TARI 2023, cos’è la tassa sui rifiuti? Chi non deve pagarla, quando e come funziona
Ogni anno i contribuenti con specifiche responsabilità fiscali sono tenuti a pagare, oltre a tante altre imposte, anche la TARI. Si tratta di una tassa molto odiata dagli italiani, soprattutto per il motivo per cui tocca pagarla.
Però ci sono casi in cui si è totalmente esentati dal pagamento, e questo permette di poter evitare di pagare la TARI senza incombere in alcuna sanzione amministrativa. Vediamo però come funziona, e cosa fare per non pagare nulla senza rischiare sanzioni di alcun genere.
TARI 2023, chi non deve pagare niente quest’anno
Intanto precisiamo cosa sia la TARI. La Tassa sui Rifiuti è un’imposta entrata in vigore nel 2013, che obbliga tutti i contribuenti proprietari di immobili a pagare una tassa annuale al Comune ove si trovano tali immobili.
In alcuni ristretti casi, però, i contribuenti hanno la possibilità di chiedere l’esonero dal pagamento. È il caso di tutti coloro che sono titolari di aree inutilizzabili come le aree scoperte pertinenziali o accessorie alle abitazioni civili (es. cantine, terrazze scoperte, giardini, posti auto…).
Anche nel caso di aree condominiali comuni non è previsto il pagamento della TARI, come androni e ascensori. In pratica tutte le zone di transito sono esonerate, basti che non siano sede di produzione di rifiuti.
Se ci si trova davanti un caso di detenzione temporanea dell’immobile, non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, la tassa dovrà essere pagata solo e soltanto dal proprietario dei locali e delle aree. Lo stesso vale anche nel caso dei proprietari di immobili adibiti a locazioni turistiche: se la durata di queste locazioni è inferiore a 30 giorni, il proprietario dovrà pagarci la TARI.
Sono disponibili anche per la TARI 2023 una serie di agevolazioni per persone diversamente abili.
TARI 2023, come non rischiare sanzioni
Fatti salvi tutti i soggetti e i casi da esonero, gli altri titolari di immobili sono tenuti al pagamento della TARI 2023. Parliamo dei semplici proprietari di case, villette, appartamenti, così come tutti coloro che hanno contratti di locazione, salvo che si tratti di locazione transitoria, oppure di comodato d’uso e usufrutto.
Sono obbligati anche i proprietari di aziende, ma solo se la loro attività porta alla produzione di rifiuti urbani.
In genere la sanzione è pari al 30% della tassa. La sanzione, in genere, viene ridotta della metà se il versamento avviene entro 10 giorni, purché il pagamento complessivo non abbia superato i 90 giorni successivi alla scadenza. A questo viene aggiunta una riduzione di 1/15 nel caso in cui il pagamento venga effettuato entro 15 giorni.
TARI 2023, come calcolare la tassa
Il calcolo della TARI 2023 prevede come base la superficie calpestabile dell’immobile. Tali dati sono facilmente individuabili con una semplice visura al catasto dei fabbricati.
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Pertanto dal calcolo della TARI viene esclusa quella parte che non può produrre dei rifiuti, perché risulta non essere utilizzabile. Proprio per questo, su ogni immobile a destinazione abitativa, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad inserire l’indicazione della superficie catastale.
Oltre alla superficie, la TARI 2023 verrà calcolata con due quote: quella fissa e quella variabile. La prima viene calcolata in base alle corrispondenti essenziali del costo del servizio, mentre quella variabile serve a coprire i costi che sono variabili (trasporto dei rifiuti, raccolta…).
Riassumendo, gli elementi utili per il calcolo della TARI sono:
- superficie in metri quadri e dati catastali,
- periodo di imposta di riferimento,
- composizione nucleo familiare,
- quota fissa / variabile / provinciale.
TARI 2023, quando scade
Una volta concluso il calcolo, bisognerà fare affidamento alle delibere approvate da ogni Comune, che devono essere approvate entro il 31 luglio di ogni anno. È proprio in queste delibere che vengono indicate le tariffe previste per ogni tipo di utenza, gli esoneri e le eventuali agevolazioni.
In genere, la scadenza della TARI è prevista:
- se si paga in rata unica entro il 23 dicembre 2023.
- se si paga in due rate, la prima entro il 09 dicembre 2023, mentre la seconda entro il 31 gennaio 2024.
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