Cassa integrazione Covid in scadenza: cosa succede per Cig e licenziamenti
La cassa integrazione decisa per contrastare la crisi pandemica va verso la fine. Scadenza entro il prossimo 30 giugno 2021. Resta la Cig ordinaria, le informazioni da conoscere in merito ai licenziamenti.
Sulla cassa integrazione per Covid si sta per concretizzare la data di termine. La scadenza è fissata infatti al prossimo 30 giugno 2021. Dopo tale data, moltissime aziende non avranno più a disposizione un meccanismo di sostegno risultato fondamentale per sostenere l’occupazione durante i lockdown e a seguito dello scoppio della pandemia.
In molti si chiedono in che modo evolverà la situazione e quale sarà l’effettiva tenuta del tessuto economico e produttivo. Per cercare di comprendere meglio i possibili scenari, facciamo quindi il punto della situazione, spiegando le conseguenze relative alla scadenza sia per le aziende che per i lavoratori.
Cassa integrazione Covid in via di esaurimento a fine giugno 2021: ecco cosa cambierà
Durante il periodo della crisi pandemica le aziende hanno potuto beneficiare di una particolare forma di Cig, detta cassa integrazione Covid. Con questa misura, è stato possibile salvaguardare l’occupazione in un momento nel quale moltissime aziende economiche si sono trovate impossibilitate a proseguire la propria attività. In particolare, le diverse misure decise dal precedente governo hanno consentito fino a 67 settimane di cassa.
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Come già anticipato, i provvedimenti straordinari termineranno però alla fine del mese di giugno. A partire da luglio non sarà quindi più possibile fare ricorso alla cassa integrazione utilizzando la causale Covid. Resteranno però disponibili i meccanismi di sostegno ordinari, oltre alla nuova cassa in deroga. Quest’ultima sarà riservata alle imprese che hanno subito un calo di almeno la metà del fatturato durante i primi sei mesi del 2021. Qualora sussistano tali condizioni, sarà possibile utilizzare ulteriori 26 settimane di Cig entro la fine dell’anno.
I meccanismi di tutela previsti in via ordinaria e le tutele decise con il pacchetto lavoro
Stante la situazione, a partire dal prossimo luglio le imprese potranno comunque impiegare le settimane di cassa ordinarie. Si tratta di 52 settimane nel biennio mobile o di 24 mesi nel quinquennio (qualora si faccia ricorso alla cassa straordinaria). Oltre a ciò, restano disponibili anche le agevolazioni previste all’interno del cosiddetto decreto Sostegni Bis.
Il pacchetto lavoro del nuovo governo Draghi prevede infatti l’esonero dal pagamento del contributo addizionale per la cassa integrazione ordinaria e straordinaria fino alla fine dell’anno. Questo a condizione che non siano effettuati licenziamenti in forma individuale o collettiva. Gli aiuti vanno quindi a diventare meno consistenti e rimangono legati alla tutela dei posti di lavoro.
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La Cig fino al 31 dicembre 2021 mantiene il blocco ai licenziamenti
Proprio in merito al tema della tutela del lavoro, è opportuno specificare che le aziende che a partire dal prossimo 1° luglio 2021 faranno ricorso alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria non potranno effettuare licenziamenti fino al termine dell’anno. Si tratta di un passaggio importante, considerato che la tutela dell’occupazione resterà uno dei temi chiave per i prossimi mesi.
Al contempo, il divieto di licenziare va a controbilanciare i vantaggi concessi fino alla fine dell’anno. Il riferimento va all’esenzione dal pagamento dell’addizionale Inps. Quest’ultima pesa dal 9% al 15% della retribuzione relativa alle ore di cassa effettive. L’importo varia quindi in base all’effettiva fruizione della cassa, ma resta uno sgravio importante in favore delle aziende colpite dalla crisi pandemica.
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