Pensione anticipata ape sociale 2023 dai 63 anni: proroga in LdB
Pensione anticipata ape sociale 2023, il provvedimento di tutela procede verso la proroga all’interno della legge di bilancio. La bozza della nuova manovra prevede infatti il rifinanziamento dell’opzione, che permette l’accesso alla pensione a partire da 63 anni di età e con almeno 30 – 36 anni di versamenti. I lavoratori dovranno però possedere tutti i requisiti e rientrare in una delle situazioni di disagio in età avanzata prevista dalla normativa.
Proprio sui requisiti, che sembrano confermati nella loro interezza, si discuterà all’interno del Parlamento. La revisione della finanziaria potrebbe infatti portare ulteriori modifiche, sebbene al momento non si attendano interventi correttivi o colpi di scena in merito alla misura.
Pensione anticipata ape sociale 2023: requisiti e regole, a chi spetta il prossimo anno
Prendendo in esame l’impostazione formale della legge, l’Ape sociale 2023 è accessibile a tutti i lavoratori Inps dipendenti del settore pubblico e privato. Possono beneficiarne anche gli autonomi e i parasubordinati iscritti alla gestione separata Inps. Il vincolo anagrafico è posto all’età di 63 anni.
Per quanto riguarda invece il vincolo contributivo, occorre aver effettuato 36 anni di versamenti, che scendono a 30 anni per coloro che svolgono le attività gravose o usuranti previste dalla legge. Per le donne è previsto anche uno sconto di 12 mesi per ogni figlio, con un tetto massimo di due anni, al fine di riconoscere il lavoro di cura. Infine, gli operai edili possono accedere con 32 anni di versamenti.
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È vincolante nonché obbligatorio aver cessato qualsiasi attività lavorativa, sia che questa risulti di tipo dipendente che in modalità autonoma.
Ape sociale 2023: i profili dei lavoratori che rientrano nell’opzione di tutela
Come anticipato, la pensione anticipata tramite Ape sociale 2023 continuerà a essere disponibile per i quattro profili previsti dalla legge anche nel prossimo anno. Rientrano nella tutela i disoccupati che abbiano esaurito la Naspi o un altro sostegno di disoccupazione. I caregivers, ovvero coloro che assistono da almeno 6 mesi al momento della richiesta un parente o familiare stretto.
Gli invalidi civili, purché abbiano un riconoscimento d’invalidità di grado pari o superiore al 74%. Quest’ultimo deve essere confermato da un’apposita commissione medica. Infine, coloro che hanno svolto le attività gravose o usuranti previste dalla legge.
Le scadenze utili per inviare le domande di accesso all’Ape sociale nel 2023
Anche nel corso del prossimo anno verrà confermato il principio della doppia domanda per la richiesta di accesso alla pensione anticipata Ape sociale 2023. La prima richiesta riguarda l’istanza di riconoscimento dei requisiti di accesso. Una volta ottenuto il via libera dall’Inps è possibile procedere con l’invio della pratica vera e propria di pensionamento.
L’ente previdenziale gestirà le richieste dei lavoratori secondo tre finestre. Sarà possibile presentare domanda nella prima dal prossimo 1° gennaio 2023 e fino al 31 marzo 2023. La seconda dal prossimo 1° aprile 2023 al 15 luglio 2023. Infine, la terza dal prossimo 16 luglio 2023 e fino al 30 novembre 2023. Le tempistiche relative all’invio sono importanti per la redazione della graduatoria, visto che l’accettazione delle pratiche è condizionata alla presenza dei fondi.
Limiti di reddito e importo netto mensile dell’Ape sociale Inps
L’Ape sociale garantisce un reddito ponte fino alla maturazione della pensione ordinaria (secondo i requisiti previsti dalla legge Fornero). Pertanto garantisce un’indennità mensile massima pari a 1500 euro lordi (1210 euro netti). È bene sapere che i percettori di Ape sociale non ricevono tredicesima mensilità, rivalutazione annuale o eventuale integrazione al trattamento minimo.
Inoltre, lo scivolo previdenziale non prevede l’assegnazione di contribuzione figurativa, assegni familiari o reversibilità. In questo ultimo caso, sarà possibile richiedere la pensione ai superstiti. Al momento della domanda sarà necessario aver cessato qualsiasi attività lavorativa.
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Successivamente, si potrà integrare il proprio reddito rispettando il limite massimo di 8mila euro annui lordi come lavoratore dipendente o di 4800 euro annui lordi come autonomo. In tal caso, sarà però indispensabile dichiarare annualmente all’Inps l’importo dei redditi tramite l’impiego dell’apposito modello RED.
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