Bonus 200 euro esteso anche ad autonomi senza partita IVA
Col decreto interministeriale del 7 dicembre, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e il Ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, hanno potuto confermare l’estensione del bonus 200 euro ad una più estesa platea di autonomi senza partita IVA, prima escluse dalla platea dei potenziali beneficiari dell’indennità una tantum.
È un allargamento che in molti avevano richiesto nei mesi precedenti, e che permetterà a decine di migliaia di persone di poter accedere non solo al bonus, ma anche all’integrazione da 150 euro. A patto di avere i seguenti requisiti.
Bonus 200 euro esteso anche ad autonomi senza partita IVA
Agli inizi il bonus 200 euro era previsto solo per alcune categorie lavorative e sociali, come dipendenti privati e pubblici, disoccupati, pensionati e altri ancora. Con la nuova disposizione interministeriale, che va a modificare la platea dei beneficiari, ora anche gli autonomi senza partita IVA potranno accedere all’indennizzo.
Prima della modifica, come stabilito originariamente dal Decreto Ministeriale 19 agosto 2022 (G.U. 224, 24 settembre 2022), il beneficio era previsto solo ai lavoratori autonomi e i professionisti titolari di partita Iva. Si parlava di oltre 30mila soggetti estromessi dal bonus 200.
Grazie alla registrazione da parte della Corte dei Conti, il problema è ormai sormontato.
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Bonus 200 euro: quali sono i requisiti
I requisiti del bonus 200 euro rimangono gli stessi di quelli già previsti nel 2022.
Il richiedente dovrà aver percepito nel 2021 un reddito complessivo lordo non superiore a 35.000 euro. Pertanto, bisognerà aver denunciato nella Dichiarazione dei Redditi 2022, appunto per i redditi 2021, non più di 35.000 euro. Inoltre non dovranno aver già fruito del precedente bonus 200 euro (vd. artt 31 e 32, decreto Aiuti).
Altro requisito fondamentale è quello di risultare, al 18 maggio 2022, già iscritti alla Gestione Autonoma INPS o alla propria Cassa Previdenziale prevista per gli Albi Professionali. Oltre a ciò, si dovrà aver versato almeno un contributo previdenziale nella propria Gestione INPS, con riferimento il periodo di competenza dal 1° gennaio 2020, purché la scadenza del versamento sia al 16 maggio 2022.
Se nella versione originale era prevista per i lavoratori autonomi la titolarità della partita IVA come requisito imprescindibile, ora non v’è più necessità. Lo stesso vale per coadiuvanti e coadiutori: Partita IVA e versamenti INPS sono a carico del titolare aziendale. Così anche per soci o componenti di studi associati.
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Quali sono le categorie ammesse al bonus 200 euro
Ad oggi, con l’introduzione degli autonomi senza partita IVA, le categorie ammesse al bonus 200 euro sono quelle che risultano iscritte alla propria Gestione Previdenziale INPS, quali:
- gli artigiani,
- i commercianti,
- i coltivatori diretti,
- i coloni e mezzadri,
- gli imprenditori agricoli professionali;
- i liberi professionisti (es. partecipanti/soci di studi associati)
Di contro, non sono ammesse le seguenti categorie:
- i lavoratori stagionali,
- gli assunti con contratto intermittente a tempo determinato.
Per quest’ultima categoria sarebbe possibile l’erogazione del bonus 2022, a patto che nel 2021 la prestazione lavorativa sia stata svolta per oltre 50 giornate, e che il reddito accumulato non superi i 35.000 euro.
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L’integrazione di 150 euro: ecco a chi spetta
Oltre al bonus 200 euro, si potrà beneficiare di un’integrazione una tantum di 150 euro. Ma soltanto se, oltre ai requisiti sopracitati, il reddito sia non solo inferiore a 35mila euro, ma anche a 20mila euro.
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Non ci sono limiti di categorie lavorative nel caso dell’integrazione di 150 euro. Pertanto, anche gli autonomi senza partita IVA potranno beneficiare di questo bonus. Si prevede infatti un allargamento a oltre 30mila autonomi e 50mila professionisti, tutti estromessi perché senza partita IVA, tra cui 30mila specializzandi in medicina.
Purtroppo sia il bonus 200 euro sia l’integrazione di 150 euro sono misure una tantum, non disponibili in futuro a meno che il Governo Meloni non autorizzi ulteriori sostegni per famiglie e imprese.
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