Limite contanti 2023: ecco cos’è e come cambia a 5000 €

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16/11/2022

Limite contanti 2023: ecco cos’è e come cambia a 5000 €

Limite contanti 2023, il governo Meloni prepara un cambio di passo a partire dal prossimo 1° gennaio. La misura punta a innalzare il tetto massimo a 5000 euro, garantendo al contempo un incentivo all’utilizzo del POS in favore dei commercianti. Il provvedimento è stato pensato all’interno del quadro normativo del decreto Aiuti quater.

Si tratta di misure volte a rilanciare l’economia e a snellire la burocrazia. Attraverso questo passaggio, l’esecutivo punta inoltre a evitare la stretta sulla liquidità prevista per il prossimo anno. La soglia dei pagamenti in contanti sarebbe infatti dovuta scendere a 1000 euro, dalle attuali 2000 euro. Con il nuovo decreto, il tetto si alzerà invece a 5000 euro.

Limite contanti 2023 e bonus POS da 50 euro: le novità in arrivo

Dal punto di vista legislativo, tramite il decreto Aiuti quater il governo punta a innalzare il limite ai contanti, intervenendo sulle soglie modificate dal precedente decreto legge numero 124, risalente al 2019. Il quale ha previsto l’abbassamento della soglia fino a 1000 euro nel 2023. Il nuovo decreto andrà quindi a modificare l’articolo 49 del DL numero 231 del 2007. Con l’obiettivo di cancellare la stretta sulla soglia massima per i pagamenti in contanti.

Contestualmente, il governo incentiverà i pagamenti elettronici avviando un nuovo bonus POS per i commercianti e gli esercenti. Potrebbero beneficiarne tutti i soggetti passivi di IVA obbligati alla memorizzazione e trasmissione elettronica dei dati giornalieri, in relazione alle spese sostenute nel 2023. Di fatto, si tratterebbe di un una tantum riconosciuta per l’adeguamento dei registratori telematici di cassa.


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Bonus POS 50 euro: come funzionerà a livello pratico

Il nuovo bonus garantirà il 100% del rimborso della spesa sostenuta per l’adeguamento dei registratori di cassa, fino a un tetto massimo di 50 euro. Il nuovo credito d’imposta dovrebbe quindi essere fruibile a partire dalla prima liquidazione periodica dell’Iva successiva al mese nel quale la fattura viene registrata.

Limite contanti 2023: come funziona in Europa

Senza un nuovo intervento correttivo, in Italia il limite contanti 2023 sarebbe sceso a 1000 euro a partire dal prossimo gennaio. Ma come funziona lo stesso limite di pagamento nel resto dell’Europa. In base ai dati forniti dall’European Consumer Centres Network i limiti sono molto diversi tra i principali 12 Paesi dell’UE.

Il tetto più basso è presente in Grecia, dove è fissato ad appena 500 euro. In Francia la soglia è di 1000 euro per i residenti e 15mila euro per i non residenti. Anche in Portogallo il limite è fissato a 1000 euro, mentre in Spagna si sale a 2500 euro per i residenti e a 15mila euro per i non residenti. In Belgio il tetto è invece di 3000 euro per le transazioni commerciali. Malta ha fissato il tetto a 10000 euro.

Nei Paesi dell’Est troviamo la Romania con un limite a 2100 euro, la Slovacchia con 5000 euro, la Bulgaria con 5100 euro e la Repubblica Ceca con 14000 euro. Polonia e Croazia sono ferme rispettivamente a 15000 euro. Lituania, Slovenia e Lettonia sono rispettivamente a 3000, 5000 e 7200 euro.

Gli Stati europei dove non esiste il limite ai contanti

In realtà, vi sono Paesi europei dove non esiste un vero e proprio limite ai contanti. Ad esempio, in Germania chi paga in contanti una somma superiore a 10mila euro è tenuto solamente a esibire un documento di identità.

Nei Paesi Bassi non esiste un limite, ma le transazioni sospette devono essere segnalate dai commercianti per importi maggiori di 2000 euro. Non sono previsti limiti ai pagamenti in contanti in Austria, Finlandia, Estonia, Ungheria, Cipro, Irlanda e Lussemburgo.

Il contrasto all’evasione e il no dei sindacati sull’innalzamento del tetto ai contanti

Tra coloro che si dicono contrari all’innalzamento del tetto ai contanti vi sono anche i sindacati. La Cgil ha commentato la vicenda tramite il Dipartimento Nazionale Legalità, spiegando che “l’utilizzo del denaro contante, se non regolamentato con soglie di utilizzo basse, rappresenta uno strumento di evasione fiscale, riciclaggio di denaro sporco, pagamento del lavoro in nero e usura”.


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Per questi motivi, “l’ipotesi d’innalzare il tetto massimo per i pagamenti in contante va evidentemente dalla parte opposta a un vero contrasto di questi fenomeni. Occorrono, di conseguenza, tutta una serie d’iniziative volte a […] proseguire verso una piena e totale affermazione della Legalità”.

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