Cartelle Esattoriali, rateizzazione anziché rottamazione? Come funziona e quando arriva la novità
Per la questione Fisco il Governo Meloni si sta concentrando su due fronti: la riscossione delle cartelle esattoriali, e l’imminente riforma fiscale.
Da una parte si cerca di provvedere alla sanatoria delle cartelle esattoriali, e dall’altra di adeguare le entrate tributarie con le nuove aliquote e i nuovi scaglioni IRPEF. Di grande interesse è anche la possibilità di godere di rateizzazioni più lunghe sulle cartelle esattoriali.
Cartelle esattoriali e riforma fiscale, tutte le novità in arrivo
Il Governo ha in cantiere diverse riforme strutturali, necessari non solo per il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione, ma anche per rientrare nei requisiti previsti per il finanziamento del PNRR da parte dell’Unione Europea.
E se la riforma delle pensioni è un cantiere che ancora deve partire, sulla riforma fiscale il Governo è molto più avanti, dato che è già pronta una legge delega per garantire:
- nuove aliquote fiscali,
- nuovi scaglioni IRPEF,
- nuove disposizioni sulle cartelle esattoriali.
Sono punti centrali per il Fisco italiano: da una parte si cerca di ridurre la pressione fiscale, e dall’altra di non perdere le entrate tributarie, alleggerendo gli oneri sanatori previsti con la Rottamazione Quater e con la Definizione Agevolata.
Anche perché sono ancora tanti i contribuenti che hanno a che fare con queste problematiche.
Cartelle esattoriali, come sarà la rateizzazione
Per quanto riguarda la riscossione delle cartelle esattoriali, la riforma fiscale dovrebbe garantire per 170 milioni di cartelle potenzialmente, non più incassabili o inesigibili, rateizzazioni più facili da concedere, e soprattutto, più lunghe come durata.
Ad oggi per debiti inferiori a 120.000 euro si può richiedere la rateizzazione ordinaria da 72 rate (6 anni), e solo in casi straordinari si può richiedere quella da 120 rate (10 anni), perché l’importo della rata dovrà essere superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare, secondo quanto riportato sull’ISEE in corso di validità.
La proposta del Governo sarebbe quella di arrivare ad una dilazione da 10 anni, con 120 rate mensili. E per contribuenti con debiti elevati, una rata mensile e 10 anni di dilazione. Decisamente migliore anche rispetto alla Rottamazione Quater, di soli 5 anni e con rate trimestrali (massimo 18 rate) di cui la prima a luglio 2023.
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E con la possibilità di saltare alcune rate, se rateizzazione classica: se si richiede la Definizione Agevolata, anche una sola scadenza non rispettata fa perdere il diritto, anche se pagata dopo i 5 giorni di tolleranza.
Riforma fiscale, quando arriva
In merito alla riforma fiscale, le principali novità riguarderanno gli scaglioni IRPEF, con i quali calcolare le tasse dei redditi dichiarati nel corso dell’anno.
Con la riforma del 2022, le aliquote sono scese da 5 a 4. Con la nuova riforma del 2023, passeranno a 3:
- al 23% per i redditi fino a 15mila euro;
- al 27% per i redditi da 15mila euro a 50mila euro;
- al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In poche parole, verranno accorpate due aliquote, quella del 25% per i redditi tra 15.001 euro e 28.000 euro, e quella del 35% per i redditi da 28.001 euro e 50.000 euro.
Ricordiamo che queste ultime aliquote hanno subìto con la precedente riforma una corrispettiva riduzione di 2-3 punti, passando dal 27% al 25%, e dal 38% al 35%.
Cartelle esattoriali e riforma fiscale, quando saranno approvate le novità
Tutte le novità in merito a cartelle esattoriali e riforma fiscale diventeranno realtà una volta che Camera e Senato avranno dato il loro benestare. Si parla di qualche mese al massimo, in tempo per garantire già coi redditi del 2023 l’introduzione delle nuove aliquote, e per far accedere i nuovi “ravveduti” alle nuove disposizioni per le cartelle esattoriali.
Proprio le cartelle saranno cruciali, essendo l’attuale magazzino crediti di 1.153 miliardi di euro e ben 174 milioni di cartelle. Anche se con la rottamazione agevolata non c’è il rischio di sanzioni e interessi da corrispondere, con quella classica potrà pagare più tranquillamente i debiti, anche se arricchiti da sanzioni e interessi di mora.
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