Cashback: si va verso il rimborso immediato delle spese mediche
Cashback fiscale, diventa sempre più concreto il progetto di rimborso immediato delle spese mediche. Dopo l’accordo avvenuto nella maggioranza di governo, il testo definitiva della delega fiscale è in attesa del voto parlamentare. Se il provvedimento otterrà il via libera, i cittadini potranno ricevere immediatamente sul proprio conto corrente la detrazione del 19% che in precedenza richiedeva l’inserimento all’interno della dichiarazione dei redditi.
Si tratta di un importante passo in avanti verso la semplificazione fiscale. Oltre che di una boccata di ossigeno per le famiglie, che potranno evitare di attendere l’anno successivo per ottenere il dovuto dal fisco. La misura fa parte dell’iniziativa di riordino delle cosiddette tax expenditures, ovvero dell’insieme di detrazioni e deduzioni che caratterizzano il sistema fiscale italiano.
Il provvedimento rappresenta inoltre un importante passo in avanti dell’esecutivo per quanto concerne la lotta al nero e all’economia sommersa. Al fine di beneficiare del meccanismo di rimborso, sarà infatti indispensabile utilizzare un metodo di pagamento tracciabile.
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Cashback fiscale: verso il rimborso immediato delle spese mediche
Dal punto di vista pratico, il cashback fiscale permetterà di evitare l’inserimento delle spese mediche all’interno della dichiarazione dei redditi. Attualmente, per ottenere il beneficio di legge occorre attendere l’accredito del rimborso tramite sostituto d’imposta, oppure direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Un procedimento che prevede l’inserimento delle fatture all’interno delle dichiarazioni dei redditi. Il quale può avvenire solo nell’anno successivo a quello della spesa effettiva. Il nuovo cashback prevede invece l’invio contestuale della spesa da parte del farmacista o del medico agli archivi dell’Ade.
L’anagrafe tributaria registrerà la fattura o lo scontrino e quindi provvederà a inserire l’importo del rimborso nel sistema di cashback. Sarà quindi lo stesso cittadino a decidere se aderire al nuovo metodo per ottenere subito il rimborso. Oppure se procedere tramite il sistema tradizionale con la presentazione della dichiarazione.
Per il nuovo cashback il voto in Parlamento è fissato al prossimo 20 giugno
Se lo schema di riferimento per l’avvio del nuovo cashback è chiaro, non è detto però che tutto proceda secondo quanto definito. Il testo di legge dovrà infatti essere discusso presso la commissione Finanze della Camera il prossimo 14 giugno 2022. Mentre il voto per l’approvazione nell’Aula è fissato al 20 giugno.
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Gli ostacoli al via libera sono comunque presenti, se si considera che l’accredito diretto sul conto corrente richiederà di evitare eventuali scostamenti di cassa. Il meccanismo dovrebbe quindi avvenire a parità di spesa. Soldi che potrebbero arrivare dal riordino degli sconti fiscali e da possibili ottimizzazioni degli attuali meccanismi d’imposta applicati ai contribuenti.
Le differenze con il precedente cashback del governo Conte
Il cashback non sarà comunque una novità vera e propria per i contribuenti. Un sistema di rimborso delle spese è stato infatti già avviato dal governo Conte negli scorsi anni. In quel caso, era possibile ottenere il 10% di restituzione sull’importo degli acquisti effettuati con le carte elettroniche. Per i primi 100.000 mila utilizzatori, era inoltre possibile raggiungere un super premio di 1500 euro.
Il programma anti evasione aveva però incontrato il parere sfavorevole del Premier Mario Draghi, che ne aveva decretato prima la sospensione e poi lo stop vero e proprio. Tutto ciò, reindirizzando le risorse verso gli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori. Sul primo cashback aveva pesato anche la presenza dei cosiddetti furbetti, ovvero di persone che eseguivano micro transazioni al fine di scalare la classifica.
Con il nuovo cashback si va verso un fisco più agile
Il problema principale del precedente cashback evidenziato dai tecnici del governo Draghi riguardava il carattere regressivo della misura. Il sistema portava infatti ad accentuare le sperequazioni economiche e a creare ingiuste differenze tra i cittadini. Con l’avvio del nuovo meccanismo di rimborso la questione non dovrebbe porsi, visto che il fisco dovrà comunque provvedere al rimborso delle spese sanitarie.
Il primo via libera del progetto potrebbe inoltre dare il là per l’estensione del cashback anche ad altre tipologie di spese. Con un’evidente semplificazione per il contribuente e una maggiore efficacia del cashback a livello di contrasto all’evasione fiscale. Anche perché, a differenza del precedente sistema di rimborso, nel medio e lungo termine non emergono nuovi incrementi di spesa pubblica.
Se il riscontro sarà effettivamente positivo, appare quindi chiaro che il meccanismo potrebbe essere esteso ulteriormente. Ora bisognerà verificare cosa accadrà nelle prossime settimane in Parlamento. Con la consapevolezza che il governo spinge comunque per approvare il meccanismo entro l’estate.
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