Come spendere i soldi contanti senza essere tracciati dal Fisco
Possedere un gruzzoletto in casa può essere un problema? Come usare il denaro tra spese, investimenti e shopping senza incorrere in un accertamento fiscale.
Racimolare soldi contanti in casa non è difficile, si parte da piccole cifre qualche regalino, una donazione, una vincita e così via, fino ad arrivare a una somma di denaro più sostanziosa. Ora, non dovrebbe essere un problema avere del denaro liquido in casa, se non fosse per il pericolo di furto, e il limite di denaro contante utilizzabile per gli acquisti. Rammentiamo che per l’Agenzia delle Entrate, possedere del denaro liquido non tracciabile, né giustificabile, porta alla verifica con l’accertamento fiscale. Allora, come si potrà spendere il denaro che si possiede in casa suddividendolo tra spese, shopping e investimenti, senza cozzare nelle branchie del Fisco?
Il primo problema nel possedere una certa somma di denaro in contante è dovuto dal non poterlo versare sul conto corrente. In sostanza, l’operazione potrebbe essere rischiosa, poiché l’azione d’investimento come: obbligazioni, azioni o titoli di Stato, risulterebbe sprovvista di contropartita che giustifichi il versamento o bonifico, ossia la provenienza dei soldi. Ma, nello stesso tempo, anche fare shopping potrebbe attivare la macchina del Fisco, nei casi dove viene richiesto il codice fiscale, oppure, quando si spendono somme elevate.
Come rendere invisibili i soldi contanti al Fisco
Il punto è che possedere dei soldi contanti in casa non è reato. Non si corre il rischio che la Guardia di Finanza all’improvviso spalanchi la porta per un’ispezione. A meno che, la Finanza non ha riscontrato delle traccie evidenti che sfociano in evasione, oppure, in reati tributari. Tuttavia, anche in presenza di una di queste opzioni la G. di F., prima di entrare in casa deve essere autorizzata dal pubblico ministero. Viene esclusa, quindi, la possibilità di un intervento in massa delle fiamme gialle per qualche “spicciolo” in casa.
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Resta il pericolo di un possibile furto o di una rapina. Per aggirare questo ostacolo la soluzione potrebbe essere quella di trasferire i soldi in un posto che non sia la casa, e quantomeno sia sicuro. Ora, la banca offre maggiori fonti di tutela, e per non correre il rischio di essere beccati al primo versamento, è possibile versare i soldi in una cassetta di sicurezza. La quale, assicura la “segretezza”, ma non l’anonimato. Ciò significa che l’Agenzia delle Entrate potrebbe in presenza di prove certe di reato, richiedere l’autorizzazione per sapere dalla banca il contenuto della cassetta.
Il rilascio degli assegni circolari: nascondere i soldi custodendoli in un deposito, è lecito?
Un’altra possibilità potrebbe essere il rilascio dall’istituto di credito di assegni circolari intestati a una persona di “fiducia”. In questo caso, gli assegni verrebbero conservati dal proprietario dei contanti, il quale li tratterebbe in forma di custodia tagliando la parte dell’incasso. Quali sono i vantaggi dell’assegno circolare? Permette l’accredito dei soldi in un deposito che non sia il conto corrente. Ora, questo non significa che l’Agenzia delle Entrate non possa intervenire, richiedendo il motivo dell’emissione dell’assegno. In ogni caso, potrebbe ritenere che l’operazione sia fraudolenta, se non riscontra il corrispettivo versato sul conto corrente del beneficiario.
Infine, è possibile aggirare l’ostacolo con l’apertura di un conto Paypal, oppure, un conto corrente N26. Rammentiamo che sono conti esteri, cosa significa? Non sono obbligati all’Anagrafe tributaria del nostro Paese. Questo non esclude la possibilità che il Fisco richieda di eseguire i controlli che ritiene opportuni. Tuttavia, potrebbe essere un’alternativa solo in considerazione che l’indagine dovrebbe implicare intermediari esteri. Nel complesso, si tratta di un’operazione alquanto problematica, ma non bisogna del tutto escludere la non attuabilità della procedura. Infatti, il Fisco potrebbe avviare l’accertamento se intravede movimenti di cifre elevate.
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