Lavoro, le 7 professioni più dannose per la salute mentale: quali sono e come rimediare

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28/05/2023

Lavoro, le 7 professioni più dannose per la salute mentale: quali sono e come rimediare

Lavorare in condizioni di forte stress può essere dannoso per la propria salute mentale. La mancanza di sonno, associata allo stress da lavoro correlato, incide negativamente sulle proprie condizioni psichiche, e se non si rispettano i normali turni di riposo si potrebbe anche incorrere nel declino cognitivo precoce. Vediamo quali sono i lavori più pericolosi per la salute mentale e perché lo stress associato alla mancanza di sonno può risultare davvero dannoso per la propria psiche.

I 7 lavori più dannosi per la salute mentale

In linea generale un lavoro dannoso per la salute mentale espone a situazioni di forte stress in maniera continuativa, e comporta anche la perdita del sonno regolare. Tra le professioni che uniscono questi due fattori abbiamo, al primo posto, quella dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine.

Subito dopo abbiamo i lavori in ambito sanitario, come i medici d’urgenza (medici di pronto soccorso), gli infermieri e altre professioni sanitarie che svolgono i loro compiti in condizioni di urgenza e necessità.

Al terzo posto abbiamo gli assistenti di volo, che devono occuparsi della sicurezza dei passeggeri in aereo, e si spostano in continuazione per tratte molto lunghe.

Scendendo in classifica, al quarto posto troviamo gli addetti alle piattaforme petrolifere, nonché i lavoratori che svolgono la loro professione in circostanze di continuo stress a causa di costante pericolo (operai in cantieri edili e minatori). L’elevata concentrazione che richiedono queste occupazioni, a lungo andare può risultare estremamente deleteria.


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Al quinto posto abbiamo i lavori che si svolgono nel settore legale, finanziario e pubblicitario. Qui il livello di concorrenza è estremamente elevato, e il continuo desiderio di raggiungere risultati tangibili può portare a disturbi dell’umore e a stress cronico.

Al sesto posto ci sono i lavori che si svolgono su turni, anche notturni. La mancanza di sonno, come vedremo tra poco, è la principale causa di malessere legata alla propria professione, e nel lungo periodo potrebbe comportare problemi mentali invalidanti.

Da ultimo troviamo le professioni che richiedono alte dosi di empatia, coinvolgendo il lavoratore sul piano emotivo. Esempi di queste professioni sono gli assistenti sociali, gli Operatori Socio Sanitari delle Case di riposo e gli insegnanti di sostegno.

Salute mentale e lavoro: perché dormire è importante

Come abbiamo appena visto, la maggior parte dei lavori deleteri per la nostra psiche comportano la privazione del sonno e uno stravolgimento del normale ritmo circadiano. Secondo uno studio delle università di Swansea in Galles e di Tolosa in Francia, lavorare seguendo un ritmo irregolare determina un impatto negativo sulle nostre facoltà cognitive.

In particolare, chi subisce una privazione del sonno a causa del proprio lavoro va incontro a gravi difficoltà di concentrazione e a una minore capacità di memorizzazione. Dallo studio effettuato è poi risultato che il cervello di chi lavorava su turni era invecchiato di almeno 6 anni e mezzo in più rispetto a chi aveva lavorato in condizioni normali. Inoltre, le capacità di recupero dopo aver smesso di svolgere la professione su turni non sono state immediate. Infatti, le persone che avevano subito un invecchiamento del cervello hanno recuperato le proprie facoltà mnemoniche solo 5 anni dopo aver smesso di fare quel lavoro.

Perché il lavoro su turni è dannoso per la salute mentale

I lavori che abbiamo passato in rassegna comportano un elevato livello di stress associato a una mancanza di sonno. Secondo un altro studio effettuato dal Paris Brain Institute, chi lavora in condizioni di forte stress e deve essere multitasking durante la sua attività produce elevatissime dosi di glutammato. Il glutammato è una sostanza potenzialmente tossica per il nostro organismo, che si produce in condizioni di stress e si elimina durante il sonno.


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Avere un ritmo circadiano sfasato e dormire poco comporta un accumulo di glutammato nella corteccia prefrontale laterale. Ed è proprio a causa di questo accumulo che le cellule cerebrali ricevono segnali discordanti, con ripercussioni estremamente negative sul proprio processo decisionale.

Ecco quindi svelato perché lavorare in condizioni di forte stress richiede il rigoroso rispetto dei periodi di riposo. Se non si dovessero rispettare i periodi di ripresa perdendo il sonno arretrato, il cervello potrebbe intossicarsi di glutammato. A lungo andare, tutto questo potrebbe portare a un inevitabile declino cognitivo precoce, che si può evitare soltanto dormendo abbastanza dopo il lavoro.

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