Pensioni, maxi aumenti nel 2024? Cosa cambierà e quali saranno le finestre d’uscita
Già quest’anno le pensioni sono aumentate notevolmente, con la perequazione di gennaio 2023. E sarà inevitabile un nuovo aumento per tutti i trattamenti previdenziali, a causa dell’alta inflazione di quest’anno.
Come da legge, ogni anno le pensioni vengono rivalutate a seconda dell’inflazione registrata nel corso dell’anno. Di conseguenza c’è da aspettarsi un nuovo aumento dal prossimo anno. Ma non tutte le pensioni potranno beneficiare di questo aumento, e non è detto fin da subito.
Pensioni, arriva il nuovo aumento dal 2024
Per le pensioni è inevitabile un nuovo aumento, anche perché l’inflazione, seppur con i primi segnali di rallentamento, continua a essere molto alta. Per far sì che gli assegni previdenziali non perdano potere d’acquisto, lo Stato ogni anno provvede al riadeguamento della pensione, secondo l’indice FOI dell’ISTAT, quello per le Famiglie Operaie e Impiegati.
E per l’inizio del 2023 la situazione non ha fatto altro che registrare un’inflazione senza fine. Basti pensare che per gennaio e febbraio 2022 l’IPCA (l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) su base annua ha registrato rispettivamente un +4,8% e un +5,7% (e un +6,5 a marzo), mentre a gennaio e febbraio 2023 stiamo a un +10% e un +9,1% (la stima iniziale era del 9,2%).
Se questo trend dovesse venire confermato anche nel corso dell’anno, alla fine del 2023 il Governo dovrà autorizzare un nuovo riadeguamento, e stavolta a doppia cifra.
Leggi anche: Come i conti correnti online stanno cambiando le abitudini di spesa dei consumatori
Quali pensioni avranno l’aumento nel 2024
A differenza del 2022 adesso la tendenza è quella di scendere, anche se di poco. È quindi lecito aspettarsi, nei casi più benigni, un valore medio d’inflazione almeno simile a quello registrato per il 2022, pari appunto all’8,1%.
In caso di maxi aumento, non tutte le pensioni comunque potranno beneficiarne. Potranno avere diritto all’aumento anche i trattamenti assistenziali come ad esempio l’assegno unico, per le quali significherebbe un nuovo aumento a tre cifre, ma non tutti i trattamenti previdenziali, se di importo abbastanza alto.
Infatti la rivalutazione “ridotta” introdotta dalla legge di Bilancio 2023 vale anche per il prossimo anno.
Pertanto, come già visto per le pensioni di marzo, l’aumento pieno andrà solo alle pensioni d’importo inferiore a 4 volte il trattamento minimo, mentre al di sopra la percentuale verrà ridotta rispettivamente:
- all’85% se tra le 4 e le 5 volte,
- al 53% se tra le 5 e le 6 volte,
- al 47% se tra le 6 e le 8 volte,
- al 37% se tra le 8 e le 10 volte,
- al 32% se sopra le 10 volte.
Quando arriverà l’aumento delle pensioni nel 2024
Come detto precedentemente, l’arrivo dell’aumento potrebbe essere previsto entro inizi 2024.
Bisognerebbe seguire quanto avvenuto nel corso degli ultimi mesi per poter fare una stima realistica del possibile maxi aumento. A ottobre 2022 è stato decisa la perequazione, seguendo però quanto indicato dal FOI dei mesi di gennaio-settembre 2022, ovvero il 7,3%.
Per avere il tasso definitivo all’8,1% s’è dovuto attendere gennaio 2023, con il riconoscimento della differenza dello 0,8% per tutte le tredici mensilità pagate quest’anno, con il relativo accredito degli arretrati.
In poche parole, entro ottobre 2023 si saprà la prima stima, per poi averne conferma entro gennaio 2024. In alcuni casi potrebbe venire riconosciuto un conguaglio a novembre 2023, ma bisognerà vedere l’agire del Governo nei prossimi mesi.
Potrebbe interessarti: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite
Quanto potrebbero aumentare le pensioni nel 2024
Come noto, a inizio 2023 le pensioni sono state rivalutate del 7,3%, tasso d’inflazione medio, ma provvisorio, registrato lo scorso anno. Il tasso definitivo è stato invece pari all’8,1%.
Ad oggi invece l’inflazione si attesta sopra il 9%. A febbraio è stato registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua, da 10,0% nel mese precedente: pertanto la stima preliminare è del 9,2%.
Sempre a gennaio 2024, però, è attesa anche la nuova rivalutazione che – stando ai valori attuali dell’inflazione – potrebbe garantire un aumento persino superiore rispetto a quello scattato all’inizio di quest’anno.
Anche se dipenderà tutto dai fondi dello Stato per finanziare la perequazione, e anche altre misure previdenziali.
Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl