Superbonus 110: quante tasse paga chi vende casa e come calcolare la plusvalenza
Superbonus 110%, con la Legge di Bilancio il governo ha introdotto alcune novità in materia fiscale per chi decide di vendere casa dopo la ristrutturazione effettuata grazie all’agevolazione edilizia. Saranno infatti previsti oneri aggiuntivi che penalizzeranno i proprietari. Vediamo cosa succede adesso e cosa cambia per i contribuenti.
Superbonus 110%: le novità per chi vende una casa ristrutturata
Il governo ha introdotto importanti novità in materia fiscale per quanto riguarda la vendita degli immobili ristrutturati grazie all’incentivo Superbonus 110%. Per evitare plusvalenze ed eccessivi oneri a carico dello stato, sono state introdotte tasse aggiuntive per chiunque venda l’immobile oggetto di lavori prima dei 10 anni.
Se confermato, questo nuovo regolamento entrerà in vigore a partire dal 1 Gennaio 2024. Precedentemente questa norma si applicava solo se la compravendita fosse avvenuta entro i primi 5 anni. Quindi raddoppia il tempo di attesa per tutti i contribuenti e proprietari a partire dalla data di fine intervento.
Questo però non sarà valido indistintamente per tutti, ma ci saranno delle eccezioni. La misura dovrebbe essere approvata entro il 31 dicembre. Vediamo quindi come funzionerà, chi sarà penalizzato, quanto bisognerà pagare in più e in quali casi invece le vecchie norme rimarranno invariate.
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Come funziona l’extra-tassa sulle plusvalenze del Superbonus
L’extra-tassa sulle plusvalenze del Superbonus, introdotta con la Manovra 2024, nasce al fine di evitare un guadagno inappropriato nella vendita di una casa che è stata precedentemente ristrutturata grazie all’incentivo del governo. Infatti, il problema individuato è nella rivalutazione degli immobili green ad alta efficienza energetica perché questi ultimi garantiscono ai proprietari un più alto valore di mercato per il quale però i suddetti non hanno pagato perché hanno usufruito della cessione del credito o dello sconto in fattura. Pertanto, a partire dal 1 Gennaio 2024, chiunque venda un appartamento oggetto di lavori fiscalmente agevolati prima dei 10 anni, dovrà pagare una tassa del 26% sulla plusvalenza generata dall’operazione.
Superbonus 110%: quanto si pagherà di più
Facendo i calcoli, i contribuenti in possesso di immobili già pronti e ad alta efficienza energetica perché ristrutturati con il Superbonus al 110%, potrebbero arrivare a dover pagare fino a 50mila euro in più, a seconda dei casi, rispetto a quanto avrebbero dovuto versare come oneri fiscali con la vecchia legge. Le tasse saranno calcolate sulla quota intera della plusvalenza, quindi non più scontate del costo dei lavori effettuati nell’ambito dei bonus edilizi. In pratica i costi del Superbonus non saranno più scomputabili dal prezzo finale di vendita.
Come mostra un caso pratico illustrato dalla Fondazione Commercialisti al Corriere della Sera, ad esempio con un appartamento acquistato nel 2000 pagato 200mila euro, oggetto di lavori nel 2021 costati 50mila euro, se venduto nel 2024, le tasse da pagare sulla plusvalenza sarebbero di 13 mila euro in più rispetto all’attuale normativa.
Quando non si applica la tassa aggiuntiva
Ci sono alcuni casi, sempre previsti dalla Manovra, che vengono esclusi da questa nuova extra-tassa sulle plusvalenze derivate dalla vendita di immobili oggetto di Superbonus. Potranno infatti stare tranquilli tutti i proprietari di case ristrutturate grazie all’incentivo che hanno trasferito la propria residenza o quella dei familiari nella casa in questione. Ma anche chiunque abbia poi venduto l’immobile optando però precedentemente per una detrazione IRPEF.
L’extra-tassa infatti viene applicata solo se il contribuente ha scelto la cessione credito o lo sconto in fattura. Il provvedimento infatti va a colpire le vendite immobiliari ad intento speculativo. Pertanto anche le proprietà acquisite nell’ambito delle successioni non saranno oggetto di oneri aggiuntivi. Per evitare sorprese quindi è bene sempre informarsi sui prezzi di mercato e su quale potrebbe essere il costo derivante dalle operazioni finanziarie immobiliari, nel caso non siano scaduti i termini previsti dei 10 anni.
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