Superbonus 2023, istruzioni AE su rateizzazione crediti in 10 anni: come sarà e scadenza
Superbonus 110%, a tutela di imprese edilizie, banche e altri cessionari che non sono ancora riusciti ad utilizzare i crediti, e che non possono sfruttare l’opzione F24, arriva una norma inserita in un provvedimento del governo, firmato il 18 aprile, che stabilisce la possibilità di rateizzazione fino a 10 anni. Nel documento sono contenute anche le regole di Agenzia Entrate per utilizzare questa nuova agevolazione. Vediamo come funziona il recupero del credito d’imposta.
Superbonus, nuova rateizzazione crediti in 10 anni, il provvedimento
Il governo per andare incontro a numerosi soggetti che si sono trovati in difficoltà dopo il decreto blocca cessioni del Superbonus, ha deciso di emanare un nuovo provvedimento a tutela di chi ancora ha somme in sospeso da recuperare come credito di imposta degli anni precedenti, e non può avvalersi dell’opzione tramite F24. Si tratta di una norma che prevede di poter rateizzare gli importi e recuperarli poi nei successivi 10 anni dalla conferma di Agenzia Entrate.
La comunicazione potrà essere inviata al fisco autonomamente e potranno essere inserite anche cifre parziali o quelle che ancora non sono state acquisite ma che costituiranno futuri crediti. Secondo le stime ufficiali ci sarebbero almeno 10 miliardi di crediti ceduti ma che risultano ancora da riscuotere, per questo la decisione urgente del governo di intervenire a salvare le imprese edili, le banche ed altri soggetti che sono ancora in sospeso.
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Quali crediti possono essere recuperati in 10 anni?
Per quanto riguarda la tipologia del credito di imposta da rateizzare, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che, possono essere inseriti tutti gli importi derivati dalle agevolazioni edilizie riguardanti: Superbonus, Sismabonus e Bonus Barriere architettoniche. Le quote residue non utilizzate devono risultare dopo l’opzione di prima cessione, e per quelle successive si potrà ripartire la somma in 10 rate. Come prevede attualmente la regola sulla detrazione per i privati. Queste ripartizioni poi non potranno essere più cedute nè ulteriormente frazionate e costituiranno credito da utilizzare annualmente in compensazione. Se non sussiste adeguata capienza fiscale, si dovrà però procedere successivamente con l’opzione F24. I residui che possono essere sfruttati con la nuova ripartizione sono questi:
- Crediti Superbonus 2022, da prima cessione o sconto in fattura, comunicati al fisco entro il 31 ottobre 2022;
- Crediti Superbonus, Sismabonus e Barriere Architettoniche comunicati da novembre a marzo 2023 e relativi allo stesso anno corrente.
Crediti Superbonus, come comunicarli all’ Agenzia Entrate
Le comunicazioni che devono essere inviate all’Agenzia delle Entrate a partire dal 2 maggio 2023, possono essere compilate autonomamente dalle aziende e dagli enti creditori accedendo all’area riservata Fisconline. In alternativa ci si può avvalere dell’aiuto di un intermediario provvisto di opportuna delega per la consultazione del Cassetto Fiscale del titolare. Ma quest’ultima opzione sarà attiva soltanto a partire dal 3 luglio.
Sarà istituita un’apposita funzione per la rateizzazione lunga all’interno della “Piattaforma Cessione Crediti” nella quale andare ad indicare gli importi da utilizzare, le relative annualità, e da quali agevolazioni edilizie sono derivati. L’ente fiscale precisa nelle informazioni che l’opzione di rateizzazione del credito residuo è irrevocabile. Non sarà quindi possibile procedere ad un annullamento dopo aver inviato la comunicazione. Inoltre l’agevolazione partirà dall’anno successivo a quello indicato per la prima rata originaria.
Rateizzazione credito d’imposta: le scadenze
Questa nuova opzione di rateizzazione del credito non utilizzato, può essere richiesta da maggio fino al 31 dicembre 2023, e per i successivi anni. Tuttavia nella simulazione di Agenzia Entrate viene consigliato di stabilire correttamente quale sarà l’importo residuo da dichiarare.
E per fare questo sarebbe meglio o attendere la fine dell’anno per calcolare effettivamente la quota rimanente che supera la capienza. O almeno stimare al massimo quale sarà la parte restante della rata, dopo la prima compensazione. Al fine di non rischiare di restare con qualche importo scoperto che diventerà poi inutilizzabile.
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