Bonus mobili ed elettrodomestici 2023, guida Agenzia delle Entrate: come funziona, quali sono, cosa rientra
Nuovo aggiornamento nella guida dell’Agenzia delle Entrate per il bonus mobili ed elettrodomestici 2023. Ora la guida è stata aggiornata alle indicazioni per il nuovo anno.
Vediamo come funziona il bonus mobili ed elettrodomestici 2023 quest’anno, e per quali mobili è prevista. E soprattutto cosa rientra effettivamente nelle nuove disposizioni dell’Agenzia delle Entrate.
Bonus mobili ed elettrodomestici 2023, guida Agenzia delle Entrate
Anche per il 2023 il bonus mobili ed elettrodomestici è stato prorogato, e con le nuove disposizioni dell’Agenzia delle Entrate sono diventati ufficiali i nuovi importi.
È bene ricordare che la detrazione si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi), e spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio.
Altrimenti si potrà richiedere il bonus mobili ed elettrodomestici 2023 tramite cessione del credito o sconto in fattura, ovvero cedendo tutto il credito fiscale direttamente al fornitore/venditore, o chiedendo uno sconto sulla spesa prevista.
Bonus mobili ed elettrodomestici 2023, come funziona
Il bonus mobili ed elettrodomestici 2023 funziona come detrazione IRPEF che prevede una copertura sul 50% dei mobili acquistati nell’anno precedente. Per tale motivo viene richiesto il Modello 730 o Redditi, perché faranno riferimento ai redditi e alle spese dell’anno precedente, non in corso.
L’acquisto riguarda solo mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio, e si potrà avere diritto ad un massimale di spesa di 8000 euro per il 2023.
Ricordiamo che fino al 2021 l’importo era sui 16000 euro, ed era rimasto inalterato per anni fino al 2022, quando il Governo Draghi decise di ridurlo da 16000 a 10000 euro, ma solo per il 2022. Perché dal 2023 è passato a 8000 euro, e si prevede nel 2024 un massimale di spesa di 5000 euro.
La detrazione va ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.
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Bonus mobili ed elettrodomestici 2023, quali sono quelli ammessi
Sulla guida dell’Agenzia delle Entrate si possono vedere tutti i mobili e gli elettrodomestici ammessi al bonus. Per comodità, li riassumiamo a seconda delle stanze o delle categorie di riferimento:
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- stanza da letto: letti, armadi, cassettiere, scrivanie, credenze, materassi, illuminazione,
- stanza da giorno: librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone,
- elettrodomestici nuovi di classe energetica A (es. forni),
- elettrodomestici nuovi di classe energetica E (es lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie),
- elettrodomestici nuovi di classe energetica F (es. frigoriferi e congelatori).
L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo.
Fanno parte del bonus mobili ed elettrodomestici anche quelli da cucina, come apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche. Nonché apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.
Si potrà richiedere la sostituzione della caldaia solo se rientra tra gli interventi di “manutenzione straordinaria”. Ma sarà necessario che ci sia un risparmio energetico rispetto alla situazione preesistente.
Non rientrano nel bonus mobili per l’arredo, come porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, e altri complementi di arredo.
Bonus mobili ed elettrodomestici 2023, cosa rientra
Ufficialmente nel bonus mobili ed elettrodomestici 2023 rientrano tutti gli acquisti che siano inerenti ad un intervento di ristrutturazione, o di manutenzione straordinaria, come quello previsto se l’edificio ha subìto un evento calamitoso e dei gravi danni strutturali.
Il bonus mobili ed elettrodomestici 2023 è richiedibile anche per lavori di manutenzione ordinaria, ma solo se riguarda le parti comuni di edifici residenziali come i condomini. Per il resto, la misura è richiedibile dai proprietari di unifamiliari o case indipendenti solo per lavori di manutenzione straordinaria.
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