Bonus 200 euro, arriva la beffa per questi lavoratori: a chi spetta e come ottenerlo
Altra beffa da parte dei lavoratori, stavolta per quelli che avrebbero avuto diritto al bonus 200 euro, la misura una tantum disposta dal Governo Draghi e confermata anche dall’attuale Governo Meloni.
Secondo quanto riportato dal sindacato FLC CGIL, una categoria di lavoratori s’è ritrovata a dover restituire il bonus 200 euro a causa di un errore dovuto dal sistema, che ha garantito loro il bonus pur non avendo in realtà i requisiti reddituali previsti dalla norma.
Ora il governo è costretto a richiederlo indietro, anche se sarà inevitabile uno scontro tra le parti sociali.
Bonus 200 euro, arriva la beffa per questi lavoratori
Da luglio 2022 l’ex Governo Draghi ha reso disponibile il bonus 200 euro a tutti i lavoratori dipendenti con un reddito annuo da lavoro fino a 35mila euro lordi. Tale soglia si riduceva a 20mila euro nel caso in cui si richiedesse anche l’integrazione di 150 euro una tantum.
Sembrerebbe che nelle ultime settimane il Governo Meloni stia avviando una sorta di recupero di questo bonus nei confronti di tutti coloro che hanno sforato questo limite reddituale. Ovvero gli insegnanti.
A dicembre tutti gli insegnanti con CCNL scaduto hanno avuto nella busta paga di fine anno tutti gli arretrati previsti. Quelli che però vantavano un reddito vicino al limite di 35mila euro, involontariamente, si sono ritrovati a sforarlo a causa di questi arretrati.
Da lì il Governo ha deciso di richiedere a tutti questi insegnanti (circa 100mila) di restituire i 200 euro di indennità anti-inflazione, con una rateizzazione di 8 rate mensili del valore di 25 euro cadauno, senza l’applicazione di interessi.
Bonus 200 euro, a chi spetta per davvero
Pressoché tutti i lavoratori o i soggetti che hanno versato contributi previdenziali nel 2021 hanno diritto al bonus 200 euro, a patto che, nel caso dei lavoratori, il loro reddito lordo annuo non superi i 35mila euro.
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Questo limite è strettamente vincolante, e non modificabile anche nel caso di arretrati o bonus IRPEF ottenuti in sede di conguaglio: se a fine anno il calcolo finale porta ad un reddito annuo superiore a tale soglia, si dovrà restituire il bonus.
Va detto che gli stessi sindacati sono ormai sempre più contrari a queste soluzioni una tantum, a causa di situazioni grottesche come quest’ultima. Sempre la FLC CGIL propone che le risorse “vadano messe nella Legge di Bilancio per i contratti, arrivando a firmarli non sempre in ritardo”.
Bonus 200 euro, come ottenerlo
Ottenere il bonus 200 euro è ormai impossibile, dal momento che la scadenza per inoltrare la domanda all’INPS è passata da mesi.
Nel caso degli insegnanti, ascrivibili alla categoria dei lavoratori dipendenti, essi dovranno aver beneficiato per almeno una mensilità entro il 23 giugno dell’esonero contributivo IVS pari allo 0,8% “sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore”. Oltre al fatto di non percepire uno stipendio mensile superiore a 2.692 euro, appunto 35.000 euro lordi l’anno.
Le modalità di richiesta differiscono dalla categoria. Per lavoratori dipendenti sarà necessaria l’autodichiarazione, mentre a pensionati e percettori di NASPI, DIS-COLL e Reddito di cittadinanza arriverà in automatico. Tutti gli altri dovranno presentare un’apposita domanda all’INPS.
Bonus 200 euro nel 2023
Difficilmente si vedrà un rinnovo di questo bonus da 200 euro anche nel 2023, sebbene l’inflazione sia comunque alta anche quest’anno.
Nel mese di gennaio si è stimata un tasso di inflazione pari al 10,0% su base annua. Troppo alta per gli standard europei, infatti molte famiglie hanno sempre più difficoltà ad arrivare alla fine del mese.
E se si aggiunge che lo Stato si mette anche a richiedere i soldi indietro, come accaduto per quanto riguarda la maggiorazione prevista dall’Assegno Unico per i lavoratori, non ci sono delle grandi speranze all’orizzonte per chi spera in qualche nuovo bonus una tantum.
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