10 modi per clonare la carta di credito, ecco quando è reato
Quali sono i casi in cui usare o semplicemente avere una carta di credito clonata può significare reato? Se esistono, ci sono anche delle pene al riguardo?
Ecco alcuni casi veri in cui è stata utilizzata una carta di credito clonata, e le rispettive sentenze. Caso numero 1: truffa online per affitto di casa vacanza non disponibile quanto detto. A detta del Tribunale Napoli sez. I, 02/11/2018, n.10338 non può essere accusato di truffa colui che è proprietario di una casa vacanza, in realtà non disponibile, e che si ritrova una carica sulla sua carta post pay dato che, in seguito, telefonicamente, si è presentata una donna con tanto della stessa carta. In questo caso, siamo in presenza di una carta di credito clonata. Pertanto, non siamo certi di essere in una zona di frode.
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Caso numero 2: prelievo con tessera clonata
La sentenza della Cassazione penale sez. II, 05/07/2018, n.213, recita che viene definito reato di indebita utilizzazione di carte di credito, ma non di frode informatica, il reiterato prelievo di denaro presso lo sportello bancomat di un istituto bancario utilizzando una carta clonata.
Caso numero 3: reato di indebita utilizzazione di carte di credito
Tribunale Torino, 22/02/2018, n.260 dichiara che è definibile reato di indebita utilizzazione di carte di credito il caso in cui un soggetto A ricarichi la sua carta di credito con la carta bancomat clonata di un soggetto B. Questo perché è definibile illecito l’utilizzo di una carta bancomat altrui, seppur in versione clonata, al fine di conseguire un indebito profitto.
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Questo caso non può essere condannato in caso di un’alterazione di sistema informatico o telematico, né all’abusivo intervento sui dati dello stesso, condotte incriminate dall’articolo 640-ter del Cp.
Caso numero 4: acquistare un biglietto per il treno con carta clonata
Secondo quanto viene detto dal Tribunale Napoli sez. I, 04/01/2018, n.11247, si ritiene che ci si trova in reato di ricettazione se si acquista un biglietto ferroviario con carta clonata.
Caso numero 5: l’attendibilità delle prove acquisite dal pm
Dall’Ufficio Indagini preliminari Napoli, 28/12/2017, n.2426 si dichiara che il giudice dell’udienza preliminare ha l’obbligo di valutare nel giusto modo gli elementi di prova acquisiti dal pubblico ministero, affinché questi siano idonei a sostenere l’accusa in dibattimento, ma in tutto ciò viene escluso il compito di valutare la responsabilità dell’imputato.
Caso numero 6: quando avviene il reato di riciclaggio?
Secondo la Cassazione penale sez. II, 21/04/2016, n.18965 siamo in presenza di reato di riciclaggio quando un soggetto A metta a disposizione la propria carta prepagata al solo scopo di ostacolare la provenienza delittuosa delle somme da altri soggetti ricavate dall’illecito utilizzo di una carta clonata, consentendo il versamento del denaro in precedenza prelevato al bancomat dal possessore di quest’ultima. In tal caso è stato infatti consentito il diretto trasferimento, su tale carta prepagata, delle somme ottenute dal possessore della carta clonata attraverso la “ricarica” presso lo sportello automatico.
Caso numero 7: la ricettazione della carta di credito
Il Tribunale La Spezia, 10/04/2014, n.353 dice che tra il reato di ricettazione di carta di credito e il reato previsto dalla legge speciale per il possesso di quest’ultima, è previsto il concorso di reati e non è possibile intravedere un assorbimento o un concorso apparente di norme.
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Caso numero 8: quando la carta di credito clonata viene bloccata dal titolare
Secondo la Cassazione penale sez. II, 05/10/2011, n.37016 non siamo in presenza di alcun reato specifico quando la carta di credito clonata venga “bloccata” dal titolare. Questo perché basta ad accusarlo il semplice fatto di possedere la carta clonata, senza tener conto di come è stata utilizzata.
Caso numero 9: se posseggo una carta di credito clonata è reato?
La sentenza emanata dalla Cassazione penale sez. II, 06/10/2010, n.37903 possedere una carta di credito clonata è reato, dato che vi è alla base uno scopo di lucro da parte dell’imputato.
Caso numero 10: la clonazione della carta di credito elettronica
Infine, come ci dice il Tribunale Campobasso, 23/10/2013, n.479, nel caso in cui fossimo in presenza di contestazione da parte di un cliente sulle scritture contabili bancarie relative ad un determinato rapporto di conto corrente, la Banca di regola deve dimostrare l’insussistenza dei seguenti criteri:
a) errori nel calcolo relativo alle annotazioni;
b) errori riguardanti l’annotazione di una o più specifiche operazioni, in quanto relative ad addebiti inesistenti o solo parzialmente esistenti;
c) dolose falsità di una o più annotazioni realizzate materialmente o tramite forzatura del terminale;
d) derivazione di una o più annotazioni da parte di operazioni anomale non riconducibili all’interessato.
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