Pensioni anticipate per lavoratori precoci: entro oggi 1° marzo 2021 la domanda per la certificazione dei requisiti
Sulle pensioni anticipate arriva la prima scadenza per le domande di certificazione dei requisiti di accesso alla quota 41. L’istanza tardiva è possibile entro e non oltre il prossimo 30 novembre 2021. Quando si matura la pensione e come funziona la finestra di attesa di 3 mesi.
Pensioni anticipate 2021 per lavoratori precoci al bivio. Oggi è infatti l’ultimo giorno della finestra utile per inviare la propria pratica di certificazione all’Inps per la Quota 41. L’opzione garantisce un importante sgravio per chi possiede specifici requisiti rispetto ai criteri ordinari della pensione anticipata previsti con la legge Fornero. A livello pratico, gli uomini possono beneficiare di una riduzione di un anno e 10 mesi. Per le donne l’anticipo utile si riduce a 10 mesi per via del minore onere contributivo legato all’uscita ordinaria.
L’Inps provvederà a fornire una risposta al lavoratore sull’effettiva presenza dei requisiti entro e non oltre il prossimo 30 giugno 2021, mentre chi presenterà la domanda entro il 30 novembre riceverà la conferma prima del termine dell’anno. Il meccanismo della doppia domanda prevede che solo dopo aver ottenuto la certificazione da parte dell’Inps sarà possibile inoltrare la richiesta vera e propria di accesso alla pensione anticipata.
Pensioni anticipate con la quota 41: i requisiti di base per poter chiedere l’agevolazione
Dal punto di vista pratico, la quota 41 è destinata ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dell’Inps oppure a una delle sue forme sostitutive o esclusive. È necessario inoltre aver maturato almeno un contributo prima del 31 dicembre 1995 e aver acquisito almeno 12 mesi di versamenti entro il 19mo anno di età. In aggiunta a questi requisiti, bisogna rientrare all’interno di una delle situazioni di disagio indicate nel testo di legge dell’agevolazione.
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In particolare, tra quest’ultimi troviamo i lavoratori in stato di disoccupazione di lungo termine, avendo esaurito da almeno tre mesi i sussidi di welfare. I motivi validi riconosciuti sono il licenziamento (anche collettivo) non volontario, le dimissioni per giusta causa e la risoluzione consensuale. Rientrano nell’agevolazione anche i lavoratori con un’invalidità riconosciuta dall’Inps (e accertata tramite le commissioni mediche competenti) uguale o superiore al 74%.
Troviamo poi i caregivers che assistono da almeno sei mesi un parente o un congiunto di primo grado convivente con grave disabilità (riconosciuta ai sensi della legge 104), oppure un parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap abbia raggiunto i 70 anni di età. Infine, abbiamo i lavoratori dipendenti che rientrano nelle cosiddette categorie delle attività gravose. Al riguardo, la legge riconosce 15 attività professionali in apposite liste. Per questo particolare caso, è necessario aver svolto le attività per almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure per sei anni negli ultimi sette.
Come fare domanda per la quota 41: le istruzioni dell’Inps
Tenendo a mente il quadro complessivo dei requisiti di accesso, la doppia domanda per la quota 41 deve seguire le istruzioni dell’Inps. La scadenza del 1° marzo riguarda l’invio della pratica di riconoscimento dei requisiti. Chi perde questa finestra potrà comunque inoltrare la propria richiesta entro il già citato termine dell’istanza tardiva (30 novembre 2021). In questo caso l’accesso alla pensione (pur in presenza dei requisiti) sarà garantito solo qualora siano ancora disponibili adeguate risorse finanziarie.
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Qualora la prima richiesta del lavoratore ottenga esito positivo da parte dell’ente pubblico di previdenza, diventerà possibile inoltrare la richiesta vera e propria di accesso alla pensione. Il richiedente può inviare la pratica direttamente all’Inps tramite la propria area riservata o il call center al numero 803164 da rete fissa (06164164 da rete mobile). In alternativa, vista anche la complessità della pratica, è possibile fare ricorso ai servizi offerti dal proprio patronato di fiducia. Quest’ultimo si occuperà di redigere la domanda e di inoltrarla all’ente per conto del richiedente.
Come funziona la finestra di 3 mesi per l’accesso alla pensione della quota 41
Una volta ottenuto l’ok alla seconda domanda, cioè la richiesta vera e propria di pensionamento, sarà necessario attendere 3 mesi per il primo assegno previdenziale. I 3 mesi decorrono a partire dal raggiungimento dei requisiti di accesso. Per i caregiver, la finestra di decorrenza scatta a partire dai 41 anni di versamenti.
Nel caso in cui il caregiver percepisce un assegno di Naspi, la disoccupazione prosegue anche durante la finestra di attesa. In questo modo, il pensionando potrà avere continuità di reddito fino al giorno del pensionamento. Un caso ancora diverso è però quello del disoccupato di lungo termine. In questo frangente, è necessario aver terminato il sussidio assistenziale pertanto si dovrà far fronte a 3 mesi di attesa senza indennità di disoccupazione e al contempo senza assegno pensionistico.
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