Lavoro, come dare le dimissioni in modo corretto? Procedura online, preavviso e revoca
Boom di dimissioni, nell’ultimo anno più di 2,2 milioni di dipendenti hanno lasciato il proprio posto di lavoro. Colpa della precarietà, troppe pretese dell’azienda, poco tempo per la famiglia o migliori occasioni in vista? Qualsiasi sia la motivazione, in questo articolo vedremo qual è la procedura corretta per licenziarsi volontariamente e come fare per non rischiare sanzioni dall’ex datore di lavoro.
Lavoro, aumentano le dimissioni volontarie
Da qualche tempo è iniziata una nuova tendenza tra i giovani lavoratori, quella di lasciare il proprio impiego, anche improvvisamente, quando questo non soddisfa più le aspettative. Un fenomeno che è esploso anche sui social, dove si sono moltiplicati i video in diretta di persone che si licenziano, con milioni di visualizzazioni.
Anche in Italia sembra aver preso piede questa ideologia, che segna la fine del sogno del “posto fisso” e della carriera a tutti i costi. Mettendo invece in primo piano la vita personale, la famiglia, le passioni e gli affetti rispetto al posto di lavoro. Ma come funziona la procedura corretta per rassegnare le proprie dimissioni volontarie?
Purtroppo non basta una telefonata, bisogna rispettare alcuni passaggi perchè altrimenti si può andare incontro a sanzioni imposte dal datore di lavoro, che improvvisamente si ritrova senza personale. Vediamo cosa bisogna fare per completare la procedura telematica, cosa sono i giorni di preavviso e in caso di errori, anche come revocare la lettera di dimissioni.
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Lettera di dimissioni, la procedura online
Il decreto detto “Jobs Act” ha imposto, dal 2016, a tutti i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato, di dover seguire alcune regole unificate per poter dare le dimissioni. Si tratta di una procedura che deve essere svolta unicamente online sul sito del Ministero del Lavoro.
Bisogna collegarsi entrando con SPID sul portale www.cliclavoro.gov.it, o su INPS, e successivamente compilare alcuni moduli con i propri dati. Questo può essere fatto direttamente dal lavoratore, ma anche tramite intermediari abilitati come i Sindacati, Caf e Patronati. Restano alcune categorie esentate da questo procedimento, che potranno licenziarsi anche tramite la classica lettera cartacea o Pec all’azienda. Queste sono:
- Dipendenti pubblici
- Lavoratori in stage e tirocinio
- Collaboratori autonomi
- Lavoratori marittimi
L’esenzione dal modulo online inoltre è prevista anche se le dimissioni sono per giusta causa, in caso di inadempienze del datore di lavoro, o per maternità. Il licenziamento volontario può avvenire in qualsiasi momento, l’importante è che vengano rispettati i giorni di preavviso.
Dimissioni: quanti giorni di preavviso?
I giorni di preavviso sono generalmente indicati nel tipo di contratto lavorativo che si firma all’assunzione. Vengono regolati dai CCNL e sono divisi in base all’anzianità del dipendente. Per chi lavora a tempo indeterminato, a tempo pieno, ed ha più di 5 anni di servizio, sono previsti almeno 15 giorni di preavviso. Mentre fino a 5 anni di anzianità, sempre a tempo indeterminato, bastano 8 giorni di preavviso.
A tutela di entrambe le parti viene imposto il rispetto di un periodo minimo che va dalla comunicazione di lasciare il lavoro all’effettiva cessazione del rapporto. Se non si rispetta il preavviso, si va incontro ad una sanzione. Che prevede la decurtazione dall’ultima busta paga dei giorni che non sono stati rispettati. Quindi, anche in caso di decisioni immediate, è bene sempre trovare un accordo preventivo con l’azienda al fine di evitare contestazioni.
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Come revocare le dimissioni
La legge prevede che la lettera di dimissioni, anche senza preavviso, possa essere revocata. Per farlo occorre rientrare entro 7 giorni dall’invio, sul sito nel quale si è compilato il modulo online. Basta trovare la comunicazione già inviata e cliccare su “revoca“. Trascorso tale periodo non sarà più possibile procedere all’annullamento.
Salvo solo in caso di gravità particolare. Ad esempio: dimissioni date sotto minaccia del datore di lavoro, o da soggetto che è ritenuto incapace di intendere. Anche per alcuni errori può essere possibile revocare dopo 7 giorni, ma l’annullamento va concordato con l’azienda, che a partire dalla data di revoca dovrà reintegrare il dipendente, alle stesse condizioni contrattuali che aveva in precedenza.
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