Assegno Unico 2023, ricalcolo INPS su ISEE già con pagamento di Febbraio: rinnovi e aumenti
Assegno Unico: INPS paga importi già rimodulati con i nuovi ISEE. La scadenza dell’attestazione del nuovo reddito era prevista per il 28 febbraio. Qualcuno ha ricevuto una brutta sorpresa vedendo l’accredito di una cifra più bassa applicata già da subito invece che a partire da marzo. Ecco perchè si è verificato questo problema e cosa fare per continuare a ricevere il bonus rinnovato per il 2023 con gli aumenti previsti dal governo.
Scadenza ISEE per assegno Unico 2023
La legge attualmente in vigore per l’Assegno Unico ed universale per i figli, prevede che ogni anno il nucleo familiare debba attestare il proprio reddito ISEE per beneficiare del bonus. La data viene pubblicata a gennaio con apposita comunicazione INPS, che spiega quali saranno eventualmente le rate pagate ancora con le vecchie attestazioni ed entro quando rinnovare il modello per continuare a beneficiare dell’importo in forma piena.
Per quest’anno la scadenza dei redditi nuovi era stata fissata al giorno 28 febbraio. Ci sarebbe quindi ancora una settimana di tempo per le modifiche in base alla cifra che ne risulta. Infatti più alto è il coefficiente reddituale, più bassa sarà la cifra mensile che spetta come sussidio per i figli a carico. Nonostante i termini stabiliti, però, sono stati segnalati versamenti fatti da INPS per il rateo di febbraio già con importo adeguato al nuovo reddito. Vediamo perchè si è presentato questo problema.
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Assegno Unico febbraio: calcolo INPS già con nuovo ISEE?
Gli utenti beneficiari dell‘Assegno Unico, hanno atteso proprio queste ultime settimane di fine mese, per vedere finalmente il versamento su conto corrente della quota spettante. Questo però oltre al disagio causato dal ritardo, ha mandato in allarme diversi nuclei familiari che hanno constatato l’importo più basso del previsto. Dopo aver contattato INPS, sono state spiegate le motivazioni. Si tratterebbe di un calcolo che è stato effettuato dall’istituto di previdenza applicando già i nuovi criteri ISEE 2023.
Questa potrebbe essere una penalizzazione, come riporta anche oggi Money,it, nei confronti di chi ha provveduto ad attestare il nuovo reddito ad inizio anno, rispetto a coloro che invece attendono fine febbraio per concludere la procedura. Infatti la quota ridotta, nel caso la somma redditi risulti superiore allo scorso anno, doveva partire dal mese di competenza marzo.
Non è stato chiarito se questo regolamento cambiato in corsa da INPS verrà messo in pratica per tutti o se si tratta solo di coloro che hanno fatto ISEE con largo anticipo. Nè se le quote verranno poi fatte recuperare in qualche modo.
Aumento assegno unico: ecco i nuovi importi
Nonostante questo problema, che sarà presto chiarito da INPS, per correttezza nei confronti di tutti i beneficiari dell’Assegno Unico, saranno molti a ricevere invece una cifra superiore a quella dello scorso anno. Si tratta di chi a visto un abbassamento del reddito familiare rispetto al 2022.
E non solo, tutti i percettori della quota bonus per i figli saranno destinatari delle maggiorazioni extra dovute all’adeguamento ISTAT al costo della vita. Come accaduto per Naspi e Pensioni infatti, anche l’assegno unico sarà aumentato per tutto l’anno in base all’inflazione. A prescindere dall’ISEE, le nuove quote saranno interessate, sempre a partire dal prossimo mese dalla rivalutazione annuale dell’8,1% su tutti gli importi base.
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Come rinnovare la domanda di Assegno Unico 2023?
Come specificato dalla legge, l’Assegno Unico, spetta a tutti i nuclei familiari o genitori single, che hanno figli a carico a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ad un età di 21 anni.
A prescindere dalla condizione lavorativa e dalla quota reddito quindi, che stabilisce solo l’importo mensile. Anche chi supera i 40.000 euro di ISEE potrà comunque contare su un importo minimo di 50 euro al mese. Per rivalutare la quota, è utile rinnovare entro febbraio il reddito. Ma è possibile anche farlo durante il resto dell’anno. Procedendo con l’attestazione dell’ISEE corrente. Utile a certificare ad esempio la perdita del lavoro o di un patrimonio.
Per il rinnovo, non serve fare più alcuna domanda. Una volta che la famiglia è beneficiaria della misura, si diventa in automatico percettori senza dover effettuare più alcuna pratica successiva.
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