Assegno Unico 2023, maggiorazione NASpI su importo mensile: tabelle, ISEE, rinnovo
L’Assegno Unico 2023 non è solo un importo fisso mensile per tot figli, ma anche una serie di maggiorazioni richiedibili a seconda dei casi, come avere figli diversamente abili o genitori lavoratori.
Ma nel caso dell’ex lavoratore dipendente che percepisce la NASPI, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego? A seguito di alcune segnalazioni, l’INPS ha voluto precisare alcuni aspetti in merito alle maggiorazioni previste per chi si trova sotto NASPI a seguito di un licenziamento involontario.
Assegno Unico 2023, maggiorazione NASpI su importo mensile
Una delle tante maggiorazioni previste per l’Assegno Unico 2023 riguarda quella per chi ha entrambi i genitori titolari di reddito da lavoro dipendente, quindi lavoratori subordinati.
Tale maggiorazione è spiegabile col fatto che, data la loro assenza per motivi di lavoro, l’Assegno Unico 2023 andrà a coprire anche i costi per l’asilo nido, se non si è fatta domanda per il bonus asilo nido, oppure per baby-sitting e altri servizi domiciliari.
Nel caso in cui si sia ex lavoratori e attuali percettori della NASPI, purtroppo l’INPS ha precisato che la maggiorazione non è prevista nel caso di disoccupati con NASPI.
Anche se la NASpI va a sostituire lo stipendio, questa non può essere considerata un reddito da lavoro, pertanto con NASpI la maggiorazione non spetta perché non si è lavoratori. È sempre garantito l’accesso all’Assegno Unico 2023 e a tutte le altre maggiorazioni, ovviamente ricalcolate secondo perequazione.
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Assegno Unico 2023, in arrivo le tabelle
Come accaduto con la perequazione per le pensioni minime del 2023, anche l’Assegno Unico è stato soggetto ad aumenti, per un massimo dell’8,1%, come stabilito dal calcolo dell’indice IPCA FOI, quello per Famiglie Operaie e Impiegati.
Le tabelle ufficiali per i nuovi importi arriveranno a breve, ma già si può determinare quanto potrà essere l’aumento anche per eventuali maggiorazioni a cui si ha diritto.
Ricordiamo che le principali maggiorazioni dell’Assegno Unico 2023 sono:
- aumento del 50% dell’assegno base per i bambini per il 1° anno di vita (fino a 3 anni per famiglie con 3 o più figli);
- aumento del 50% dell’assegno base per i bambini diversamente abili,
- maggiorazione di 30 euro se entrambi i genitori lavorano,
- maggiorazione di 20 euro per ogni figlio nel caso di madri aventi meno di 21 anni d’età.
Assegno Unico 2023, il problema dell’ISEE
In merito alle maggiorazioni dell’assegno Unico 2023 rimane comunque decisivo l’ISEE, anche per richiederli. Se in genere l’ISEE garantisce solo il passaggio da 50 euro a 175 euro come importo finale sull’assegno mensile, nel caso di maggiorazioni come quella per i genitori lavoratori è assolutamente obbligatoria.
In tal caso, la maggiorazione è pari a 30 euro mensili per ogni figlio, ma solo con un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro. Riducendosi a seconda dell’aumento dell’ISEE, la maggiorazione si annulla in corrispondenza di un ISEE pari a 40.000 euro. Questo non vale nel caso della maggiorazione di 20 euro per madri under 21 e nel caso di aumenti al 50%.
Assegno Unico 2023, il rinnovo da febbraio
Per rinnovare l’ISEE si dovrà fare domanda al CAF, ai Patronati locali o procedere tramite ISEE precompilato INPS, disponibile su MyINPS accedendo con SPID, CIE, CNS.
Per avere diritto agli arretrati di gennaio, “bloccati” a causa dei rinnovi dell’ISEE, bisognerà aver fatto domanda e ricevuto l’attestazione ISEE entro e non oltre il 31 gennaio 2023. Da qui il problema dell’erogazione di febbraio per chi non ha provveduto a fare domanda in tempo.
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Si potrà sempre fare domanda dell’ISEE, così come dell’Assegno Unico 2023, a patto che sia disponibile nel nucleo familiare uno o più figli a carico, anche adottati o in affidamento. L’assegno non potrà essere rinnovato nel caso in cui il figlio o i figli a carico superino i 21 anni d’età (a meno che non incorra una disabilità) o nel caso di irregolarità e difformità segnalate nell’ISEE adoperato per richiedere l’aumento degli importi.
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