Superbonus 2023, conviene ancora cominciare i lavori? Cosa succede ora e cosa cambia
Per l’anno 2023 il Superbonus edilizio è sceso al 90%, e in molti si chiedono se conviene ancora richiederlo prima di iniziare i lavori di ristrutturazione.
In seguito al divieto di cessione del credito, in molti preferiscono evitare di fare domanda, perdendo però una grossa occasione. Come vedremo, infatti, in alcuni casi può risultare ancora molto vantaggioso ottenere il Superbonus edilizio, nonostante il governo ne abbia ridotto enormemente la portata.
Partendo dai fortunati che possono ancora ottenere lo sconto in fattura, vediamo perché conviene ancora richiedere il Superbonus edilizio al 90%.
Richiedere il Superbonus: la situazione attuale
Al momento è possibile ottenere il Superbonus 110% soltanto per i lavori effettuati in alcuni tipi di immobile. In particolare, si tratta delle villette e dei condomini che hanno presentato una Comunicazione di Inizio lavori Asseverata (Cilas) prima del 16 febbraio del 2023.
Questi soggetti potranno ottenere lo sconto al 110%, mantenendo anche la cessione del credito. La stessa cosa non si può dire per chi richiede adesso l’agevolazione, perché per chi ha presentato la Cilas dopo il 16 febbraio del 2023 rimane soltanto la possibilità di ottenere la detrazione al 90%.
Tale detrazione può essere “spalmata” in 4 anni, però moltissima gente pensa di non dover pagare tante tasse in questo arco di tempo. Di conseguenza, se non si raggiunge la capienza fiscale, il Superbonus al 90% conviene molto meno.
A chi conviene richiedere Superbonus
Alcuni soggetti però, possono continuare a ricevere lo sconto in fattura per altri 2 anni. È il caso delle Onlus, delle cooperative e delle case popolari, ma anche degli abitanti in aree che sono state colpite da inondazioni o dal sisma. Per questi soggetti è infatti possibile ottenere lo sconto in fattura fino al 2025.
Altri potenziali beneficiari del Superbonus con cessione del credito e conseguente sconto in fattura sono coloro i quali hanno iniziato i lavori nel 2022 ma non hanno ancora ottenuto la cessione del credito. Per questi soggetti, è possibile inviare comunicazione fino al 30 novembre.
L’unico adempimento ulteriore sarà il pagamento di 250 euro e, naturalmente, cercare un soggetto disposto ad acquistare il credito. In seguito si potrà avere lo sconto in fattura istantaneamente.
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Superbonus: altri casi in cui conviene ancora
Il Superbonus al 90%, prevedendo soltanto la detrazione, non risulta particolarmente conveniente. Inoltre, i soggetti che lo richiedono dopo il 16 febbraio, dovranno utilizzare tale agevolazione entro il 2023, perché durante il prossimo anno la detrazione potrebbe scendere al 70%.
In tal caso diverrebbe più vantaggioso ottenere l’ecobonus ordinario che, nel caso di condomini, permette di ottenere una detrazione al 75% con meno vincoli. È per questo che i casi in cui conviene ancora richiedere il Superbonus si riducono di gran lunga.
I pochi motivi validi sono da ricercarsi nell’esigenza di mettere in regola il proprio immobile in seguito alla direttiva sulle case Green. Gli altri motivi attengono invece all’efficientamento energetico dell’immobile. In seguito ai lavori, infatti, le bollette saranno sicuramente meno salate, e insieme alla detrazione fiscale al 90% si potrebbero recuperare i costi sostenuti molto in fretta.
Quando non conviene richiedere Superbonus
Il Superbonus 90%, in seguito al pesante correttivo effettuato dal governo, non conviene più a chi ha un reddito medio. Se poi venisse richiesto da soggetti a basso reddito sarebbe pressoché inutile.
Già chi ha un reddito alto, infatti, potrebbe trovarsi nella situazione di non raggiungere mai la capienza fiscale, senza poter far valere l’intera percentuale di detrazione che spetta in seguito all’avvio dei lavori.
Il consiglio che si può dare, quindi. consiste nel verificare quali potrebbero essere le proprie tasse sul reddito nel 2023, e in seguito effettuare un calcolo della detrazione rispetto al costo dei lavori. Se le ristrutturazioni effettuate nel 2023 dovessero coprire in toto o in parte le tasse sul reddito che si andrebbero a pagare, allora conviene ancora usufruire della detrazione.
Se invece i lavori dovessero finire oltre l’anno in corso è molto probabile che la percentuale residua potrebbe non venire riconosciuta.
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