Per chi ha la PEC ci sono buone e brutte notizie: arriva la REM, il registro elettronico mail. Si tratta di una rivoluzione nel settore della posta elettronica, che potrebbe cambiare e migliorare alcune “pecche” della posta elettronica certificata. E anche per i possessori della PEC, per quanto possa sembrare l’ennesimo cambio di casacca, la REM può diventare uno strumento decisamente più funzionale per le attività quotidiane e lavorative. Ma vediamo meglio come funziona e quando arriverà.
REM, il futuro per tutti quelli che hanno la PEC
Ad oggi non sono tantissimi i detentori della PEC, anche se è diventata di uso comune per tutti coloro che devono inviare o ricevere comunicazioni istituzionali o da parte della Pubblica Amministrazione.
Si tratta di una speciale email che certifica la presa visione e la consegna di messaggi importanti (come quelli della PA), come se fosse una raccomandata con ricevuta di ritorno, solo che è elettronica.
Nel futuro però la posta elettronica certificata non avrà più la stessa importanza di prima e sarà sostituita dalla REM, un nuovo meccanismo di email che rispetta gli standard europei.
Di recente è stato fatto notare come questi servizi siano funzionali soltanto all’interno dei propri confini nazionali, ma meno per quelli transfrontalieri o proprio esteri. Tra paesi infatti possono cambiare protocolli, codici, e rendere comunicazioni istituzionali o importanti difficili da certificare.
Perciò, con la Rem, si supereranno alcuni limiti non di poco conto come il fatto che si potrà usare in tutta Europa.
REM, come funziona
Al pari della PEC, la REM funziona come una posta elettronica certificata non più nel solo territorio nazionale, ma anche entro i confini dell’Unione Europea.
Ad oggi la PEC non rispetta del tutto i requisiti del regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato a livello europeo. Così, con l’introduzione della REM come sostitutivo della PEC, si potrà avere la certezza dell’identità del destinatario, perché il sistema garantirà in primis l’identificazione (con la PEC invece deve esserci l’immissione dei dati identificativi in via manuale).
Per certi versi diventerà come lo SPID europeo, ovvero l’evoluzione dello SPID nazionale a strumento di identificazione digitale valido per tutto il territorio europeo.
REM, quando arriva
I tempi di fruizione della REM non saranno troppo lunghi, perché l’Unione Europea vuole procedere alla transizione dalla PEC alla REM entro fine dicembre 2023.
La transizione andrà in due modalità:
trasformazione della PEC in REM per gli attuali detentori;
accesso diretto alla REM per i non detentori.
Non è ancora chiaro se questa transizione sarà “dolce”, ovvero senza oneri a carico del richiedente. Probabilmente il servizio rimarrà comunque a pagamento, non si sa se con gli attuali prezzi (poche euro all’anno) o se ci sarà un aumento dei costi.
REM, pro e contro rispetto alla PEC
La REM al momento non presenza grossi contro, se non l’obbligatorietà per chi ha la PEC oggi di dover trasformare la propria posta elettronica nel nuovo servizio entro fine 2023.
I vantaggi rispetto alla PEC sono comunque indubbi. Con la REM un professionista che invia un documento importante a un cliente, in possesso di REM, avrà la garanzia che il documento arrivi senza il rischio di intrusioni.
Benché la PEC garantisca sia la ricezione che l’invio, essa non verifica però l’identità del destinatario e del mittente in quanto il servizio non obbliga a confermare l’identità. Con la Rem invece è possibile non solo l’identificazione, ma anche la garanzia per quanto riguarda possibili attacchi informatici.
Inoltre, in caso di ricezione di multe, notifiche di atti giudiziari, o comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, essendo agganciata allo SPID (così come alla CNS o alla CIE), l’identità del titolare della casella postale sarà già verificata.