Bonus 100 euro, erogato a lavoratori e disoccupati NASpI: a chi spetta e quando arriva
Il bonus 100 euro, è una somma che arriva in busta paga per i lavoratori dipendenti, per disoccupati viene pagato direttamente dall’INPS. Vediamo quali saranno le date di accredito a marzo 2023, cosa fare se non si riceve l’importo totale e come richiedere gli arretrati con la dichiarazione dei redditi modello 730.
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Il bonus 100 euro, ex Bonus Renzi o trattamento integrativo, è in arrivo per i disoccupati Naspi. Chi possiede i requisiti di reddito per ottenerlo, vedrà a breve l’accredito all’interno dell’area INPS cassetto previdenziale del cittadino. Per questo mese gli importi potrebbero variare in base ad alcuni calcoli effettuati dall’istituto di previdenza.
Nel mese di gennaio sono stati fatti i conguagli IRPEF relativi all’anno precedente e chi era già in Naspi non ha ricevuto l’importo per quella mensilità in quanto questo bonus viene pagato sempre il mese successivo a quello spettante. In base ai calcoli sul reddito totale che stabiliscono se si ha diritto o no all’importo.
Quindi a marzo qualcuno potrebbe ricevere più soldi, in quanto comprensivi anche di arretrati. Per quanto riguarda il giorno invece, per alcuni i pagamenti sono già in arrivo entro venerdì 17. Alcune date sono già comparse nei fascicoli previdenziali. Altri invece lo riceveranno a partire dal giorno 21. Ricordiamo infatti che non a tutti viene pagato lo stesso giorno.
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Bonus 100 euro lavoratori dipendenti, come funziona
I lavoratori sia pubblici che privati, compresi quelli atipici e con contratti di collaborazione o stage, hanno diritto al trattamento integrativo. L’importo è corrisposto in busta paga ogni mese. La voce da controllare è: Trattamento integrativo L. 21/2020.
I dipendenti ricevono una somma che si varia in base alla fascia di reddito corrispondente. L’importo massimo possibile da erogare è appunto di 100 euro mensili, cioè 1200 euro l’anno. Questo quindi spetta in misura piena a chi non supera i 15.000 euro l’anno. Da 15.000 a 28.000 si riduce progressivamente ed infine superata quota 28.000 non spetta più.
La data di accredito varia a seconda del pagamento dello stipendio, e il dipendente non deve fare alcuna domanda in quanto sarà corrisposto direttamente dal datore di lavoro in base alla proiezione mensile del reddito complessivo. Ecco perchè chi non ha un lavoro che prevede sempre lo stesso orario con una busta paga fissa potrebbe a volte vedere anche il bonus 100 euro variare in base ai mesi.
Come fare per controllare quanto spetta per il trattamento integrativo?
Sia per dipendenti che per disoccupati non occorre fare richiesta per ricevere il bonus 100 euro. Si può però controllare se spetta e soprattutto quanto spetta esattamente per non rischiare di doverlo restituire poi col conguaglio IRPEF o dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi. Questo può essere fatto andando a verificare il totale imponibile irpef annuale. In questo modo si può capire anche in che misura verrà pagato.
In caso ci sia il rischio restituzione, cioè ad esempio quando si è al limite tetto di reddito, è bene comunicare al datore di lavoro con un’apposita autodichiarazione che si intende rinunciare agli accrediti in busta paga. Se poi a fine anno si risulta ancora in diritto di ottenere il bonus, si può richiedere la restituzione della somma totale arretrata tramite modello 730.
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Bonus 100 euro non corrisposto? Come richiederlo nel modello 730
Il modello 730 per i dipendenti si basa soprattutto sulla Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro. Questo per stabilire quanto nel corso dell’anno precedente si è versato per l’IRPEF e quanto invece resta ancora da pagare o da recuperare. Nella CU alla casella corrispondente va verificato il codice esatto. E cioè:
- 1 se il sostituto di imposta ha erogato l’importo, tutto o parzialmente;
- 2 nel caso non sia stato riconosciuto.
Nel conguaglio del modello 730 quindi, può essere inserito anche il bonus 100 euro in caso ci sia da recuperare tutta la quota annuale o solo qualche mese. Il rimborso sarà pagato dal datore di lavoro o INPS nei tempi previsti. O direttamente da Agenzia delle Entrate se il contribuente nel frattempo non ha più un sostituto di imposta.
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