Conto corrente chiuso dalla banca: quando lo può fare?
Quando la banca chiude il conto corrente unilateralmente? Quali sono le cause che portano l’istituto di credito a recedere dal contratto?
In un tempo in cui il denaro contante può rappresentare un veicolo di conduzione di contagio da Coronavirus, pensare che la banca possa chiudere il conto corrente di prepotenza è bizzarro. È possibile che l’istituto di credito possa dopo attenta valutazione optare per la chiusura del conto corrente. Del resto, come il correntista può liberamente trasferire i soldi su un altro istituto di credito, la banca può avviare la procedura di chiusura del conto previa comunicazione al titolare.
Quando l’istituto di credito chiude un conto corrente?
Ai sensi del decreto del presidente della Repubblica n. 116/2007, con la voce conti correnti dormienti, vengono indicati i conti che non subiscono movimentazione, ossia dove non risulta alcuna operazione riconducibile a un movimento di deposito o prelievo da oltre 10 anni, con un saldo complessivo pari a circa 100 euro.
La banca con un conto corrente dormiente avvia la prassi che porta alla chiusura del conto. Un’operazione necessaria per evitare che sul conto cadano maggiori spese che andrebbero a incrementare il debito del cliente. In questo caso, l’istituto di credito invia una missiva al correntista, nella quale indica la chiusura del conto corrente e il denaro che forma il saldo viene spostato in un apposito fondo.
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L’Associazione bancaria italiana ha indicato la presenza di vincoli, in cui l’istituto di credito non può procedere con l’aggiunta di spese e interessi, quali:
- quando il saldo del conto corrente abbia un valore pari o minore di 258,23 euro;
- quando il correntista non esegue alcun tipo di movimentazione del conto corrente da oltre un anno.
Conto corrente: quali sono le cause della chiusura unilaterale?
Ai sensi dell’articolo 1845 del codice civile, l’istituto di credito non può chiudere il contratto in un tempo non corrispondente alla scadenza del contratto, ma è ammesso il recesso per giusta causa. Previo preavviso di 15 giorni di tempo.
Nel caso in cui nel contratto di apertura del conto venga stabilito un tempo indeterminato, sia il correntista che la banca possono recedere dal contratto unilateralmente.
Nella fattispecie le principali cause di chiusura del conto corrente da parte della banca possono essere riconducibili al saldo in rosso o conto dormiente. Tra le possibili opzioni troviamo:
- quando il correntista non ha restituito le somme a titolo di fido;
- per sopraggiunte inchieste operate dalla GdF, oppure indagini in corso della magistratura riconducibili a reati evasione, riciclaggio del denaro o reati in campo finanziario;
- quando il correntista esegue delle operazioni di versamenti non rapportabili alla dichiarazione dei redditi o non giustificati.
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