Centrale rischi finanziamenti: come controllare rate e segnalazioni
Centrale rischi finanziamenti, come avere maggiori informazioni su quanti e quali prestiti sono in corso o su eventuali segnalazioni al Crif.
Centrale rischi finanziamenti, fare il punto della situazione per molti cittadini che hanno avuto accesso a un prestito è essenziale al fine di verificare lo stato delle proprie finanze. Ma non tutti sanno come fare. Ogni qual volta si acquista un bene attraverso il credito finanziario è infatti necessario superare diversi controlli, tra i quali quello della propria situazione di buon debitore.
Sottoscrivere un mutuo o un finanziamento richiede infatti l’ingresso nelle banche dati gestite dal Crif. L’istituto provvede a gestire la banca dati Eurisc, uno strumento che permette a tutti gli istituti di credito di comprendere qual è la reale situazione finanziaria del richiedente. Attraverso questo passaggio, si riducono quindi i rischi di mancati pagamenti.
Anche i cittadini possono però verificare quali sono le informazioni contenute nel database rispetto al proprio livello di affidabilità. Per farlo occorre scrivere al Crif. La risposta è gratuita per i privati (ed a pagamento per le aziende). È un passaggio che diventa fondamentale prima di richiedere nuovi prestiti e per scongiurare eventuali rifiuti.
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Centrale rischi finanziamenti: come funziona il Sic
Dal punto di vista operativo, il Sic rappresenta il sistema d’informazioni creditizie gestito dal Crif. La centrale dei rischi finanziari raccoglie tutte le notizie di natura finanziaria dei cittadini che hanno avuto rapporti con gli istituti di credito. Quando parte una nuova richiesta di finanziamento, le informazioni vengono trasferite all’interno di questo archivio.
In particolare, sono raccolti i dati anagrafici, le richieste di finanziamento (accettate o rifiutate in passato). I mutui estinti, il numero delle rate e l’importo rimanente e lo stato di puntualità dei pagamenti. Di fatto, il Sic serve a stimare la solvibilità del richiedente. Permette quindi d’individuare i cattivi pagatori e funziona così da garanzia per l’intero sistema di credito.
I tempi di permanenza nella centrale dei rischi
I tempi di permanenza dei propri dati all’interno del Sic variano in base alla tipologia delle richieste. In particolare, la cancellazione avviene dopo 6 mesi per le richieste di finanziamento, 30 giorni per i finanziamenti cancellati e 36 mesi dopo la data di estinzione del finanziamento con pagamenti regolari.
Qualora si verifichino dei ritardi, passano 12 mesi dalla comunicazione del saldo del debito, purché la morosità non superi le due rate. In caso diverso, i tempi si allungano a 24 mesi. Diventano invece 36 mesi per i finanziamenti erogati, ma non rimborsati dai debitori. E possono arrivare a 5 anni dalla data di scadenza del rapporto con l’istituto di finanziamento.
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Per controllare lo stato della propria situazione è possibile chiedere una visura al Crif. Attraverso quest’ultima si potrà avere lo stato sui finanziamenti in corso e sulle operazioni precedenti. Sarà possibile inoltre sapere se si è considerati un cattivo pagatore.
Dopo quante rate di mutuo non pagate si diventa cattivi debitori
Stante la situazione appena evidenziata, molti potrebbero chiedersi cosa succede nel momento in cui non si riesca a pagare le rate del mutuo. Innanzitutto è necessario evidenziare che il mancato pagamento del mutuo deve superare una certa soglia per avere rilevanza. Il debitore è considerato in ritardo con il pagamento solo quando si superano i 30 giorni dalla scadenza. In aggiunta, il debitore ha pienamente diritto di essere informato prima della segnalazione al Crif.
Il mancato rispetto del pagamento della rata comporta in prima istanza l’applicazione degli interessi di mora. Qualora il mancato pagamento dovesse proseguire, la banca segnalerà il nominativo al Crif. Infine, nel momento in cui le rate non pagate dovessero continuare ad accumularsi, la banca potrà recidere in modo anticipato dal contratto per inadempimento.
Questo passaggio comporta la richiesta dell’immediata restituzione della somma debitoria e la conseguente richiesta di pignoramento dell’immobile dato in garanzia per il mutuo. La banca potrà quindi procedere alla vendita all’asta e quindi a trattenere il ricavato per la parte relativa al prestito non pagato.
Centrale rischi finanziamenti: le ultime informazioni in arrivo
In questi giorni è stato pubblicato il nuovo barometro Crif, contenente le ultime informazioni sullo stato dei pagamenti. Nel mese di aprile 2022 si è registrato un nuovo aumento delle richieste dei prestiti personali da parte delle famiglie italiane (+34,3%). Tutto ciò, malgrado l’inflazione e i tassi d’interesse in crescita.
Di particolare rilevanza è il fenomeno del buy now pay later, che secondo l’executive director di Crif Simone Capecchi “sta influenzando la modalità di acquisto e richiesta di finanziamento da parte del consumatore, perché permette di dilazionare il pagamento con piccole rate”.
Dall’altro lato c’è il rischio che questo strumento non venga percepito dall’utilizzatore come un credito, “ma come un mezzo di pagamento che consente l’acquisto anche in assenza del budget necessario e lo rende a volte compulsivo. Inducendo così il consumatore a spendere più di quanto possa permettersi e a sottostimare i possibili effetti sul proprio profilo creditizio”.
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