Pensioni INPS, al via la nuova opzione per i lavoratori precoci: a chi spetta e cosa prevede
Andare in pensione, per i giovani, sembra ormai un miraggio. Per l’accesso al trattamento pensionistico è purtroppo richiesto un requisito contributivo che supera i quaranta anni. Per non parlare, poi, dell’elevatissima età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia.
Eppure, c’è una validissima alternativa, che potrebbe rendere più facile e agevole l’accesso al trattamento pensionistico per chi è ancora abbastanza giovane, ma ha iniziato a lavorare abbastanza presto.
In questo articolo analizzeremo l’alterativa a disposizione di coloro che hanno iniziato a lavorare da giovani e che, per questo, non dovranno attendere l’età prevista per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia. Un’opportunità non accessibile a tutti, ma comunque degna di essere considerata poiché sono abbastanza gli italiani che possono accedere.
In pensione da giovani: il caso dei lavoratori precoci
E iniziamo proprio da loro, gli italiani che possono accedere alla pensione in anticipo per aver iniziato a lavorare fin da giovani.
Si tratta dei cosiddetti lavoratori precoci, ossia quelli che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni e che, dunque, vantano una invidiabile quantità di contributi versati. Sono questi lavoratori precoci che possono accedere alla pensione con un’età più giovane rispetto agli altri, grazie alla celebre Quota 41.
Al momento, si tratta di una opzione riservata a chi ha cumulato almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni, e non è detto che il versamento debba essere continuativo.
Rispettando questo requisito, si potrà andare in pensione senza alcun requisito relativo di età, cumulando semplicemente 41 anni di contribuzione.
In questi mesi, il Governo Meloni ha dichiarato più volte di voler estendere la Quota 41 a tutti i lavoratori. Tuttavia, per adesso si tratta di un’opzione riservata solamente a chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni.
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Pensione Quota 41 per i precoci, ma non per tutti: gli esclusi
Non abbiamo però detto che essere lavoratori precoci, al momento, non basta per accedere alla Quota 41. Infatti, fino a che tale opzione di accesso precoce al trattamento pensionistico non verrà estesa a tutti, solo determinate categorie potranno accedervi.
In questo preciso momento, alla pensione con Quota 41 per lavoratori precoci possono accedere solo gli invalidi o i caregiver, chi ha perso il lavoro e i cosiddetti occupati nelle mansioni rientranti nel lavoro gravoso.
Sebbene, di recente, l’elenco dei lavori gravosi sia stato esteso, si tratta comunque di una limitazione non indifferente.
E tra le altre cose anche per le altre categorie che possono accedere alla Quota 41 sono previste limitazioni. Ad esempio, i caregiver devono assistere il proprio congiunto da almeno sei mesi.
I disoccupati devono esserlo da almeno tre mesi e completare le tre mensilità di percezione della NASpI.
Gli invalidi, infine, devono dimostrare una percentuale di invalidità di almeno il 74%.
Pensione precoci, una seconda opzione meno nota
Comunque, oltre alla più nota Quota 41 c’è un’ulteriore opzione che permette ai lavoratori precoci di accedere alla pensione prima di raggiungere i requisiti d’età per il trattamento pensionistico di vecchiaia.
Chi ha iniziato a lavorare presto, potrebbe non possedere i requisiti per la Quota 41: in questo caso, viene in aiuto la Riforma Dini.
Chi non ha versato contributi entro il 1996, non potendo accedere alla suddetta Quota, potrà comunque contare su una maggiorazione contributiva.
Riforma Dini per lavoratori precoci: cosa prevede
Chi fa parte dei cosiddetti lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni potrà dunque sfruttare quanto previsto già dal 1995 con la Riforma Dini.
Coloro che hanno versato contributi prima dei 18 anni, secondo tale Riforma, possono contare su un incremento del 50% dei contributi versati. Tali contributi saranno validi a tutti gli effetti per l’accesso alla pensione anticipata.
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Dato che, al momento, chi ha lavorato prima dei 18 anni non può aver versato contributi prima del 1996 e al contempo aver versato 42 anni e 10 mesi di contributi, si tratta di una opzione che sarà valida per il futuro accesso alla pensione.
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