Pensioni Marzo 2023, al via la rivalutazione ma non per tutti: chi riceve aumento ed esclusi
L’aumento dell’inflazione ha determinato un incremento dei costi della vita che ha reso necessaria una rivalutazione degli assegni pensionistici.
Su questo punto il governo è intervenuto a più riprese sin dal 2022, e da ultimo nella legge di bilancio. Con quest’ultimo provvedimento è stato determinato un aumento delle pensioni in una percentuale del 7,3%. Tuttavia questo non è avvenuto per tutti gli assegni pensionistici, e per alcuni avviene soltanto adesso.
Inoltre, alcuni trattamenti pensionistici particolari non avranno nessuna rivalutazione del loro importo. Vediamo quindi cos’è l’Ape sociale e perché è stata esclusa dalla rivalutazione delle pensioni. Da ultimo daremo una panoramica completa sulle percentuali relative all’aumento delle pensioni che ci sarà dal mese di marzo.
Ape sociale: perché è esclusa dall’aumento pensioni
L’ape sociale, acronimo che sta a significare “anticipo pensionistico“, spetta ai soggetti che hanno 63 anni d’età anagrafica e un’anzianità contributiva pari a 30 o 36 anni.
Per accedere all’ape sociale bisogna esser stato dipendente che durante la propria attività lavorativa si è occupato di mansioni gravose, oppure ex lavoratore che ha percepito la disoccupazione nel periodo precedente al raggiungimento dei requisiti. Anche gli invalidi civili, che abbiano un’invalidità accertata al 74%, possono accedere all’ape sociale.
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L’ape sociale è stata introdotta dalla legge 11 dicembre 2016 n.232, come regime transitorio in uscita dal lavoro, ma è stata confermata più volte, da ultimo nella legge di bilancio 2023.
Come si evince dalla descrizione, essa rappresenta una specie di accompagnamento alla pensione.
Con l’Ape sociale, infatti, si mira ad accompagnare alla pensione dei soggetti che difficilmente troverebbero lavoro fino all’età richiesta per andare in pensione con la legge Fornero. Dunque tale meccanismo punta a garantire una flessibilità in uscita dal lavoro per le predette categorie di lavoratori.
La rivalutazione delle pensioni, che adesso arriva per gli assegni più alti, viene dunque esclusa dall’dall’Ape sociale. Ciò avviene perché l’INPS ha reso noto che tutte le prestazioni di accompagnamento alla pensione per tutta la loro durata non saranno oggetto di perequazione. E l’APE sociale, in quanto tale, non subirà alcun aumento. Vediamo adesso quali pensioni subiranno un incremento già a partire dal mese di marzo.
Aumento pensioni da Marzo: come funzionerà
La rivalutazione delle pensioni è partita già a gennaio, ma questo è avvenuto soltanto per chi aveva una pensione fino a quattro volte il minimo. Adesso è scattata una rivalutazione per gli assegni che eccedono tale somma.
Volendo entrare nello specifico, le percentuali di perequazione degli assegni pensionistici saranno diverse a seconda dell’importo. La percentuale di rivalutazione originaria, del 7,3%, verrà quindi determinata in maniera diversa sugli assegni che eccedono quattro volte il minimo. Ecco in che modo avverranno gli aumenti:
- Per le pensioni da 2101,53 a 2626,90 euro, che corrispondono a 4 o 5 volte il minimo, la rivalutazione avverrà all’85% di 7,3, dunque al 6,205%;
- Da 2626 a 3.152,28 euro, equivalenti a 5- 6 volte il minimo, ci sarà una rivalutazione pari al 53% di 7,3%, che è uguale a 3,869%;
- Quando l’assegno va da 3151,29 a 4203,04 euro, dunque da 6 a 8 volte il minimo, la rivalutazione sarà del 47%, quindi del 3,431%;
- Per chi poi ha un assegno che va da 4203,5 a 5.253,80 8 a 10 volte il minimo la rivalutazione sarà pari al 37% di 7,3%, quindi del 2,701%;
- Oltre le 5.253,81 di assegno mensile la rivalutazione sarà pari al 32% di 7,3%, dunque del 2,336%.
Fasce di garanzia: cosa sono e perché sono garantite
Come si anticipava, la rivalutazione dei mesi scorsi della pensione fino a 2101,52 è stata piena, ed è scattata già da gennaio. Inoltre sono state reintrodotte le fasce di garanzia.
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Scendendo nei particolari, occorre dire che con le fasce di garanzia viene evitato che la rivalutazione della pensione di una fascia sia più bassa rispetto a quella più alta della precedente. In questo modo viene assicurato che la fascia precedente abbia una valutazione più elevata.
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