Furbetti del reddito di cittadinanza, proprietari di Porsche e alberghi
I furbetti del reddito di cittadinanza: uno spaccato della nostra Italia tra finti poveri.
I furbetti del reddito di cittadinanza non solo si vedranno bloccare la card ma dovranno anche pagarsi gli avvocati che dovranno difenderli dall’accusa di truffa ai danni dello Stato. Si tratta di coloro che pur non avendo bisogno del sussidio statale hanno presentato false dichiarazioni pur di intascare quanto non dovuto.
Furbetti reddito di cittadinanza
Carlo Tridico ha fatto presente che non tutte le domande di reddito di cittadinanza sono state accolta, il 26%, infatti, sono state respinte: in Campania è stata respinta una domanda su 5, in Lombardia, invece, una su tre.
Nella prima fase di verifica sono stati beccati 185 furbetti che percepivano il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto. A questi 185 casi si aggiungono quelli sparsi. E tutto ciò offre una fotografia del nostro Paese davvero poco lusinghiera con casi di furbetti sparsi in tutte le regioni dalla Lombardia fino alla Sicilia.
Uno dei tanti furbetti scoperto girava con in tasca 600 euro mentre guidava una Porsche. Dopo una perquisizione in casa, poi, le forze dell’ordine hanno trovato anche 120 grammi di cocaina. Tutto tranne che un bisogno dell’integrazione al reddito, dunque.
Ma i furbetti non sono solo spacciatori, anche negozianti, imprenditori, cantanti, venditori ambulanti, a cui si aggiungono anche mafiosi, delinquenti e addirittura defunti.
Un settantenne riminese per ricevere il reddito di cittadinanza aveva dichiarato di essere titolare soltanto di pensione sociale. La Guardia di Finanza, poi, ha scoperto che oltre ad avere diverse proprietà immobiliari era anche possessore di un albergo non attivo (di un valore commerciale di circa 800mila euro). L’anziano, quindi, percepiva indebitamente anche la pensione sociale.
A Milano solo nel mese di dicembre sono stati scoperti 22 furbetti di cui 16 erano venditori ambulanti e una lavorava in nero nell’officia di suo padre.
Ma i casi sono moltissimi, persone che, non dichiarando di aver trovato lavoro continuano a percepire del reddito di cittadinanza, persone che simula separazioni per beneficiare del reddito di cittadinanza e non dichiarare i redditi del coniuge. Altri ancora hanno presentato una dichiarazione non veritiera del nucleo familiare percependo indebitamente il sussidio, ma la lista comprende anche baristi, pizzaioli, l’ex titolare di un caseificio che dopo la cessione dell’attività conduceva un alto tenore di vita, proprietari di negozi, fotografi, un gestore di B&B, pasticceri e chissà quanti altri.
Un indagato per mafia, che vive in una villetta, percepiva 500 euro al mese di reddito di cittadinanza.
Strategia antifurbetti
La guardia di finanza spiega che il reddito di cittadinanza, essendo riconosciuto a nuclei familiari in possesso di determinati requisiti presuppone la presentazione di una DSU da parte del richiedente che deve, però, coinvolgere l’intero nucleo familiare. Le informazioni false eventualmente dichiarate non emergono dalle verifiche automatiche e possono essere scoperte soltanto dall’azione sul territorio.
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