Tasse più evase d’Italia: 4 tributi che i cittadini proprio non vogliono pagare
L’evasione fiscale in Italia si attesta a livelli molto alti da sempre, ed ogni anno il ministero dell’Economia e delle Finanze stila un rapporto sull’evasione fiscale relativo agli anni precedenti, dal quale si evince qual è trend complessivo dell’evasione nel nostro paese. Nonostante i dati ci dicano che l’evasione fiscale in Italia è in netto calo, scopriremo quali sono le 4 tasse più evase dagli italiani, avendo riguardo alla percentuale esatta di evasione per ogni tributo in classifica.
La tassa più evasa dagli italiani
Tra le tasse meno pagate dagli italiani abbiamo:
- IRPEF;
- IVA;
- IRES;
- IRAP.
L’IRPEF, ovvero Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, dev’essere pagata da ogni italiano che durante il periodo d’imposta ha un reddito superiore rispetto alla no tax area. In Italia l’IRPEF risulta il tributo più evaso dai contribuenti. Ad ogni modo, tra i soggetti che evadono l’Irpef ci sono principalmente i lavoratori autonomi, che devono pagare il tributo autonomamente sulla base del reddito posseduto e/o prodotto durante il periodo d’imposta. Per quanto riguarda i numeri dell’IRPEF evasa, nel 2020 il tax gap tra gettito potenziale e gettito reale è stato del 68,7% per lavoratori autonomi e imprese, con una perdita di ben 27,65 miliardi di euro per lo stato. Anche per i lavoratori dipendenti è stata registrata una tendenza all’evasione dell’IRPEF, che sebbene risulti più bassa, al 2019 si attestava in 4,6 miliardi di euro di perdite per le casse dello stato.
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Le altre tasse più evase in Italia
L’IVA è al secondo posto in classifica per quel che riguarda le tasse meno pagate dagli italiani. Tuttavia, il dato dell’imposta sul valore aggiunto, evasa aggiornato al 2020 ha registrato una flessione rispetto al 2019. Se prima della pandemia l’evasione dell’IVA comportava una perdita per le casse dello stato pari a più di 30 miliardi di euro, nel 2020 si attestava a 26 miliardi di euro di evasione.
Segue in ordine di importanza l’evasione dell’IRES, l’Imposta sul Reddito delle Società. Tale tributo presenta una propensione all’evasione tra il 2018 e il 2020, con un tax gap pari al 23,7%. A seguire, con un tax gap che si attesta a una percentuale molto simile, troviamo l’evasione dell’IRAP, ovvero l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive.
Cala l’evasione nel nostro Paese
Nonostante i dati sulle tasse più evase dagli italiani possano sembrare preoccupanti, considerati nel loro complesso i valori dell’evasione fiscale sono confortanti. Secondo l’Ufficio studi della CGIA di Mestre, durante il 2022 sono stati recuperati più di 20 miliardi di euro. Inoltre, si rileva che tra il 2015 e il 2021 l’evasione è calata di 16,3 miliardi di euro.
Nonostante si fosse nel pieno della pandemia, nel 2020 il ministero dell’Economia e delle Finanze ha stimato un tax gap complessivo in discesa, a 89,8 miliardi di euro. Inoltre, a fronte di maggiori entrate per le casse dello stato, l’intensificarsi di operazioni di controllo ha assicurato anche minori uscite illegittime. L’Agenzia delle Entrate, infatti, durante il 2022 ha messo in atto dei controlli anti-frode e delle attività riguardanti l’analisi del rischio, che hanno consentito un blocco di almeno 9,5 miliardi di euro di rimborsi crediti e bonus illegittimi.
Maggiori entrate e minore evasione delle tasse
Come si anticipava, il dato di 20,2 miliardi di euro di entrate in più è da suddividersi in entrate derivanti da attività di controllo ordinarie e regolarizzazioni dei contribuenti dovute a misure straordinarie. Tra gli adempimenti ordinari, distinguiamo introiti pari a:
- 4,9 miliardi di euro: dovuti alle cartelle esattoriali pagate spontaneamente;
- 3,2 miliardi di euro: derivanti da lettere per la compliance;
- 10,9 miliardi di euro: derivanti dai versamenti F24 successivi al controllo;
In riferimento alle misure straordinarie, ricomprese tra Rottamazione e Pace Fiscale, abbiamo entrate pari a 1,2 miliardi di euro. In tutto questo, fondamentale è stata l’attività dell’agenzia delle Entrate, che complessivamente considerata ha permesso un recupero di ben 10,8 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi recuperati con Pace fiscale e rottamazione-ter, e 9,2 miliardi attraverso attività di ordinaria amministrazione.
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