Visto di conformità, al via le nuove FAQ sul Superbonus: in cosa consiste e a che serve

Visto di conformità, nuove FAQ dal Fisco

La situazione dei bonus edilizi è drammatica, specie dopo il varo del decreto-legge n. 11 del 2023, quello che ha sancito, dal 17 febbraio 2023, lo stop alle due opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.

Da allora i bonus edilizi sono ufficialmente delle detrazioni fiscali, a meno che non arrivino delle deroghe. L’ultimo aggiornamento è quello relativo alla disciplina del visto di conformità.

È un documento ormai d’obbligo dal 12 novembre 2021, anche per i bonus casa diversi dal superbonus 110%. È stato disposto dall’allora Governo Draghi per disincentivare le frodi contro lo Stato, limitando l’azione illecita nel confermare lavori inesistenti o non idonei a quanto disposto dal bonus.

Ad oggi il visto è limitato soltanto se si opta per lo sconto in fattura o cessione del credito, ma anche se sono passati più di 18 mesi dalla sua disposizione, in molti non sanno ancora come utilizzarlo al meglio, e a chi comunicarlo. Per questo l’Agenzia delle Entrate ha dato risposta aggiornando, al 6 giugno 2023, le FAQ sul tema.

Visto di conformità, in che cosa consiste

Per visto di conformità si intende l’attestazione di sussistenza tra i dati relativi alla documentazione presentata sui lavori effettuati, e i presupposti che danno diritto al beneficio fiscale.

Questo vale anche per lavori per i quali sono state disposte prime formule di cessione o sconto in fattura, ma in questo caso di parla di visto di conformità “ora per allora“.

Il rilascio del visto è in forma libera, chiarisce l’Agenzia sull’ultima FAQ, ma nel documento che ne attesta il rilascio devono essere necessariamente indicati:

• protocollo e progressivo della comunicazione dell’opzione;
• codice tributo per tipologia di detrazione ceduta;
• codice fiscale del condominio, del titolare della detrazione (cedente) e del primo cessionario/fornitore;
• tipologia di intervento agevolato;
• anno e ammontare della spesa sostenuta;
• ammontare del credito ceduto.

A differenza di molti altri bonus edilizi, il visto di conformità non deve essere comunicato all’Agenzia delle Entrate, ma costudito in caso di futuri controlli da parte del Fisco. Il visto limita la responsabilità del cessionario, e in caso di controlli, se la conformità non è idonea, scattano sanzioni e pene accessorie.

Visto di conformità, a cosa serve

L’utilizzo del visto di conformità è d’obbligo per tutti i bonus relativi a interventi di ristrutturazione.

Ma attenzione. Il visto non è previsto se si richiede il bonus nella forma della detrazione fiscale in dichiarazione redditi. Addirittura, nel caso di sconto o cessione, il visto non è necessario, a patto che si tratti di:

• lavori in edilizia libera,
• interventi di importo complessivo non superiore a 10.000 euro.

Ne fanno eccezione il bonus facciate, anche se gli interventi vengono eseguiti sulle singole unità immobiliari o sulle parti comuni dell’edificio, e il Superbonus, che tiene delle regole da parte.