Stufe a pellet e camini all’aperto: vietata l’accensione dal 1° ottobre
Dal 1° ottobre scatta il divieto di accensione dei camini all’aperto e delle stufe a pellet. Scopri quali sono i comuni italiani interessati.
Dal 1° ottobre scatta il divieto di accensione dei camini all’aperto e delle stufe a pellet. Scopri quali sono i comuni italiani interessati che dovranno sottostare al nuovo regolamento.
Divieto per stufe e camini
La nuova direttiva sarà messa in atto, per il momento, soltanto nella regione dell’Emilia Romagna. Dal 1° ottobre sarà vietata l’accensione di camini all’aperto e stufe a pellet per i comuni che si trovano al di sotto dei 300 metri di altitudine.
L’obiettivo della norma è combattere il fenomeno dell’inquinamento, che colpisce soprattutto i principali centri abitati dell’Emilia Romagna nel corso della stagione invernale. Non tardano ad arrivare le polemiche sulla nuova legge regionale, ritenuta da molti, tra cui anche alcuni sindaci, troppo restrittiva.
Il nuovo regolamento
Dalla prossima settimana scatterà il divieto. Non sarà possibile utilizzare camini e stufe a pellet all’interno di abitazioni dove né il camino né la stufa rappresentano la fonte principale di riscaldamento. Il divieto non limiterà, invece, chi dispone soltanto di una o l’altra fonte per riscaldare le proprie mura domestiche. I comuni interessati saranno tutti quelli situati a meno di 300 metri di altitudine in Emilia Romagna.
E, se proprio non si vuole sottostare al nuovo regolamento imposto dalla regione, è possibile dotarsi di un impianto di riscaldamento che ha ottenuto una certificazione tra le 2 e le 5 stelle. In questo caso, si potranno tenere accesi anche i camini o le stufe a pellet in casa senza rischiare eventuali sanzioni.
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Le polemiche
I sindaci di varie cittadine della regione a cui sarà imposto il divieto sono completamente in disaccordo con l’iniziativa:
“Proponiamo innanzitutto che la Regione ritiri la delibera. Gli obblighi vanno completamente ripensati. La normativa non deve trovare applicazione nei Comuni ex Comunità montane. Riteniamo inoltre che le norme debbano avere valore solo per gli impianti di nuova installazione e non per quelli già esistenti. Anche per i caminetti aperti potrebbero essere proposti appositi filtri, magari a fronte di incentivi erogati dalla Regione, ma questa possibilità non è stata nemmeno contemplata. Passare a una stufa o a una caldaia di nuova generazione comporterà una spesa non indifferente per le famiglie se si pensa che l’adeguamento prevede una certificazione almeno di 2 stelle per il 2018, almeno di 3 stelle per il 2019 e almeno di 4 stelle per il 2020″.
I cittadini saranno continuamente aggiornati in questi giorni riguardo eventuali cambiamenti alla norma.
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