Pensione opzione donna 2022: novità, requisiti, come funziona e quanto si perde
Pensione opzione donna 2022, parte la proroga nel corso del nuovo anno dopo l’approvazione all’interno della manovra. La legge di bilancio votata alla fine dello scorso anno ha infatti prorogato di un ulteriore anno la scadenza per la maturazione dei requisiti necessari al fine di ottenere l’accesso anticipato all’Inps. Il rinnovo era stato chiesto a gran voce da parte delle lavoratrici, che spesso vedono nella misura l’unica risorsa effettivamente disponibile per poter maturare una forma di reddito.
Si pensi, ad esempio, a coloro che perdono il lavoro in età avanzata ma risultano troppo giovani per poter maturare i criteri ordinari di quiescenza previsti dalla legge Fornero. In casi come questi, una volta terminato il sussidio di disoccupazione, l’unica possibilità effettiva per poter avere continuità di reddito è proprio l’opzione donna. Una possibilità che è quindi scelta da molte lavoratrici in simili situazioni, pur tenendo conto del ricalcolo estremamente penalizzante sull’importo dell’assegno.
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Pensione opzione donna 2022: requisiti e come funziona il meccanismo di prepensionamento
Dal punto di vista pratico, la legge di bilancio 2022 ha esteso di un anno la possibilità di accedere alla pensione anticipata con opzione donna. I nuovi chiarimenti e i parametri in merito alla proroga sono definiti all’interno del messaggio Inps 163/2022. All’interno si forniscono innanzitutto le informazioni relative ai requisiti di accesso.
Possono accedere alla nuova opzione donna tutte le lavoratrici che hanno maturato entro il 31 dicembre 2021 un’anzianità contributiva minima di 35 anni. È indispensabile inoltre dimostrare un’età non inferiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti.
Mentre le autonome dovranno attendere la maturazione dei 59 anni. Rispetto ad altre opzioni di flessibilità, come la nuova quota 102, non viene però richiesto alcun vincolo di cessazione dell’attività lavorativa dipendente o autonoma. Inoltre, sui criteri appena evidenziati non viene applicato l’adeguamento alla speranza di vita.
Opzione donna: quali contributi è necessario maturare per poter usufruire del prepensionamento
Dal punto di vista dei contributi considerati come validi dalla legge, per poter accedere all’opzione donna sarà possibile utilizzare tutti i periodi di versamento. Resta però il limite del perfezionamento di almeno 35 anni di anzianità. Il vincolo deve risultare presente nella gestione che dovrà liquidare il trattamento.
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Tra i contributi validi ci sono quindi quelli relativi all’assicurazione generale obbligatoria (AGO). Quelli da riscatto o ricongiunzione e quelli volontari o figurativi. Non sono invece considerati validi i periodi di disoccupazione Naspi, Aspi o miniAspi o le prestazioni equivalenti. Sono esclusi anche i contributi per la malattia della lavoratrice e i periodi di contribuzione per assistenza al figlio nei primi 6 anni.
Quanto si perde con la pensione anticipata tramite opzione donna
L’opzione donna continua a prevedere il ricalcolo dell’assegno tramite il sistema contributivo puro. Questo significa che rispetto al retributivo – misto la lavoratrice andrà incontro a una penalizzazione irreversibile sull’entità dell’assegno. Infatti, una volta che la domanda di pensionamento sarà accetta dall’Inps, non sarà più possibile revocarla. Nella maggior parte dei casi, l’importo dell’assegno riceverà una decurtazione a doppia cifra percentuale.
Alcune lavoratrici potrebbero arrivare a perdere fino al 25-30% dell’importo lordo, pertanto una pensione da 1500 euro si riduce attorno a 1100 – 1200 euro. Le lavoratrici che hanno versato i contributi nel settore agricolo potrebbero invece subire una decurtazione più contenuta, nell’ordine del 10-15%.
Quando arriva il primo pagamento della pensione anticipata tramite OD
In merito alla ricezione dei pagamenti, occorre specificare che una volta accettata la domanda da parte dell’Inps sarà necessario tenere conto delle finestre di accesso. Il primo pagamento della pensione decorre infatti dopo 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e dopo 18 mesi per le lavoratrici autonome.
La domanda di pensionamento è presentata direttamente all’Inps tramite contact center (numero 803164 da fisso o 06164164 da cellulare), oppure per via telematica. In questo caso, è necessario essere in possesso di Spid, CNS o CiE. All’interno del sito Inps bisogna cercare “Domande di prestazioni pensionistiche” e quindi selezionare l’apertura della pratica per opzione donna.
In alternativa, è possibile usufruire del servizio offerto dal proprio patronato di fiducia, che provvede a redarre la domanda e inviarla all’Inps per conto del lavoratore.
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