Superbonus 110, arriva la norma salva sconto? Cosa cambia, proroga e scadenza cessione credito
Per la fortuna di tutti i richiedenti del Superbonus 110, arriva la norma che permetterà di salvare tutti gli sconti previsti nel 2022. Sembrerebbe che tutti i crediti rimasti bloccati negli ultimi mesi saranno a breve acquistati da imprese e casse private, così da evitare lo sfacelo per migliaia di aziende edili e finanziatori.
Ma il tempo stringe per questi crediti, nonostante le premesse: la scadenza è vicina per salvare tutti questi sconti del Superbonus 110, a meno che il Governo non si appresti a modificare il decreto Blocca-Bonus, mettendo in cambio una nuova norma d’emergenza ad hoc per questi crediti.
Superbonus 110, arriva la norma salva sconti
Da mesi i crediti del Superbonus 110 sono rimasti bloccati dal Governo Meloni a causa della loro numerosità. La stessa norma prevederebbe un acconto finale di quasi 105 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, una cifra insostenibile per le casse dello Stato.
Al tempo stesso però non possono bloccare tutto, perché migliaia di imprese (soprattutto quelle oneste) finirebbero per rimetterci, portando a licenziamenti di massa e al fallimento di un’intera filiera produttiva.
Per fortuna da qualche giorno sembra sia aperto un nuovo spiraglio per l’acquisto di una parte di questo bonus, ovvero i 19 miliardi di crediti incagliati delle imprese edili.
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Tutto questo sarà possibile con una nuova norma emergenziale, che permetterà l’acquisto di tutti i crediti maturati nel 2022 e negli anni precedenti.
Superbonus 110, cosa cambia con la nuova norma
Ancora la norma non è stata messa in atto, ma stando a quanto emerso da una serie di incontri tra il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, il Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, e i vertici dell’Agenzia delle Entrate, la soluzione sarebbe la seguente: modificare le modalità operative, senza arrivare a una proroga vera e propria dei termini.
O meglio la correzione delle norme sui bonus edilizi, così da tutelare i conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’ISTAT in merito ai crediti previsti per il Superbonus.
Semmai il problema di questa correzione sarà anche nella sua stessa limitazione: le modifiche al decreto saranno limitate a pochi casi, come incapienti, IACP (Istituti Autonomi Case Popolari), gli enti del terzo settore, le ONLUS e l’edilizia libera.
Superbonus 110, quando scadono i crediti
Nonostante le buone promesse, il Superbonus 110 rischia comunque di diventare inutilizzabile per molti richiedenti, se si supera la scadenza ormai fissata per legge.
Proprio per risolvere il grave problema di liquidità finanziaria, anche a causa delle cessioni del credito non adeguatamente valutati al momento della loro introduzione, il Governo Meloni ha deciso di non prorogare i termini entro cui comunicare le cessioni del credito.
Pertanto, le cessioni dovranno essere comunicate al Fisco entro il 31 marzo prossimo, e non è detto che verranno accettate dallo Stato, specie dopo la decisione dell’Istat di qualche giorno fa. Infatti molte di esse rischiano di andare perse.
Superbonus 110, l’operazione di Confindustria
Oltre a questa nuova ondata di correzioni da parte del Governo Meloni, anche Confindustria cerca di salvare la situazione in cui si è trovata l’edilizia nazionale.
Molte imprese aderenti a Confindustria sarebbero pronte a rilevare parte dei 19 miliardi di crediti vantati dalle aziende edili in modo da far ripartire i cantieri. La stessa associazione, nella figura del direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, sarebbe disponibile “a fare la propria parte, tramite piattaforme affidabili e certificate, nelle operazioni di acquisto di crediti delle imprese fornitrici prive di adeguata capienza fiscale“.
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Altri soggetti interessati all’acquisto di questi crediti sarebbero le Casse di Previdenza Private. Lo stesso governo starebbe esercitando in questi giorni anche una moral suasion sulle Casse, soprattutto quelle con abbondanti spazi fiscali, per invogliarle a rilevare i crediti certificati fermi, come quella dei Geometri (CG) e a Inarcassa (ingegneri e architetti).
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