Pensioni, pignoramenti vietati fino a 1000 euro con il DL Aiuti bis
Pensioni, pignoramenti impossibili fino a 1000 euro. Si alza la soglia della quota di assegno che non potrà essere aggredita qualora si incorra nello status di cattivi pagatori. Il nuovo minimo vitale è stato deciso attraverso la conversione in legge del Decreto Aiuti Bis. L’impatto risulterà ovviamente importante, vista la difficile e delicata situazione vissuta attualmente da moltissime persone.
Dopo anni di crisi pandemica, l’arrivo del caro energia e dell’inflazione rappresenta per molti un fenomeno difficilmente sostenibile. La crescita dei prezzi deve quindi necessariamente affiancarsi all’innalzamento della soglia di pignorabilità delle pensioni. Solo in questo modo è infatti possibile garantire il minimo vitale ai pensionati che si trovano a dover corrispondere dei debito allo Stato.
Pensioni, pignoramenti vietati fino a 1000 euro: come funziona la novità
Dal punto di vista pratico, il punto di riferimento utilizzato per calcolare la parte di pensione pignorabile continuerà ad essere l’assegno sociale. Cambia però quanto previsto in precedenza nell’articolo numero 545 del Codice Civile. Infatti, questo regolava i crediti impignorabili di natura pensionistica per importi corrispondenti ad una volta e mezzo l’assegno sociale.
L’importo dell’emolumento di welfare corrisponde nel 2022 a 468,28 euro, pertanto il limite finora era uguale a 702,42 euro. Grazie all’aggiornamento normativo inserito all’interno del Decreto Aiti Bis l’importo viene elevato al doppio dell’assegno sociale, con un valore minimo corrispondente a 1000 euro.
Leggi anche: Come i conti correnti online stanno cambiando le abitudini di spesa dei consumatori
Ne consegue che tutte le pensioni che non superano questa soglia risulteranno impignorabili per legge. Ma come vedremo, vi sono importanti riverberi anche rispetto alle pensioni di importi superiori.
Pensioni, come si applica il nuovo limite agli assegni superiori a 1000 euro
Tenendo presente quanto evidenziato finora, è opportuno specificare che le altre regole di applicazione dei pignoramenti sugli assegni pensionistici non cambiano. Pertanto, La parte che eccede l’importo di 1000 euro potrà comunque essere soggetta a pignoramenti nella misura di un terzo, un quarto o un quinto, sulla base di quanto previsto dal codice civile.
All’interno del c.c. si legge infatti che gli importi dovuti dai privati a titolo di stipendio, salario o altre indennità relativo al rapporto di lavoro possono essere pignorate per crediti nella misura autorizzata dal giudice o dal presidente del tribunale.
Le somme possono quindi essere pignorate di un quinto per i tributi dovuti allo Stato. Mentre il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause appena evidenziate non può estendersi oltre alla metà dell’ammontare delle somme alle quali si è fatto riferimento.
Pensioni, pignoramenti con nuovo limite: cosa cambia
Dal punto di vista pratico, è possibile chiarire qual è l’impatto dell’aggiornamento normativo facendo un esempio. Prendiamo il caso di un debitore che percepisce una pensione di 2000 euro al mese. Il nuovo innalzamento della soglia previsto dal decreto ha portato la non pignorabilità al doppio dell’assegno sociale.
Ne consegue che la somma pignorabile resterebbe 1000 euro, alla quale si applicherebbe il parametro di un quinto. Pertanto, la cifra pignorabile mensilmente corrisponderebbe a 200 euro. Ovviamente, qualora la somma non raggiungesse il minimo di legge, non vi sarebbe possibilità di agire da parte del creditore.
Quando può accadere il pignoramento della pensione
Terminiamo offrendo al lettore un opportuno chiarimento sulle modalità di pignoramento applicate agli assegni pensionistici. Il procedimento esecutivo può essere applicato nel momento in cui si diventa debitori insolventi. Quando il creditore è lo Stato, il pignoramento avverrà da parte dell’Agenzia delle Entrate o di un altro ente pubblico.
Potrebbe interessarti: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite
Ovviamente il pignoramento può essere emesso anche nei confronti di un pensionato. In questo caso, avrà come oggetto la sua pensione. La legge tutela però il debitore stabilendo la presenza di un minimo vitale, che non può essere in alcun modo pignorato. Il minimo vitale rappresenta una parte di pensione che non risulta aggredibile dai creditori, perché necessaria a garantire il sostentamento del pensionato.
Infatti, quando si contraggono dei debiti che non possono essere ripagati sulla base di quanto stabilito nei piani di rimborso, si rischiano procedimenti esecutivi. Qualora venga avviato un procedimento di pignoramento nei confronti di un pensionato, la legge stabilisce che deve esserci sempre una quota della pensione che non può essere pignorata.
Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl