Naspi e disoccupazione a 36 mesi: nuova ipotesi di riforma da 2 miliardi per gli over 55enni
L’indennità di disoccupazione (Naspi) al centro delle proposte di riforma del welfare. Il presidente Inps lancia l’ipotesi di un’estensione delle tutele per i lavoratori in età avanzata che risultano troppo giovani per poter accedere alla pensione.
L’indennità di disoccupazione (più conosciuta come Naspi) necessita di ampliare le proprie tutele, soprattutto per chi vive situazioni di fragilità. È da questo punto di partenza che prende spunto l’ipotesi del presidente Inps Pasquale Tridico di un allargamento della platea dei beneficiari.
Ma l’economista alla guida dell’istituto pubblico di previdenza propone anche di superare il decalage applicato normalmente all’entità dell’assegno. Nella pratica, si tratta di una trattenuta scalare punta a rendere più sostenibili i costi del meccanismo di welfare, oltre che a motivare ulteriormente il disoccupato verso la ricerca di un nuovo impiego.
La proposta di riforma della Naspi per gli over 55enni
Tenendo presente quanto appena esposto, la nuova proposta di riforma dell’indennità di disoccupazione prevede di estendere le tutele di legge soprattutto per chi si trova a perdere il lavoro in età avanzata. È il caso degli over 55enni, troppo giovani per poter ottenere un assegno di natura previdenziale, ma al contempo troppo anziani per potersi ricollocare in tempo utile sul mercato del lavoro.
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Per questi soggetti, il rischio è quindi quello di trovarsi senza reddito in un’età nella quale risulta molto difficile il reinserimento lavorativo. Al riguardo, Tridico suggerisce due interventi volti a calmierare la situazione appena evidenziata. Il primo concerne l’attenuazione del meccanismo di decalage che porta a ridurre l’assegno del 3% dal quarto mese di percezione del sussidio.
L’impatto economico e sociale delle nuove misure
Se le misure fossero effettivamente approvate, l’impatto sui conti corrisponderebbe a un miliardo di euro l’anno per ogni intervento. Per il presidente dell’Inps, le due strategie dovrebbero essere avviate in modo da attenuare il meccanismo del decalage. Si potrebbe centrare l’obiettivo, ad esempio, diminuendo l’attuale taglio del 3% al mese fino al 2%. In alternativa, si potrebbe spostare dal terzo al settimo mese l’applicazione del taglio.
Così facendo, si riuscirebbe a contenere la riduzione massima dell’importo erogato al 30% dell’assegno complessivo, mentre attualmente si arriva a toccare il 50%. Parallelamente, l’economista propone di aumentare la durata teorica della Naspi per i lavoratori più anziani. Coloro che sono soggetti a difficoltà di rioccupazione potrebbero vedersi estendere la disoccupazione per un ulteriore anno, con un massimo teorico a 36 mesi.
Le stime economiche sulla necessità di finanziamento tengono conto del fatto che la maggiore tutela sarebbe destinata a persone di età superiore ai 55 anni. Si tratta di lavoratori che attualmente possiedono minori chance di rioccupazione in caso di cessazione involontaria del proprio impiego.
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Gli attuali requisiti necessari per ottenere la Naspi
Riguardo al diritto di maturazione della disoccupazione, al fine di poter richiedere la Naspi è necessario che i lavoratori abbiano perso involontariamente il proprio lavoro. La disoccupazione viene infatti erogata su richiesta soddisfacendo precisi requisiti. In particolare, serve dimostrare lo stato di perdita involontaria del lavoro e della ricerca di un nuovo impiego tramite dichiarazione di immediata disponibilità (DID).
È necessario inoltre aver concretizzato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti alla perdita del lavoro e aver eseguito almeno 30 giorni di lavoro effettivi. Quest’ultimo requisito è stato temporaneamente sospeso dal decreto Sostegni Bis e riprenderà efficacia a partire dal 1° gennaio 2022.
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