Permessi legge 104: il datore di lavoro li riconosce come giorno di riposo, è corretto?
La fruizione del giorno di permesso legge 104 può essere riconosciuto come giorno di riposo settimanale, è corretto? Analizziamo la normativa.
I lavoratori disabili o che accudiscono un familiare con handicap grave ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3 hanno diritto a fruire di tre giorni di permesso al mese retribuito. Cosa succede se il datore di lavoro li considera come giorno di riposo? Analizziamo il quesito di un nostro lettore chiarendo cosa fare in questi casi.
Permessi legge 104 e riposo settimanale
Buonasera, vi scrivo in merito alla fruizione del giorno di permesso per legge 104.
L’azienda dove lavoro me lo concede senza problemi ma lo considera come un giorno di riposo, tant’è che nella settimana prenatalizia lavoro dal lunedì alla domenica (con giovedì in “permesso”)… è corretto questo comportamento o avrei comunque diritto ad una giornata di riposo? Grazie.
Riposo settimanale
Secondo l’art. 36 Cost.; Codice Civile art. 2109; legge n. 370 del 22 febbraio 1934; il lavoratore ha diritto ad un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive ogni sette giorni. Il giorno di riposo può coincidere con la domenica. Il giorno di riposo è regolato nei vari contratti collettivi di categoria, infatti, può variare nei lavori a turni, nei lavori di vendita a minuto, ecc.
Atteggiamento illegittimo
Il giorno di permesso legge 104 non deve essere confuso con il giorno di riposo, se il datore di lavoro concede i permessi legge 104 considerando la fruizione come giorno di riposo commette un abuso nei confronti del lavoro perché gli sottrarre una giornata di riposto stabilita nel CCNL di categoria. Questo non è l’unico abuso, il datore di lavoro con questa compensazione illecita, non retribuisce la giornata di riposo al lavoro in quanto i permessi legge 104 sono indennizzati dall’INPS e coperti da contribuzione figurativa valida ai fini pensionistici sia per la misura che per il diritto.
Il mio consiglio è rivolgersi all’ufficio del personale e chiedere spiegazioni in merito, potrebbe inviare anche una comunicazione a mezzo pec. Se la risposta che le daranno non sarà consona a quanto previsto dalla normativa vigente o non le arriverà nessuna risposta, si può rivolgere ad un avvocato o direttamente all’ispettorato del lavoro denunciando la sua azienda. Il più delle volte i lavoratori non agiscono perché hanno paura di ripercussioni e perdita del posto di lavoro. Ricordiamo che la denuncia può essere inoltrata anche in forma anonima.
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