Donazioni di sangue: come sono considerate ai fini pensionistici
Per le donazioni di sangue e le assenze relative sono riconosciuti contributi figurativi: ecco in quale caso e come farseli accreditare.
Quando un lavoratore si assenta dal lavoro per effettuare una donazione di sangue perde i contributi per quella giornata di lavoro? Come sono considerate le donazioni a livello contributivo? A porci questa domanda un nostro lettore che ci chiede:
Buongiorno, sono un donatore di sangue, ne ho fatte più di cinquanta come verranno considerati ai fini pensionistici?. Grazie.
Le assenze dal lavoro che il lavoratore utilizza per la donazione del sangue sono riconosciute a tutti gli effetti come giornate lavorative, coperte, quindi, sia da indennità Inps che ai contributi figurativi per la pensione.
Donazione di sangue e contributi
Le giornate il cui il lavoratore ha donato il sangue sono valide ai fini della contribuzione figurativa solo a patte che il prelievo di sangue sia stato eseguito presso un centro di raccolta autorizzato dal Ministero della salute, che sia stato donato almeno 250 grammi di sangue e che l’azienda abbia chiesto ed ottenuto dall’Inps il rimborso della retribuzione pagata al dipendente per la giornata di assenza.
La contribuzione figurativa relativa alle assenze per le donazioni di sangue viene accreditata automaticamente in base alla dichiarazione dell’azienda oppure, solo a domanda dell’interessato nel caso che l’azienda non sia tenuta alla presentazione della denuncia mensile di pagamento dei contributi; alla domanda va allegato anche il certificato medico rilasciato al momento della donazione.
Il diritto alla contribuzione figurativa e all’indennità per le donazioni di sangue è riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti assicurati presso l’Inps. Per poter donare il sangue (la donazione deve essere gratuita) bisogna essere maggiorenni ed iscritti presso il registro nazionale o regionale (o interregionale) dei donatori.
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