Reddito di cittadinanza 2021 e decreto Sostegno: 1 miliardo in arrivo, ma ci saranno grandi cambiamenti
Il Reddito di cittadinanza continuerà a essere finanziato nel 2021, ma il nuovo governo Draghi punta a rendere maggiormente sostenibile il provvedimento di welfare. Le ipotesi di intervento.
Reddito di cittadinanza al bivio nel 2021. Il meccanismo di sostegno è diventato negli ultimi anni un vero e proprio pilastro del nostro sistema di welfare. Ma la sua efficacia è rimasta fortemente deficitaria rispetto all’obiettivo di reinserire lavorativamente le persone coinvolte. Anche per questo il nuovo governo punta ad attuare cambiamenti importanti nel meccanismo di funzionamento della misura.
Le ultime indiscrezioni in arrivo dalla stampa specializzata evidenziano la prospettiva di nuovi finanziamenti dedicati espressamente alla misura per circa un miliardo di euro. Il veicolo sarà il nuovo decreto Sostegno, che dovrebbe rilanciare anche il reddito di emergenza e le altre indennità in favore di precari, autonomi, professionisti e intermittenti che hanno subito le gravi conseguenze della pandemia.
D’altra parte, la necessità di rendere sostenibile la misura per le casse pubbliche si lega a stretto giro con l’obiettivo di favorire il reinserimento attivo dei percettori dell’assegno di welfare. L’obiettivo implicito consiste nel rendere meno semplice il rinnovo continuativo della misura, salvo alcuni casi particolari che di fatto escludono l’attività di formazione o di ricerca di un nuovo impiego.
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Reddito di cittadinanza 2021: come cambierà il meccanismo di sostegno
Stante il quadro generale appena evidenziato, l’orientamento dei tecnici al lavoro sul reddito di cittadinanza punta a trasformare il provvedimento da puro strumento assistenziale a un meccanismo realmente in grado di rilanciare l’occupazione. Il primo intervento dovrebbe quindi portare ad una riduzione del periodo di percezione dell’assegno. Attualmente il RdC è disponibile per 18 mesi e rinnovabili per ulteriori 18 mesi dopo un mese di sospensione.
I percettori che non risultano esclusi dalla ricerca attiva di un lavoro potrebbero quindi vedere eliminata innanzitutto la possibilità di rinnovo. Questo porterebbe quindi il periodo massimo di percezione del reddito di cittadinanza a 18 mesi, con evidenti risparmi anche dal punto di vista delle risorse impiegate. Un anno e mezzo sarebbe quindi considerato il tempo massimo a disposizione per poter trovare una nuova occupazione.
Oltre a ciò, si studia il modo per introdurre un sistema di premi in favore dei beneficiari del reddito di cittadinanza che riusciranno a trovare un lavoro. Questo dovrebbe riuscire a rompere almeno parzialmente il circolo vizioso secondo il quale lo stesso assegno di welfare agisce da disincentivo verso la ricerca di un nuovo impiego.
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Cosa non cambierà nel nuovo reddito di cittadinanza: l’ISEE resterà un punto di riferimento
Dal punto di vista operativo, i meccanismi di assegnazione del sussidio dovrebbero restare immutati. Lo strumento principale di riferimento per l’ottenimento del reddito di cittadinanza resterà l’ISEE. Confermando gli attuali requisiti, si potrà continuare a richiedere il RdC con un Isee familiare non superiore a 9360 euro. Il patrimonio immobiliare differente dalla prima casa deve risultare inferiore a 30mila euro, valore che scende a 6mila euro per i single.
L’eventuale presenza di uno o più componenti con disabilità all’interno del nucleo familiare estendono di 5mila euro la soglia di accesso. L’importo sale a 7500 euro per ogni componente con disabilità grave o che risulta non autosufficiente. Le pensioni di cittadinanza, erogate a partire dai 67 anni, non dovrebbero invece subire cambiamenti. I percettori di quest’ultime risultano infatti già sospesi dagli obblighi di formazione e ricerca attiva di un nuovo impiego.
La ricerca occupazionale e il ruolo dei navigator
Come già anticipato, il governo punta a rilanciare il reinserimento lavorativo dei percettori del reddito di cittadinanza. Per questo motivo, oltre allo stop dopo i primi 18 mesi di percezione dell’assegno potrebbero arrivare novità importanti anche dal punto di vista dei vincoli di accettazione delle offerte di lavoro. A oggi, nei primi 12 mesi di percezione viene considerata come congrua la prima proposta di lavoro ricevuta entro i 100 chilometri di distanza.
Passato l’anno, la congruità si estende fino a 250 chilometri di distanza. Con la riforma del reddito di cittadinanza questi limiti potrebbero cadere. Tutte le offerte entro 250 chilometri potrebbero quindi diventare congrue dopo la percezione del primo assegno di welfare. L’eventuale rifiuto comporterà la sospensione dell’assegno.
In questo ambito c’è infine da considerare il ruolo dei navigator. Si tratta di figure pensate per facilitare il reinserimento lavorativo dei percettori del reddito di cittadinanza. Il contratto di questi consulenti risulta in scadenza all’inizio del prossimo mese di aprile. Il Ministero del Lavoro ha recentemente evidenziato la possibilità di coprire il rinnovo contrattuale fino alla fine del 2021, ma resta l’incognita sul futuro dei consulenti. Paradossalmente, senza una stabilizzazione definitiva, molti di loro potrebbero finire a ingrossare la schiera di coloro che risultano in cerca di una nuova occupazione.
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