Assegno di inclusione, rischi di perderlo se rifiuti questi lavori? Come funziona e perchè
Dal governo è ormai ufficiale, è arrivato l’annuncio che riguarda la sostituzione del Reddito di Cittadinanza con la nuova misura dell’assegno di inclusione sociale. Questo non solo restringerà la platea dei beneficiari, ma imporrà nuove regole per quanto riguarda l’obbligo di accettazione di corsi di formazione e offerte di lavoro dei titolari giudicati in grado di svolgere le normali attività occupazionali. Per non perdere l’indennità mensile ci saranno alcune procedure da rispettare, vediamo quali sono e come dovranno essere strutturate le proposte lavorative da non rifiutare, altrimenti si rischia la revoca del sussidio.
Decreto Lavoro, arriva l’assegno di inclusione, nuovi requisiti
Il governo con il Decreto Lavoro pubblicato, ha stabilito ufficialmente quale sarà la misura che andrà a sostituire parzialmente il vecchio Reddito di Cittadinanza. Cioè il nuovo Assegno di Inclusione attiva, offerto ai nuclei familiari in possesso di alcuni requisiti, più stringenti rispetto al vecchio sussidio. L’importo massimo di 6000 euro l’anno sarà garantito in forma piena soltanto alle famiglie con componenti che hanno età superiore ai 67 anni, o a quelli con soggetti disabili, non autosufficienti e che quindi hanno una grave riduzione della capacità lavorativa.
Per tutti gli altri invece, anche quelli con componenti minorenni a carico, l’erogazione del beneficio sarà subordinata all’iscrizione in una banca dati che individuerà le persone in grado di lavorare. Di conseguenza saranno attivati corsi di qualifica, formazione, o inviate offerte di lavoro congrue da non rifiutare per non perdere il beneficio.
Leggi anche: Come i conti correnti online stanno cambiando le abitudini di spesa dei consumatori
Assegno di inclusione, come funziona per chi può lavorare
Il nuovo Assegno di Inclusione, ha come obiettivo non solo sostenere il reddito delle famiglie più povere, ma anche identificare i soggetti fragili che non riescono a ricollocarsi nel mondo del lavoro. Per questo l’assegnazione del sussidio sarà differenziata, sia come importo che come regolamento. In base alle caratteristiche dei componenti del nucleo familiare.
Per chi verrà giudicato in grado di lavorare, ci sarà l’inserimento in un percorso, utile per una qualifica o per essere presentato direttamente alle aziende che assumono. Tutti gli occupabili si dovranno iscrivere al programma di incontro domanda offerta e riceveranno annunci personalizzati, che non potranno essere rifiutati, quando considerati nei requisiti di congruità. Altrimenti si perde l’indennità mensile con il rischio della restituzione di quanto corrisposto fino al giorno della revoca.
Quali offerte di lavoro non potranno essere rifiutate dai titolari dell’assegno?
Le offerte periodiche che i titolari dell’Assegno di inclusione, non potranno rifiutare di accettare, saranno subordinate ad alcune caratteristiche.
- Quando l’offerta è per contratto a tempo indeterminato, in tutta l’area nazionale
- Se è a tempo parziale ma non inferiore al 60% del monte ore previsto per il tempo pieno
- Quando è a tempo parziale ma rientra in una distanza al massimo di 80 Km dalla residenza
- Nei casi in cui la retribuzione rientra nei minimi salariali previsti dalla legge.
Nei contratti a termine, permane la compatibilità tra lavoro e beneficio, nei limiti di 3000 euro l’anno. Oltre a questo il titolare può conservare il diritto all’assegno per i mesi che restano dalla domanda iniziale sospesa, una volta terminato il rapporto di lavoro.
Come funziona il nuovo patto di attivazione digitale
Il primo obbligo relativo alla conservazione del sussidio dell’assegno di inclusione attiva riguarda la sottoscrizione di un patto digitale. Questo, al pari del vecchio patto per il lavoro per i titolari RdC, prevede l’iscrizione ad una banca dati online in una apposita piattaforma istituita dal governo.
Potrebbe interessarti: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite
Attraverso il nuovo servizio, i beneficiari riceveranno tutte le informazioni e le comunicazioni relative ai percorsi formativi obbligatori e alle offerte di lavoro personalizzate. La firma del patto di attivazione digitale è necessaria e complementare alla domanda per ottenere il beneficio. La prima erogazione di pagamento infatti sarà corrisposta soltanto il mese successivo dalla corretta adesione e sottoscrizione della disponibilità.
Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl