Ricorso amministrativo INPS, istruzioni su termini e modalità: quali sono e come funziona
Ricorsi amministrativi INPS, con la circolare 48 del 14 Maggio 2023, l’istituto fornisce il nuovo regolamento con le informazioni su come procedere per fare ricorso di competenza delle Commissioni e Comitati sia a livello centrale che regionale e per le gestioni autonome. Vediamo in cosa consistono le nuove regole, cosa cambia, le nuove scadenze previste e come fare per presentare la domanda.
Cosa sono i ricorsi amministrativi
Il ricorso amministrativo è una procedura che il cittadino può utilizzare per far valere i propri diritti dei confronti di un ente della Pubblica Amministrazione. In tutti quei casi in cui ci siano errori tali da dover rivedere un procedimento. Quando viene accolto, il ricorso quindi può comportare l’annullamento, la revoca o la revisione di un atto amministrativo. il ricorrente infatti può fare istanza quando sussiste una mancata tutela o una lesione dei propri interessi.
Nella controversia, il cittadino deve rispettare alcuni termini, la scadenza per la presentazione, e soprattutto i documenti da allegare a prova della contestazione della vicenda amministrativa. Per quanto riguarda l’Istituto di previdenza, il ricorso amministrativo presuppone che ci siano gli elementi per una causa, prima della quale l’INPS potrà stabilire se rivedere la propria posizione. Comunque, è sempre obbligatorio fare questa istanza prima di rivolgersi al giudice in caso di rigetto.
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Come fare ricorso amministrativo INPS
In base all’ultima circolare le nuove regole per fare ricorso all’Inps intervengono in specifici ambiti quali, quello della cassa integrazione salariale per agricoli, e quelli previdenziali per lavoratori dello spettacolo e del settore sportivo. Tutti i tipi di rocrso, anche in altri ambiti vanno comunque presentati esclusivamente con istanza telematica. Si può procedere per tutti gli ambiti di competenza, ad esempio: pensioni, contributi, domande respinte, ed errori di calcolo nei pagamenti. Quindi le modalità sono:
- Direttamente dal titolare tramite servizio “Ricorsi amministrativi online“
- Da legale rappresentante di persona incapace
- Da un intermediario abilitato
- Tramite Caf o Patronato
Negli ultimi due casi è bene ricordare che occorre uno specifico mandato da firmare a cura dell’interessato che delega l’intermediario a procedere.
Le scadenze INPS per fare ricorso
Ogni procedura di ricorso ha un tempo massimo per poter presentare l’istanza. In linea di massima tutti i ricorsi amministrativi vanno presentati entro 90 giorni dall’atto o provvedimento. Cioè significa che il tempo, per quanto riguarda l’INPS decorre dal primo giorno di pagamento della prestazione. Soltanto per i ricorsi ai comitati di vigilanza, i tempi si riducono a 30 giorni. Mentre ci sono altre date specifiche per ulteriori casi particolari. Queste sono riassunte nella tabella semplificativa pubblicata dall’Istituto. Altri ricorsi da presentare entro i primi 30 giorni riguardano:
- Ricorsi per prestazioni previdenziali lavoratori dello sport e dello spettacolo
- Ricorsi al Comitato gestioni prestazioni temporanee di lavoratori dipendenti, quando è stata rigettata la domanda di integrazione salariale
- Ricorso per provvedimenti in materia di fondo di solidarietà e di integrazione salariale.
La decorrenza dei termini è dalla data di pagamento, delibera o ricezione del provvedimento. Ricordiamo però che vige sempre la regola di tenere in considerazione i giorni festivi per la scadenza. Pertanto se i 30 giorni dovessero scadere di sabato o domenica si potrà procedere fino al giorno lavorativo immediatamente successivo.
Quando il ricorso è inammissibile?
Ci sono alcuni casi in cui l’INPS risponde al cittadino dichiarando che il ricorso è “inammissibile” e pertanto non si può procedere con l’accoglimento della domanda. Il più classico degli esempi è quando non si rispettano i termini che abbiamo elencato precedentemente. Quindi per ogni singola istanza bisogna controllare sul sito ufficiale quanti giorni di tempo si hanno a disposizione per non rischiare. Inoltre l’inammissibilità si può anche verificare quando:
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- Mancano alcuni elementi fondamentali o documenti nella richiesta;
- Materia del ricorso non di competenza dell’Istituto;
- Presentazione da parte di persona non legittimata da regolare delega.
Per tutti gli altri motivi di inammissibilità o improcedibilità è opportuno consultare il documento ufficiale pubblicato sul portale INPS.
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