Startup, conviene investire nel 2023? Quali sono i settori più promettenti e i vantaggi fiscali
Le startup rappresentano un’opzione interessante per gli investitori che cercano di diversificare il proprio portafoglio e cercano rendimenti elevati.
Si tratta infatti di imprese innovative che cercano di sviluppare prodotti o servizi innovativi per rispondere a bisogni emergenti di mercato. Le startup si distinguono dalle imprese tradizionali per la loro capacità di innovazione e di adattamento al cambiamento, oltre che per la loro forte propensione al rischio.
Tra l’altro, investire in un’azienda innovativa nel 2023 è ancor più conveniente, grazie al recente ampliamento della flat tax con redditi fino a 85.000 euro.
Ovviamente, nonostante i vantaggi fiscali e le prospettive promettenti, non si tratta di una tipologia di investimento priva di rischi.
Oggi ci occuperemo insieme di tutti questi aspetti: dai in cui conviene investire nel 2023 fino ai rischi da considerare, passando poi per i vantaggi fiscali concessi in Italia alle startup.
Cosa significa aprire una startup in Italia
Innanzitutto, è bene considerare cosa significa aprire una startup in Italia. Questo tipo di società, infatti, deve possedere tutta una serie di requisiti specifici.
In mancanza di questi requisiti, l’accesso ai vantaggi fiscali previsti dalla normativa italiana non sarà possibile.
Per essere considerata tale, una startup in Italia deve necessariamente essere nuova, ossia creata da non più di cinque anni.
Inoltre, deve rispettare dei limiti di fatturato, pari a 5 milioni di euro. Inoltre, non deve essere ancora quotata in borsa e deve investire almeno il 15% del proprio capitale in spese di sviluppo.
I settori più promettenti su cui conviene investire nel 2023
Ci sono diversi settori in cui le startup possono avere un alto potenziale di crescita e di rendimento per gli investitori. Tra i settori più interessanti del 2023 ci sono decisamente quello che riguarda la tecnologia e quello relativo all’energia, soprattutto se green.
Da non sottovalutare, poi la salute, la sicurezza informatica, l’agricoltura e il food-tech.
Valutare una startup è un’operazione complessa che richiede la considerazione di diversi fattori, tra cui il livello di innovazione del prodotto o servizio, il potenziale di mercato, la solidità del team imprenditoriale e la capacità di scalare il business.
Prima di investire nel 2023, dunque, è bene valutare tutti questi fattori.
Startup, i vantaggi fiscali concessi in Italia
In Italia, le startup possono beneficiare di diversi incentivi fiscali a sostegno della loro attività. È per questo motivo che in molti decidono di investire in startup nel 2023.
Tra i vantaggi fiscali più interessanti abbiamo innanzitutto la possibilità di evitare il pagamento della Camera di Commercio. È vero, l’IRES al 24% va comunque pagata, ma il vantaggio fiscale appena descritto è comunque molto interessante, soprattutto per aziende alle prime armi.
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Altro importantissimo vantaggio fiscale è quello che riguarda la tassazione al 5% per il regime forfettario. Ovviamente, nel rispetto di alcuni requisiti, quali quello che richiede che la startup sia di nuova costituzione, e non un proseguimento di altra attività.
Inoltre, vale il limite degli 85.000 euro di fatturato già analizzato in apertura e previsto dalla flat tax.
Per accedere agli sgravi fiscali per le startup, inoltre, è necessario rispettare tutti i requisiti analizzati ai paragrafi precedenti, poiché in mancanza di tali requisiti non è possibile identificare l’azienda in questione come una startup.
Startup e fattori di rischio da non sottovalutare
Nonostante gli incentivi fiscali e le opportunità offerte dal mercato, le startup in Italia devono affrontare diverse sfide, come la difficoltà di accedere ad eventuali investimenti e la complessità della burocrazia italiana.
Per superare le sfide delle startup in Italia, è importante avere un team imprenditoriale solido e competente, un business plan ben strutturato e una strategia di marketing efficace.
Inoltre, è importante cercare di accedere a programmi di accelerazione e incubazione e di creare reti di contatti e collaborazioni con altre startup e imprese del settore. Per fortuna, nel nostro Paese, non mancano né gli incubatori, né i cosiddetti acceleratori, cui rivolgersi per promuovere l’avvio delle imprese innovative.
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