automatiche. Alle compagnie telefoniche spetterà inoltre di rendere disponibile sui propri siti web un’apposita pagina dedicata alla clientela e nella quale si evidenzia il funzionamento del sistema di blocco.
Blocco servizi a pagamento sulle SIM: ecco quali SMS sono esclusi dal provvedimento
Come già anticipato, non tutti i servizi a pagamento risulteranno inclusi nel blocco. Resteranno infatti attivi, salvo diversi accordi con gli utenti, i servizi SMS per donazioni solidali, il mobile ticketing e il televoto. Discorso simile anche per i messaggi a pagamento legati ai servizi bancari o postali.
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Tutti gli operatori di telefonia mobile sono tenuti ad adeguarsi alle disposizioni dell’AGCOM in merito di blocco dei servizi premium sulle nuove SIM. La scadenza prevede 45 giorni dalla data di pubblicazione della delibera. Per quanto riguarda l’attivazione del barring sulle altre SIM, il termine è imposto a 120 giorni.
Il contenuto della delibera AGCOM sul barring dei servizi premium
Sul proprio sito, l’AGCOM ricorda che “con la delibera n. 401/20/CONS l’Autorità ha avviato una consultazione pubblica volta ad adottare misure atte a eliminare in radice l’attivazione inconsapevole di servizi premium.
A tal fine sono stati proposti due interventi regolamentari: un blocco (barring) di default sulle SIM e cioè una inibizione all’acquisto che può essere rimossa solo da una previa ed espressa manifestazione di volontà dell’utente che intende realmente sottoscrivere tali servizi e una procedura atta a rinforzare la prova di acquisizione del consenso per renderlo documentabile”.
Si ricorda quindi che “La delibera n. 10/21/CONS conferma l’impianto generale della misura sottoposta a consultazione pubblica dalla delibera 401/20/CONS e propone, sia per le nuove SIM, sia per quelle in essere, l’estensione del blocco di default a tutti i servizi digitali a contenuto in abbonamento”.
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