Busta paga a gennaio 2023: chi avrà aumenti e bonus questo mese
Per la busta paga di gennaio 2023 sono in arrivo diversi nuovi aumenti, e anche una serie bonus che ti permetteranno di avere uno stipendio più alto. Ecco quali sono e a chi spettano.
Busta paga a gennaio 2023: chi avrà aumenti e bonus questo mese
Ci sono una serie di aumenti e di bonus a fine mese che potrebbero coinvolgere i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, nonché colf, badanti e baby-sitter. A patto che rientrino in una serie di requisiti stringenti.
È quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2023, che ha permesso il rinnovo di alcuni bonus già disponibili per alcune categorie lavorative. Più l’aggiunta di ulteriori benefit fiscali per chi ha un reddito più contenuto.
Tutte misure atte a ridurre il peso dell’inflazione e dei rincari sulle famiglie italiane, soprattutto per quelle più in difficoltà. Infatti a gennaio 2023 lo stipendio potrebbe essere più alto, a partire dalle festività
Quali sono gli aumenti e i bonus per la busta paga a gennaio 2023
Di seguito l’elenco di tutti gli aumenti e i bonus previsti per la busta paga a gennaio 2023:
- bonus capodanno,
- bonus Epifania,
- taglio del cuneo fiscale,
- aumento dello stipendio per colf, badanti e baby-sitter,
Il primo, il bonus Capodanno, è per i dipendenti una festività non goduta perché è un doppio festivo e quindi spetta un’ulteriore retribuzione che corrisponde all’aliquota giornaliera. Di solito prevede un aumento di 1/26esimo della retribuzione totale.
Il secondo, il bonus Epifania, è una maggiorazione legata al lavoro festivo, anche stavolta stabilita dal contratto nazionale di riferimento, e solo per chi ha lavorato in quella giornata.
A questo si aggiunge il famoso taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro (quindi 2.692 mensili), per i quali il taglio sarà del 2%, mentre per chi ha un reddito inferiore a 25mila euro (ovvero 1.923 euro mensili) lo sgravio contributivo è stato innalzato al 3%.
E infine l’aumento previsto dal contratto del lavoro domestico, per colf, badanti e baby sitter. Scatterà, sin da gennaio, l’adeguamento all’inflazione, con un incremento del 9,2% in busta paga. Si passerà da un minimo di 109 a un massimo di 145 euro mensili.
Queste categorie non avranno gli aumenti in busta paga
Ufficialmente il dipendente pubblico e privato rientra nella platea dei beneficiari degli aumenti sulla busta paga a gennaio 2023.
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Ma l’incremento previsto col taglio del cuneo fiscale, nel caso si rientri tra i beneficiari dell’aumento dell’1%, saranno leggermente minori perché bisognerà ricalcolare l’Irpef. C’è il rischio che non possa venire recepito sullo stipendio di gennaio, ma solo in un secondo momento con gli arretrati spettanti per gennaio.
Lo stesso vale per i dipendenti pubblici, ai quali è previsto l’aumento dell’1,5% in busta paga come compensazione per i mancati aumenti con il rinnovo dei contratti nazionali. In attesa del rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024, probabilmente servirà prima una circolare INPS per cambiare le buste paga.
La questione dell’ex Bonus Renzi
Per le buste paga a gennaio 2023 dovrebbe scattare anche l’ex Bonus Renzi, l’integrazione sui redditi per un massimo di 120 euro al mese, fino a un massimo di 1.200 euro annui.
Con la riformulazione, che ha esteso il contributo anche ad altre categorie di cittadini, tra cui lavoratori atipici e disoccupati, sono state disposte delle nuove limitazioni reddituali. Si potrà avere il massimo dell’importo se si ha un reddito inferiore o uguale a 15.000 euro.
Se superiore a 15.000 ma con limite di 28.000 euro, l’ammontare viene determinato sulla base dell’imposta lorda determinata rispetto ad una serie di detrazioni fiscali e per un importo non superiore a 1.200 euro annui. Pertanto, è molto più probabile il suo arrivo a fine anno, come rimborso fiscale.
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