Reddito di cittadinanza: a maggio i beneficiari crescono del 16%, ma resta l’allarme povertà
I dati aggiornati dell’Inps sul reddito di cittadinanza indicano una crescita del 16% dei nuclei familiari che percepiscono il sussidio. Ma ancora moltissimi poveri sono esclusi dai meccanismi di sostegno pubblici.
L’Inps fornisce importanti aggiornamenti sul reddito di cittadinanza. Durante lo scorso mese di maggio le famiglie che hanno percepito l’assegno da parte dell’ente pubblico sono cresciute del 16%. In particolare, i nuclei familiari coinvolti corrispondono a 1,18 milioni. Se si aggiungono anche le famiglie che percepiscono la pensione di cittadinanza, il totale cresce a 1,3 milioni.
Considerando invece il numero complessivo delle persone che beneficiano direttamente o indirettamente dell’assegno, si arriva a toccare quasi 3 milioni di cittadini. In base a quanto specificato dall’Inps, l’importo medio percepito è di 583 euro al mese. Ma la cifra scende a 263 euro per la pensione di cittadinanza. Tenendo conto di entrambi i dati, l’assegno medio corrisponde a 552 euro al mese.
Reddito di emergenza: i dati sul sussidio pensato per rispondere agli effetti economici del coronavirus
Le recenti analisi dei dati hanno messo in mostra in che modo sta evolvendo il comparto del welfare dopo l’avvento della pandemia e la conseguente crisi economica. Parallelamente al reddito di cittadinanza, il governo ha avviato negli scorsi mesi il reddito di emergenza. La misura temporanea è stata pensata per sostenere chi ha avuto un calo improvviso delle entrate e non rientra nei parametri del reddito di cittadinanza.
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Finora i nuclei familiari coinvolti sono stati circa 483mila, mentre l’importo medio dell’assegno erogato è corrisposto a 548 euro al mese. Se si sommano gli importi erogati per il reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza, le famiglie coinvolte dalle misure di sostegno sono state più di 1,7 milioni. Mentre le persone toccate dai provvedimenti sono risultate circa 4 milioni.
L’allarme dell’Unione dei Consumatori: solo la metà dei poveri assoluti ha beneficiato di un aiuto
Nonostante quanto appena evidenziato, solo la metà dei poveri ha potuto beneficiare di un meccanismo di sostegno stabile. È quanto emerge da una dichiarazione rilasciata da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazione Consumatori. In base ai dati forniti dall’ISTAT, le famiglie in condizione di povertà assoluta sono 2 milioni. Considerando i diversi componenti, si arriva a un dato di 5,6 milioni di cittadini.
“Il reddito e la pensione di cittadinanza attualmente coprono il 65% dei nuclei e solo il 51,8% degli individui che avrebbero diritto e bisogno di un sostegno economico per avere uno standard di vita minimamente accettabile”, spiega l’esponente dell’associazione. Se si aggiunge l’impatto del reddito di emergenza, le proiezioni migliorano. Ma i dati continuano a risultare in contrasto con un fatto: la povertà nel 2020 ha raggiunto un nuovo record storico.
Il fenomeno è infatti aumentato del 20% rispetto all’anno precedente. Questo anche perché gli importi erogati tramite i sussidi di welfare non sono sufficienti a superare lo standard minimo utile a uscire dalla povertà per un single. La cifra corrisponde infatti a 601,12 euro. Per questo motivo, secondo Dona il meccanismo di aiuto resta un elemento importante di contrasto alla povertà, ma non risulta ancora sufficiente.
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