ISEE come nascondere i soldi riducendo la giacenza media del conto corrente
Esistono delle piccole “scappatoie” che consentono di abbassare la dichiarazione Isee, attraverso la riduzione della giacenza media della banca, vediamo come.
L’Indicatore della situazione Economica Equivalente Isee, serve alle famiglie per poter accedere a determinate prestazioni sociali. Ora, sappiamo che per poter accedere alle prestazioni agevolate, ossia ai bonus familiari o servizi, come la riduzione di luce, gas, acqua, è necessario che la situazione economica familiare rientri in determinati parametri. In assenza della nuova normativa tutto era più semplice, in quanto nell’autocertificazione esibita dal contribuente per la formulazione dell’Isee veniva abbassata la condizione reddituale. Oggi, con l’Isee precompilato, ossia attraverso la dichiarazione sostitutiva unica dsu, nulla sfugge più. Il che non è detto che volendo non è possibile adottare delle “strategie legali”, che portano in diminuzione il reddito familiare nascondendo i soldi nella dichiarazione Isee.
Del resto dalla statistica formulata dalla Guardia di Finanza, su un’indagine condotta a campione, ossia verificando a caso il reddito Isee di 10 contribuenti, il risultato è stato che ben chiaro. Infatti, sei contribuenti hanno riscosso delle indennità o bonus commettendo un abuso illegittimo. Eppure, nonostante le regole sempre più rigide e i maggiori controlli, nascondere soldi abbassando la dichiarazione Isee è possibile.
Isee: come ridurre la giacenza media del conto in banca
Esistono delle scappatoie fornite dalla banca che consento di poter diminuire l’Isee. Vediamo come? La banca può aiutare il contribuente a ridurre la giacenza media del conto corrente, utilizzando la medesima pratica che propone ai clienti per aggirare il pignoramento del conto, cioè attraverso l’emissione degli assegni circolari.
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In sostanza il procedimento è semplice, il contribuente nella funzione di correntista, chiede alla banca di emettere degli assegni circolari a favore di un soggetto di fiducia. L’istituto di credito esegue l’operazione depositando l’importo degli assegni in una riserva separata. Il che significa, che il correntista non dispone più della somma degli assegni sul proprio conto bancario. Ma, nello stesso tempo, possiede il titolo di credito. Di fatti, il correntista con questa “simulazione” ha portato in riduzione il conto.
In sintesi, con questo sistema si abbassa la giacenza media, in quanto, il conto risulta più povero per effetto dell’emissione degli assegni, e si nascondono i soldi dalla dichiarazione Isee.
Nel frattempo, i soldi restano in possesso del contribuente (correntista), il quale custodisce accuratamente il titolo per poterlo utilizzare in tempi diversi. In sostanza, il correntista a 3 anni dalla data di emissione dell’assegno per decidere cosa fare. Infatti, può incassare l’assegno, oppure, richiedere la revoca effettuando un’operazione di riaccredito sul conto corrente. Fondamentalmente, può presentare una giacenza media per la dichiarazione Isee, molto più povera rispetto alla “realtà”, e accedere alle prestazioni agevolate in base al reddito.
Con un conto PayPal si riportano i soldi nell’Isee?
I metodi bancari per aggirare l’ostacolo Isee potrebbero funzionare, infatti, è possibile aprire un conto estero, ossia, PayPal o conto corrente N26. La normativa prevede che per l’Isee è necessario indicare anche la presenza di eventuali conti stranieri. Tuttavia, la Guardia di Finanza potrebbe incorrere in diverse difficoltà per la formulazione di controlli su conti esteri. Infatti, la banca estera non è soggetta alla trasmissione dei dati all’anagrafe dei conti correnti, in quanto, è una prassi italiana. La conseguenza è palese all’Agenzia delle Entrate potrebbe sfuggire l’esistenza di qualche somma di denaro, poiché, per richiedere i controlli adeguati dovrebbe avviare un’indagine (non impossibile) ma più ardua.
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