Trasferimento legge 104: esiste un ordine tra i fratelli per fare domanda?
Trasferimento posto di lavoro per assistere un familiare con legge 104, ci sono molti aspetti da considerare e vincoli, ecco a cosa fare attenzione prima di presentare la domanda.
Trasferimento sede di lavoro per assistere un familiare con handicap grave, difficile traguardo da raggiungere nelle amministrazioni pubbliche specialmente di tipo militare. La normativa stabilisce che per far valere il diritto di trasferimento per assistere il familiare in situazione di handicap grave, è necessario che il familiare non sia ricoverato a tempo pieno. Inoltre, è necessario che nella sede prescelta sia disponibile il posto vacante e si tiene conto delle esigenze nell’organizzazione aziendale. Esaminiamo il caso di un lettore dipendente della Guardia di Finanza.
Trasferimento legge 104: i vincoli a cui fare attenzione
“Buongiorno, le scrivo per avere una informazione riguardo la legge 104. Il mio compagno è un maresciallo della guardia di finanza ed ha un padre anziano con riconosciuta la legge 104 ora devono richiedere l’aggravamento per l’art 3 comma 3.
Loro sono 3 fratelli il mio compagno che risiede a 400 km dal paese del padre, un fratello di 60 anni che percepisce il reddito di cittadinanza e che risiede sopra l’appartamento del padre e una sorella che lavora part time e risiede a pochi metri dallo stesso padre, la mia domanda è la legge 104 può essere assegnata a qualsiasi fratello alla stessa maniera o si tiene conto della vicinanza dell’assistito?
Perché il mio compagno dovrebbe richiedere il trasferimento e il comando della guardia di finanza terrà conto degli altri due figli che abitano vicino al padre? E l’Inps o chi per esso potrà fare dei controlli per vedere chi è più idoneo dei figli considerando la residenza e il tipo di lavoro?
Grazie per la risposta che vorrà darmi. S.”
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Ostacolo e normativa
La Corte di Cassazione con la sentenza numero 23857 dell’11 ottobre 2017, ha precisato che il dipendente che assiste un familiare con legge 104 art. 3 comma 3, può chiedere il trasferimento all’azienda nel luogo di residenza più vicino al familiare disabile. Sempre che ci sia il posto vacante nella sede di trasferimento. L’azienda non può negare il trasferimento, in quanto consiste in un diritto del lavoratore, ma se ci sono esigenze straordinarie di produzione, può rifiutarsi specificando le motivazioni in modo chiaro.
Il diritto al trasferimento trova ostali nel settore pubblico, specialmente nelle amministrazioni militari, che il più delle volte respingono le domande di trasferimento, limitandosi a giustificare il rifiuto con la motivazione: ‘generiche esigenze di servizio’.
Un altro ostacolo e riguarda particolarmente il suo caso, quando esistono altri familiare (tipo fratelli) che risiedono con il familiare con handicap grave oppure abitano nelle vicinanze, e hanno la possibilità di occuparsi del familiare a differenza di chi dista Km per lavoro, come nel suo caso.
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Ho esaminato vari casi di rigetto di trasferimento di dipendenti della Guardia di Finanza, e uno di questo riguardava il suo caso, l’amministrazione rifiutava il trasferimento perchè un altro fratello abitava nei pressi della residenza del genitore. Il dipendente era stato chiamato a presentare chiarimenti sulla sua richiesta, ha ottenuto il trasferimento dimostrando l’impossibilità del fratello di occuparsi del genitore disabile legate all’attività lavorativa svolta.
Le ho fatto questo esempio, perchè se ci sono fratelli che possono svolgere assistenza e non si trovano nella condizione di: patologie invalidanti o tematiche lavorative che impediscono l’assistenza, è difficile che la domanda venga accettata.
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