Riforma IRPEF, le proposte sul tavolo: ipotesi scaglioni e no tax area
Prosegue la riforma del fisco, mentre si lavora sugli interventi da applicare all’imposta dei redditi. Depositati in Commissione Finanze alla Camera i documenti che dovrebbero portare a rivoluzionare l’IRPEF. Verso un maxi scaglione tra la seconda e terza aliquota.
La riforma fiscale si prepara a entrare nel vivo, mentre alla Camera dei Deputati vengono depositati i documenti riguardanti i possibili interventi da attuare sull’IRPEF. L’esecutivo arriverà a una quadra entro il termine del prossimo mese, quando presenterà ufficialmente il disegno di legge delega finalizzato a intervenire sulla questione. Si tratta di un progetto delicato e del quale si parla ormai da anni.
Sullo sfondo resta l’intenzione di arrivare a un profondo ripensamento degli scaglioni IRPEF. I maggiori beneficiari potrebbero essere coloro che possiedono redditi medi, ovvero tra le 28 e le 55 mila euro. D’altra parte, le prossime settimane saranno fondamentali per capire se si riuscirà a trovare la quadra tra le richieste presentate dai diversi partiti. Si va dalla flat tax richiesta con forza dalla Lega all’incremento delle imposte di successione suggerito dai Dem.
Trovare un equilibrio non sarà semplice, al di là delle prese di posizione ideologiche. La vera resa dei conti avviene infatti ancora una volta sulle coperture. Abbattere le imposte sui redditi senza misure di riequilibrio riguardanti i patrimoni appare fortemente improbabile. Tutto ciò, anche considerando la sfida dettata dalla pandemia e l’inevitabile crisi economica che si è prodotta nell’ultimo anno e mezzo.
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Riforma dell’IRPEF, verso ipotesi di rimodulazione degli scaglioni fiscali
Entrando nel merito delle proposte di riforma, è necessario innanzitutto chiarire che al momento i diversi partiti hanno avanzato soluzioni differenti. Il Partito Democratico preme per abbattere l’imposizione fino a 55mila euro. Di fatto, questo significa ridurre le prime tre aliquote. I 5 stelle chiedono invece di ridurre il numero di quest’ultime a tre. Si partirebbe dal 23% fino a 25mila euro, per passare al 33% fino a 55mila e al 43% oltre questa soglia.
Abbiamo poi la Lega, che chiede di confermare per tutti una tassa piatta caratterizzata da un’aliquota sola per tutti gli scaglioni. Per arrivare gradualmente a questo obiettivo, si suggerisce di avviare una flat tax del 15% sugli incrementi di reddito. Forza Italia chiede d’istituire delle aliquote fino al 33%, con un passaggio alla flat tax per redditi superiori. Infine, Fratelli d’Italia propone 3 aliquote con l’estensione di quella al 27% fino a 55mila euro.
La necessità di riordinare le aliquote IRPEF e i possibili interventi sulle detrazioni
Stante la situazione appena descritta, appare chiaro che una rimodulazione al ribasso delle aliquote dovrebbe passare anche per un intervento sulla no tax area e sulle tax expenditures. Le necessità di tenuta dei conti pubblici già evidenziate in precedenza portano infatti alla ridefinizione dell’applicazione di detrazioni e deduzioni. Con un vantaggio secondario: un simile intervento andrebbe anche incontro alla necessità di semplificare e riordinare il sistema fiscale.
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L’obiettivo di fondo resta quello di garantire maggiore potere di spesa ai redditi medio – bassi. In questo senso, la no tax area potrebbe salire fino a 10mila euro. Infine, una parte importante della riforma dovrebbe essere destinata anche alla lotta contro l’evasione fiscale. La semplificazione del fisco potrebbe infatti aiutare a velocizzare verifiche e controlli. Ai tratterebbe quindi di implementare ulteriormente la spinta al fisco digitale. Tutto ciò, in affiancamento alle politiche di contrasto all’uso del contante già avviate in precedenza.
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