Pensioni anticipate di 5 anni nel 2022 e 2023 con il contratto di espansione
Pensioni anticipate tramite contratto di espansione confermate all’interno della bozza della legge di bilancio 2022. Il disegno di legge predisposto dal governo prevede infatti il rinnovo della misura di flessibilità previdenziale anche nel prossimo biennio. Oltre a ciò, sono stati inseriti importanti modifiche che puntano ad ampliare la platea dei potenziali beneficiari.
Tramite questo strumento sperimentale, è possibile ottenere uno sconto fino a 5 anni sui criteri ordinari della legge Fornero. Il contratto di espansione rappresenta una formula già impiegata in passato. L’esecutivo punta alla misura non solo per agevolare l’accesso alla pensione per i lavoratori in età avanzata.
Sul piatto c’è anche lo svecchiamento della forza lavoro e il sostegno al turn over, garantendo così il primo ingresso ai giovani. L’opzione ha una natura sperimentale, così come avviene per la quota 100. Rispetto a quest’ultima, il rinnovo ne consentirà però l’utilizzo anche nei prossimi anni.
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Come funzionano le pensioni anticipate tramite il contratto di espansione
Dal punto di vista pratico, il contratto di espansione punta ad agevolare le pensioni anticipate dei lavoratori in età avanzata attraverso il ricambio generazionale. Le aziende possono quindi beneficiare d’importanti agevolazioni riqualificando il proprio personale. Ottengono così la possibilità concreta di ridurre o sospendere il personale dipendente tramite cassa integrazione straordinaria per un massimo di 18 mesi.Tale periodo può essere anche non continuativo.
Una seconda opzione è la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, purché manchino non più di 5 anni dall’accesso alla pensione del dipendente. In tal caso, l’azienda è tenuta a versare indirettamente (tramite Inps) al lavoratore un’indennità mensile di pari importo alla pensione maturata secondo i criteri ordinari di quiescenza. Questi corrispondono a 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e a 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata (un anno in meno per le donne).
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Le informazioni tecniche sul funzionamento del contratto di espansione al fine di ottenere il prepensionamento
Come anticipato, il contratto di espansione può garantire fino a 60 mesi di anticipo rispetto ai requisiti ordinari di accesso. Resta valida, nello schema di riferimento, l’eventuale applicazione dei criteri di adeguamento alla speranza di vita.
L’indennità di prepensionamento maturata dal lavoratore viene ridotta di un importo teorico (e non effettivo) corrispondente alla Naspi. Di fatto, il datore di lavoro non verserà direttamente al lavoratore l’indennità, ma corrisponderà la somma all’Inps. Quest’ultima provvederà quindi a girare l’importo al lavoratore sotto forma d’indennità pubblica.
Il datore di lavoro avrà in carico anche il versamento dei contributi previdenziali utili a conseguire il diritto alla pensione anticipata, con una riduzione equivalente alla somma della contribuzione figurativa.
Contratto di espansione e pensione anticipata: quanti sono gli anni effettivi di anticipo
Tenendo presente lo schema appena evidenziato, vediamo quindi l’impatto del contratto di espansione sull’accesso alla pensione anticipata. I lavoratori che accettano di aderire al contratto di espansione possono quindi beneficiare dell’indennità di accompagnamento fino al raggiungimento della pensione effettiva.
Con questa formula, diventa possibile ottenere il prepensionamento a partire da 62 anni di età oppure con 37 anni e 10 mesi di versamenti. Una volta raggiunti i criteri ordinari di quiescenza, si riceverà l’assegno effettivo dall’istituto di previdenza pubblica.
Le modifiche e novità apportate al contratto di espansione nella bozza della legge di bilancio 2022
Il contratto di espansione trova una proroga per gli anni 2022 e 2023 all’interno della bozza relativa alla nuova legge di bilancio. Per conoscere in modo preciso quale sarà il perimetro d’impiego bisognerà attendere l’approvazione della finanziaria. È però già possibile anticipare alcune importanti novità previste nelle pieghe della legge.
La principale riguarda l’ampliamento della platea dei lavoratori che potranno usufruire della proroga. Le aziende potenzialmente interessate diventeranno più numerose, visto che per poter usare lo strumento di prepensionamento si passa da un minimo di 100 dipendenti a un minimo di 50.
È chiaro che il requisito potrebbe aprire questa opportunità anche verso quelle piccole e medie imprese che in precedenza erano escluse dal ricorso al contratto di espansione. Con rilevanti benefici anche per i lavoratori potenzialmente coinvolti.
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