Fondo perduto perequativo, ultime notizie: domanda entro il 28/12

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01/12/2021

Fondo perduto perequativo, ultime notizie: domanda entro il 28/12

Fondo perduto perequativo, si apre la finestra per l’invio delle domande da parte di imprese e liberi professionisti. Chi ha verificato il possesso dei requisiti richiesti dalla legge avrà tempo fino al prossimo 28 dicembre 2021 per poter inoltrare la propria domanda. Lo conferma l’Agenzia delle Entrate tramite la pubblicazione e diffusione del provvedimento numero 336.196. L’ente ha anche predisposto il modello da utilizzare per inoltrare la pratica.

In allegato alla documentazione diffusa ci sono inoltre le nuove istruzioni da seguire per la corretta compilazione e per procedere con l’invio, in modo da ottemperare ai requisiti e alle modalità di applicazione previste dalla legge. Così facendo, si prepara contestualmente anche il via libera ai pagamenti. Questi prevedono l’accredito dei ristori collegati alla pandemia e destinati alle partite Iva e ai professionisti. È chiaro che l’obiettivo è di completare le procedure formali entro il termine del 2021.


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Fondo perduto perequativo: il calcolo degli importi in relazione alla nuova domanda di ristoro

Dal punto di vista formale, il contributo a fondo perduto perequativo è destinato a partite Iva, liberi professionisti e imprese. Il limite dei ricavi per poter partecipare all’operazione di sostegno è fissata a 10 milioni di euro. Si tratta di operatori economici che hanno subito fortemente gli effetti dei provvedimenti presi a seguito della diffusione del coronavirus.

L’attivazione del fondo perduto perequativo è previsto nelle proprie modalità di attuazione entro la fine dell’anno corrente. La scadenza prevista dalla finestra temporale di invio delle domande giunge tempestivamente, cioè entro il periodo di attuazione del meccanismo di sostegno. I tempi sono stati influenzati anche dagli obblighi di presentazione dei redditi, oltre che dall’attesa per l’approvazione del provvedimento da parte della Commissione Europea.

A chi spetta il contributo: serve dimostrare un peggioramento del risultato economico

In merito ai potenziali beneficiari del fondo perduto perequativo, l’Agenzia delle Entrate sottolinea che quest’ultimo spetta a condizione che si possa dimostrare un “peggioramento del risultato economico d’esercizio” relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020 (rispetto all’anno precedente). Il peggioramento deve risultare uguale o superiore al 30%.

In particolare, per calcolare la somma che si potrà ottenere da parte del fondo perequativo è necessario stimare la differenza tra il risultato economico dell’esercizio relativo al periodo di imposta appena indicato e sottrarre i contributi a fondo perduto ricevuto dall’inizio della pandemia, in base ai diversi decreti e provvedimenti di emergenza decisi dal governo. Infine, occorre applicare al risultato finale dell’operazione la percentuale relativa al valore di ricavi e compensi conseguiti nel 2019.


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Quest’ultima corrisponde al 30% fino a 100mila euro, al 20% da 100mila a 400mila, al 15% da 400mila a un milione di euro, al 10% da un milione fino a 5 milioni di euro e al 5% da 5 a 10 milioni di euro. In qualsiasi caso, la legge ha previsto un tetto massimo al contributo erogabile corrispondente a 150mila euro.

Quali sono i requisiti per poter presentare domanda del fondo perduto perequativo

Tenendo presente lo schema informativo appena riportato, possiamo riassumere evidenziando che il fondo perduto perequativo è accessibile con un calo di almeno il 30% tra il risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta definito dalla legge. Il fatturato non è un parametro preso come riferimento per l’individuazione dei soggetti che possono beneficiare dell’agevolazione.

È inoltre indispensabile aver trasmesso la dichiarazione dei redditi 2021 entro la scadenza anticipata del 30 settembre. Il contributo può essere richiesto anche agli enti non commerciali. Spetta inoltre a coloro che operano nel terzo settore, così come agli enti religiosi riconosciuti a livello civile e per quanto concerne lo svolgimento delle attività commerciali.

L’elenco degli esclusi dal fondo perduto perequativo

Per quanto riguarda invece coloro che risultano esclusi dal fondo perduto perequativo, la legge individua innanzitutto i soggetti la cui partita IVA non risulti attività alla data di entrata in vigore del decreto Sostegni bis (risalente allo scorso 26 maggio 2021). Sono esclusi anche gli enti pubblici indicati all’articolo 74 del TUIR, gli intermediari finanziari e le società di partecipazione indicate all’articolo 162 bis dello stesso testo unico e i soggetti che risultavano già in difficoltà al 31 dicembre 2019 (con deroga per le piccole imprese e micro imprese).

Come inviare la domanda del fondo perduto: il modello e le istruzioni da seguire

L’Agenzia delle Entrate ha fornito apposita documentazione rispetto all’invio della domanda di accesso al fondo perduto perequativo. Il riferimento va al “modello d’istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto perequativo”, disponibile sul sito dell’Ade. In base a quanto indicato, per poter beneficiare del meccanismo di sostegno occorre riportare i dati richiesti all’interno del modello d’istanza approvato.

Sarà necessario inserire il codice fiscale, il settore di attività, l’indicazione dei ricavi o compensi e del risultato economico di esercizio per i periodi d’imposta indicati dalla legge. Ma anche l’ammontare dei contributi già percepiti e la scelta (irrevocabile) di utilizzo del contributo come credito d’imposta o tramite versamento diretto della somma. Infine, occorrerà indicare l’IBAN di un conto corrente intestato al soggetto richiedente il contributo.

Le dichiarazioni sul fondo perduto in arrivo dalla politica

Nella giornata di ieri si sono moltiplicate le dichiarazioni in arrivo dalla politica in merito alla partenza del fondo perduto perequativo. Il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso tramite Twitter “grande soddisfazione per i contributi a fondo perduto. Oltre 4,5 miliardi di euro che vanno a favore delle partite Iva e delle attività danneggiate dalla crisi Covid, a partire da palestre e piscine”.

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