Tassa sulle Mance 2023, obbligo imposta sostitutiva? Cos’è, chi deve pagarla e quando
Qualora un lavoratore del settore della ristorazione riceva un extra da parte degli avventori e dei clienti del luogo presso cui lavora, anche questi ricavi in più vengono tassati. E, in questi giorni, si sente sempre più spesso parlare della tassa sulle mance, ovvero l’imposta che i lavoratori devono pagare sugli extra.
Sappiamo infatti che spesso le mance possono raggiungere delle cifre considerevoli, non solo per il personale di sala, ma anche per altri collaboratori e personale di cucina.
La tassa sulle mance è stata prevista poiché ci si è resi conto che i ricavi extra del personale della ristorazione, soprattutto in luoghi dove il turismo va davvero forte, possono essere molto elevati.
In questa guida scopriremo dunque come si paga l’imposta sostitutiva sulle mance, quali sono i codici tributo e chi deve pagarla.
Cos’è la tassa sulle mance 2023?
Comunemente chiamata anche tassa sulle mance, il nome di questa specifica tassa è imposta sostitutiva sulle mance.
Si tratta, come abbiamo anticipato in apertura, di una imposta obbligatoria che coloro che lavorano nella ristorazione sono tenuti a pagare sulle mance ricevute.
La tassa sulle mance è stata modificata in tempi recenti, con la Legge n.197/2022, ossia la Legge di Bilancio per l’anno 2023.
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Si è reso necessario prevedere un’imposta del genere poiché ci si è resi conto che, ogni anno, le mance permettono ai lavoratori della ristorazione di ottenere dei ricavi extra, talvolta molto sostanziosi.
Cosa prevede la normativa relativa alla tassa sulle mance
In realtà, la Legge di Bilancio 2023 ha introdotto delle novità che mirano a salvare i proventi relativi alle cosiddette liberalità.
Una imposta sulle mance era già prevista, con tassazione che prevedeva l’aliquota ordinaria. Ma da quest’anno l’aliquota verrà ridotta al 5% in alcuni specifici casi.
Questa riduzione prevista dalla Legge di Bilancio per l’anno corrente verrà applicata alle mance libere cedute dagli avventori e dai clienti di alberghi, strutture extralberghiere ricettive, oltre che di tutte le altre strutture previste dal Codice del Turismo all’articolo 8.
Tassa sulle mance 2023, chi deve pagarla?
Secondo quanto disposto dalla Manovra 2023, la tassa sulle mance e la relativa aliquota agevolata riguarderà il personale dipendente che opera nei settori della ristorazione e della ricezione alberghiera.
Non solo personale di sala, dunque, ma anche autisti, facchini e concierge.
Tutte queste figure saranno obbligati a pagare l’imposta sostitutiva sulle mance, con aliquota agevolata del 5%. E non dovranno, dunque, sottoporre i ricavi delle liberalità alla tassazione ordinaria.
Ecco gli obblighi previsti dalla tassa sulle mance e quali sono i codici tributo
L’aliquota del 5% ridotta prevista dalla tassa sulle mance 2023 può essere applicata entro il limite del 25% rispetto al reddito di lavoro relativo all’anno precedente. Viene inoltre prevista nel caso in cui i lavoratori dipendenti di strutture private non abbiano percepito più di 50.000 euro l’anno scorso.
Ovviamente, tutte le somme derivanti dalle mance e quindi oggetto di questa specifica imposta non fanno parte della retribuzione imponibile. Non verranno calcolate ai fini previdenziali o ai fini TFR.
Per quanto riguarda i codici tributo dell’imposta sulle mance, ne abbiamo diversi:
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- 1607 è il codice tributo generale;
- 1605 da utilizzare per mance ottenute in Sicilia ma versate fuori Regione;
- 1917 per mance ottenute in Sardegna ma versate fuori Regione;
- 1918 per mance ottenute in Valle d’Aosta ma versate fuori Regione;
- 1306 per mance versate in Valle d’Aosta, Sardegna e Sicilia ma ottenute fuori Regione.
Come saldare la tassa sulle mance?
Dato che sono previsti degli specifici codici tributo per il saldo della tassa sulle mance 2023, è ovvio che l’imposta dovrà essere saldata mediante Modello F24, come accade per l’attuale saldo IVA.
La sezione da compilare è quella denominata Erario, che si trova sotto Importi debito versati. Ovviamente, nel relativo Modello F24 andranno indicati sia l’anno che i mesi di riferimento.
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